Analisi tattica La mossa tattica

British Pampa

Dopo la sconfitta nella prima partita contro l’Arabia Saudita, il Mondiale dell’Argentina sembrava già finito. Invece, mai dire mai, come spesso accade con le squadre sudamericane. D’altra parte si tratta della stessa nazionale che, trentadue anni fa, venne battuta nella sfida di apertura di Italia 90 dai Leoni indomabili del Camerun per riuscire poi a issarsi fino alla finale di Roma (persa contro la Germania per un discusso rigore trasformato da Andreas Brehme).

Contro i Sauditi la Selección di Lionel Scaloni si era presentata al peggio: reparti sfilacciati, sviluppo 4-2-4 con totale mancanza di controllo della mediana (dove il solo De Paul cercava di garantire un minimo di equilibrio), rinuncia a quel gioco posizionale sul corto che aveva caratterizzato la squadra durante tutta l’attuale gestione tecnica.

Così facendo, gli argentini sono finiti a sbattere sulla tattica del fuorigioco orchestrata da Hervé Renard, allenatore dell’Arabia Saudita. Per risolvere i problemi della sua squadra, Scaloni ha deciso di operare dei cambiamenti tattici che hanno ridisegnato la squadra a partire dalla terza sfida del girone, quella contro la Polonia (nel mezzo c’è stata la fondamentale vittoria contro il Messico).

Il tecnico argentino ha infatti ridisegnato la mediana dell’Albiceleste inserendo Enzo Fernández e Alexis Mac Allister. Una scelta che ha prodotto risultati e ha generato tre effetti: l’uscita di Leandro Paredes dall’undici titolare; l’impiego di De Paul da mezzala di possesso e raccordo; l’inserimento di un centrocampista box-to-box come Mac Allister.

Quest’ultimo, nipote e figlio d’arte (il padre giocò con Diego Maradona nello spareggio che qualificò l’Argentina ai Mondiali americani del 1994 a spese dell’Australia). Il Colo (da colorado, colorato, per la capigliatura rossa) Mac Allister, discendente di una spesso dimenticata ma importante immigrazione britannica in Argentina (fra l’altro nella squadra del 1986 giocava Jorge Brown, di origini scozzesi) ha finora contribuito alla causa con 4 opportunità create e, soprattutto, con 18 recuperi.

Il suo inserimento nella formazione titolare a partire dalla partita contro la Polonia (partita nella quale ha trovato anche il gol) ha contribuito a ridare equilibrio ad un centrocampo argentino che ora appare più bilanciato e meglio scaglionato in fase di possesso.

Nella partita con i polacchi, De Paul, Fernández e Mac Allister hanno rappresentato un valido supporto al tridente composta da Lionel Messi, Ángel Di María e Julián Álvarez. Contro l’Australia poi Mac Allister ha registrato due passaggi chiave, ricevendone a sua volta tre.

La migliore definizione del Colo l’ha data lui stesso in conferenza stampa: ‹‹sono un giocatore che non supererà mai tre o quattro avversari però mi piace attaccare gli spazi››.

Con il centrocampista in forza al Brighton di Roberto De Zerbi appaiato a De Paul e Fernández l’Argentina è riuscita alla fine a trovare il modo di sostituire Giovanni Lo Celso, elemento cardine della squadra di Scaloni infortunatosi alla vigilia del torneo iridato.

Un fatto interessante se pensiamo che Mac Allister ha trovato spazio nella lista definitiva dei 26 partiti per il Qatar solo a causa dell’infortunio del giocatore del Villareal.

Tuttavia, la soluzione con De Paul, Fernández e Mac Allister potrebbe non essere riproposta nei quarti con l’Olanda a causa dei problemi fisici dell’ex Udinese. Un problema non da poco visto che De Paul è un altro degli irrinunciabili per Scaloni, nonché uno degli elementi più importanti per questa Argentina come dimostrano i dati Opta, che lo indicano come il giocatore della Selección con il maggior numero di tocchi palla effettuati in media a partita (113.3). 

Nel caso di assenza, il tecnico argentino potrebbe scegliere fra il rientro dall’inizio di Paredes oppure la promozione a titolare di uno fra Exequiel Palacios o Guido Rodríguez.

Quale che sia la decisione di Scaloni, ma anche se dovesse recuperare De Paul, la prestazione di Mac Allister in campo rischia di essere ancora fondamentale per una squadra che affronterà una Olanda che potrebbe lasciare il possesso all’Argentina per cercare poi di colpire in transizione.

Già nel 2014, ultimo confronto mondiale fra le due squadre, la strategia di van Gaal fu questa. Per questo l’allora commissario tecnico argentino Alejandro Sabella portò in avanti in fase offensiva un numero limitato di elementi, per non lasciare troppo spazio alle ripartenze olandesi.

In questo senso Mac Allister potrebbe ancora una volta essere l’elemento ideale sia per accompagnare in avanti i riferimenti più avanzati sia per dar loro copertura a palla persa.

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