Analisi tattica

Introduzione alla Ligue 1 stagione 22/23

Questo weekend (5, 6 e 7 agosto) ricomincia la Ligue 1, il massimo campionato francese. Torneo al via con molte novità, a partire dalle retrocessioni che saranno ben quattro, a fronte di sole due promozioni dalla Ligue 2. Tutto questo per venire incontro alla richiesta dei grandi club di cambiare il format del torneo, che dall’anno prossimo passerà a 18 squadre (contro le 20 attuali).

Ma la Ligue 1 è, soprattutto, uno dei campionati top 5 d’Europa, da sempre al centro dell’interesse degli addetti ai lavori per la qualità dei suoi interpreti (giovani e generalmente ancora disponibili a prezzi accettabili) e per le storie che racconta. Per un’analisi completa della stagione si rimanda all’account twitter @Ligue1ITA e ai dibattiti realizzati finora.

In questa sede invece presentiamo alcuni dei progetti tecnici da attenzionare maggiormente. Si parte naturalmente col PSG di Galtier. Anche se è ovviamente troppo presto per dare un giudizio, la prima uscita (vittoria 4-0 contro il Nantes in Supercoppa) ha già fatto intravedere su quali basi dovrebbe poggiarsi il nuovo progetto tecnico dei parigini, vale a dire verticalità e ordine.

Per quanto riguarda il primo punto, il nuovo allenatore del Psg sembra orientato a trasferire alla squadra l’idea di utilizzare il possesso per andare a conquistare campo in avanti il prima possibile. Fondandosi su questo principio, Galtier ha presentato una struttura di base che parte dalla difesa a tre, con Verratti nella funzione di costruttore aggiunto che spesso si abbassava per andare ad aiutare l’uscita da dietro. ‹‹D’altra parte, l’allenatore francese ha spiegato come la rosa di presti molto bene ad una difesa a tre, dal momento che Hakimi e Mendes danno il meglio di sé a tutta fascia›› aggiunge Andrea Lapegna.

In verticale, più avanzato di Verratti, ha agito Vitinha. Il neoacquisto portoghese ha svolto col Nantes le funzioni di mediano avanzato, che aveva il compito di aiutare la squadra nel collegare la zona di costruzione a quella di rifinitura. In quest’ultima zona del campo hanno agito poi Messi e Neymar. In attesa dell’inserimento di Mbappé, l’idea sembra quindi quella di dotare la squadra di una base 3+4 alla quale poi aggiungere i tre tenori, disposti in base alle esigenze del momento.

Altro progetto interessante è quello avviato a Marsiglia, anche se la scelta di Igor Tudor è stata subito messa in discussione dopo le prime settimane di allenamento, tanto è vero che il presidente Pablo Longoria è dovuto immediatamente intervenire di fronte a squadra, tifosi e media (nonché proprietà) per difendere quella che è stata a tuti gli effetti una sua scelta.

Nonostante le molte partenze (Mandanda, Saliba, Boubacar Kamara…) e i tanti nuovi arrivi (Luis Suarez, Memba, Clauss ‹‹e il riscatto definitivo e importantissimo di Guendouzi›› precisa Lapegna) il mercato non è concluso (Veretout) e quindi è presto per capire con certezza che volto avrà a settembre la compagine marsigliese. Di certo, oltre alla metodologia di allenamento (con maggior attenzione all’aspetto fisico), rispetto a Jorge Sampaoli il nuovo allenatore ha introdotto anche concetti di calcio diversi, basandosi sull’ attacco alla profondità e su una ricerca esasperata dell’1c1 in non possesso.

Un cambiamento notevole rispetto a Sampaoli, col tecnico argentino che invece aveva abituato la squadra ad una maggiore fluidità. Sampaoli aveva cominciato la scorsa stagione con un approccio ultra-offensivo, schierando contemporaneamente Cengiz Ünder e Konrad De La Fuente da esterni di centrocampo. Successivamente l’allenatore aveva trovato più equilibrio, con la squadra che ha finito il campionato col quinto attacco (63 gol fatti), la terza difesa (38 reti subite) ed un differenziale xG/xGA di 16.44, ovvero il terzo migliore del torneo.

Grande attenzione anche a Lione dove Peter Bosz potrebbe non vedere una terza stagione qualora quella che va a cominciare dovesse riproporre le stesse difficoltà della scorsa, la prima per il Lione con l’olandese alla guida. L’OL ha faticato a digerire il calcio offensivo e di possesso dell’ex tecnico dell’Ajax, col risultato di costringere Bosz a rivedere alcune delle sue idee nel corso dell’annata ma senza che questo cambiamento producesse più di un ottavo posto finale, che per il Lione ha significato mancata qualificazione alle coppe europee.

L’anno passato Bosz è partito da un 4-2-3-1 come sistema base ma la squadra è andata subito in difficoltà difensivamente, tanto è vero che il Lione ha chiuso concedendo ben 51 reti. L’arrivo di Nicolás Tagliafico dovrebbe aiutare la squadra in entrambe le fasi (ai terzini viene chiesto di accompagnare l’azione offensiva) ma è necessario soprattutto che la coppia di centrali composta da Lukeba e Thiago Mendes mostri dei miglioramenti.

