Analisi tattica

Cosa ci fa Fàbregas al Como?

Uno degli acquisti più random nella storia del calciomercato italiano (paragonabile, nel passato recente, a quando il Benevento si assicurò le prestazioni di Bacary Sagna) è quello che ha portato Cesc Fàbregas a firmare con il Como.

L’ex campione del mondo con la Spagna nel 2014 è infatti stato presentato dalla società lombarda e rappresenta, inevitabilmente, non soltanto il giocatore dal miglior pedigree e dalla maggior cassa di risonanza a vestire la maglia della compagine lariana (più di Dirceu) ma anche un elemento che andrà a portare ulteriore appeal alla prossima serie B.

Come è stato possibile che il Como si sia potuto assicurare le prestazioni dello spagnolo? Per comprendere meglio questo punto è necessario riavvolgere il nastro, partendo dalle ultime stagioni in chiaroscuro di Fàbregas e legandole alle ambizioni della proprietà lariana.

Nel 2014 Fàbregas decide di lasciare il Barcellona, club nel quale è cresciuto e al quale era tornato nel 2011 dopo averlo abbandonato giovanissimo (16 anni) per andare all’Arsenal.

Una delle motivazioni principali per questo (secondo) addio è stata la mancanza di appoggio da parte della tifoseria culè la quale, forse delusa dalla prima partenza (mai perdonata) non aveva perso occasione per fischiarlo ad ogni errore. L’idea di tifosi e media era che i 40 milioni di euro sborsati da Sandro Rosell per far rientrare a casa il figliol prodigo fossero una cifra eccessiva, alla luce soprattutto delle prestazioni di Cesc nell’ultima temporada trascorsa in maglia blaugrana.

La sua presenza in campo creava anche qualche grattacapo tattico, dovendo convivere con Xavi, Iniesta e Messi. Così, non fu difficile per José Mourinho convincere lo spagnolo a tornare a Londra.

Con i Blues, Fàbregas diventa il calciatore spagnolo con più presenze nella Premier (350) e conquista due campionati (con Mou e Conte), una coppa di lega e una FA cup. L’arrivo di Sarri lo mette però in secondo piano, con il tecnico italiano che gli preferisce Jorginho, Kanté, Kovačić e anche Barkley.

Così, a 32 anni di età, Fàbregas lascia nuovamente l’Inghilterra, stavolta in direzione Principato di Monaco dove ad attenderlo c’è l’amico Thierry Henry, allenatore dei francesi.

Il Monaco nel quale arriva Fàbregas è però un club che fatica a trovare una guida tecnica stabile.

A tormentare lo spagnolo non sono soltanto questioni tecniche. Gli infortuni ne limitano molto il rendimento, tanto è vero che Fabgregas, nello scorso campionato riesce a collezionare appena 6 presenze. Non a caso il giocatore ha definito la stagione 2021/22 come la peggiore della sua vita.

Arrivati alla scadenza naturale dell’accordo ecco allora che i destini dell’ex campione del mondo e quelli del club monegasco si separano dopo tre anni e mezzo di convivenza.

Si affaccia l’offerta del Las Palmas, che consentirebbe a Cesc di tornare in Spagna. Ma il giocatore iberico decide ancora una volta di accettare la proposta di un amico, quel Denis Wise ex compagno di squadra al Chelsea e attualmente amministratore unico del Como.

Il club lariano è di una società inglese, con ceo statunitense ma con ai vertici due fratelli indonesiani: Robert e Michael Hartono. Il patrimonio degli Hertono rende il Como una delle società potenzialmente più ricche del mondo.

Il loro arrivo ha permesso al club di risalire dalla serie D alla B (ritrovata nel 2021) e di poter provare ora a puntare al ritorno in A, obiettivo della proprietà e categoria che in riva al Lario manca dal 2002-03.

Come potrà inserirsi Fàbregas nel sistema di Giacomo Gattuso, guida tecnica dei comaschi?

Nella scorsa stagione l’allenatore (nativo proprio di Como), dopo una partenza al rilento (3 pareggi e altrettante sconfitte) è riuscito a far centrare alla squadra una comoda salvezza, chiudendo il campionato al quattordicesimo posto.

Cercando di sfruttare il lavoro di attaccanti di esperienza quali Antonino La Gumina (9 reti segnate) e Alberto Cerri (10), Gattuso ha costruito una compagine fortemente reattiva, ultima per field tilt (37.47%) e build-up disruption (-5.95), che aveva nel 4-4-2 il suo sistema base.

In fase di possesso la squadra lombarda tendeva ad alzare gli esterni d’attacco, formando una prima linea a quattro elementi. L’idea era di sfondare da un lato tramite combinazioni