In fase offensiva poi, c’è stata l’anno scorso una netta differenza fra quanto creato in termini di xG (71.55) e le reti effettivamente realizzate (66). Secondo Lapegna, ‹‹un delta che il ritorno dell’enfant prodige Alexandre Lacazette dovrebbe aiutare a colmare, ma si tratta di un ritorno importante anche in termini di leadership visto che l’ex Arsenal si è già (ri)preso la fascia di capitano. Un altro innesto (o meglio ritorno) illustre risponde al nome di Corentin Tolisso, chiamato ad aiutare i talenti offensivi dell’OL ad esprimersi meglio››.

Altre piazze interessanti sa seguire saranno quelle della Costa Azzurra. Il Monaco ha aperto la sua stagione pareggiando (1-1) con il Psv Eindhoven nell’andata del terzo turno preliminare di Champions. Dal punto di vista tecnico, dopo le stagioni turbolente seguite agli anni d’oro del primo Jardim, da gennaio scorso sulla panchina monegasca siede il belga Philipp Clement, reduce dalle grandi cose fatte con il Club Bruges. Nella sfida europea contro gli olandesi il Monaco ha presentato una forma fluida, col laterale brasiliano Vanderson spesso a tutta fascia. Proprio il lavoro degli esterni bassi in fase offensiva è stata una delle chiavi del successo del Monaco di Clement dal momento del suo arrivo nel Principato.

Il posizionamento medio dei giocatori del Monaco nella sfida contro il Psv.

La squadra è tuttavia cambiata molto rispetto all’anno scorso. In avanti, l’acquisto di Breel Embolo va a rinforzare ulteriormente una batteria di offensivi che, ad oggi, può contare anche su Golovin, Volland, Ben Yeddder, Diop, Diatta, Gelson Martins e Minamino.

Proprio l’inserimento del giapponese (reduce da una non felice esperienza al Liverpool) potrebbe rivelarsi un fattore chiave per la buona riuscita dei piani tattici di Clement. Nel Monaco l’ex Salisburgo può andare a ricoprire le posizioni da no.9, esterno offensivo o no.10. Una polivalenza che però in Inghilterra si era rivelata un limite. Oltre alle difficoltà di scalzare i vari Mohamed Salah, Sadio Mane, Diogo Jota, Luis Diaz e Roberto Firmino nelle gerarchie di Jürgen Klopp, Minamino aveva infatti palesato dei problemi ad assolvere le diverse funzioni di volta in volta assegnategli dal tecnico tedesco.

A Monaco sarà quindi necessario per Clement, al di là della posizione in campo, attribuire al giapponese compiti prettamente offensivi, cercando di sfruttarne soprattutto la capacità nell’attaccare gli spazi fra le linee e oltre la difesa avversaria. Con Minamino a rafforzare un potenziale offensivo notevole, Clement potrebbe riuscire addirittura a fare meglio dello scorso anno, quando il Monaco risultò il quarto attacco della Ligue 1 con 65 reti realizzate. In fase difensiva Clement dovrebbe mantenere l’atteggiamento aggressivo avuto lo scorso anno dal suo arrivo, col Monaco che è stata la squadra con l’indice PPDA più bassa del torneo (9.98).

Qualche chilometro più a ovest, a Nizza hanno salutato con speranza il ritorno di Lucien Favre. ‹‹Il mercato è ancora incompleto, ma gli ingaggi di Kasper Schmeichel e Aaron Ramsey hanno già riempito le pagine dei giornali. In barba all’esperienza, l’acquisto più intrigante, tuttavia, è forse quello di Mattia Viti, con il classe 2022 chiamato a ritagliarsi uno spazio importante al centro della difesa rossonera. Una squadra in divenire, tra quelle che devono cambiare per sopravvivere nella serratissima lotta all’Europa›› ci dice Lapegna.

Tra chi invece deve consolidare le certezze costruite l’anno scorso, c’è senza dubbio il Rennes. Per Lapegna ‹‹squadra hype per definizione, i Bretoni hanno chiuso la scorsa stagione col secondo miglior attacco del campionato (82 centri) e una squadra giovanissima che ha attirato gli occhi dei grandi club. Il 4-3-3 d’arrembaggio è costruito per sfruttare le transizioni, corte e lunghe; davanti, Genesio vanta il belga Doku e il francese Terrier, due esterni formidabili nell’uno contro uno. In difesa, il vero colpo è l’ex Bologna Arthur Theate, una grossa perdita, in prospettiva, per la Serie A. Al di là del belga (e di Steve Mandanda dall’OM) il mercato non è stato scintillante, ma se cercate una squadra fuori dal novero delle grandi, dal gioco elettrico e con l’ambizione di un posto sul podio, l’avete trovata››.

Infine, tra le squadre da seguire, non può mancare il Lille di Paulo Fonseca. ‹‹L’ex Roma è chiamato a ridare una dimensione europea ad una squadra che l’anno scorso si era persa. Tuttavia, la società ha venduto molto più di quanto non abbia acquistato, e Fonseca, consapevole che le difficoltà economiche si tramuteranno in difficoltà tecniche sul campo, ha lanciato un monito chiedendo tempo›› conclude Lapegna.

Infine, fra le altre squadre, da seguire il Nizza (dov’è tornato Lucien Favre), il Lilla di Paulo Fonseca, il Rennes di Bruno Genesio ed il Lens di Franck Haise.

(dati soccerment)

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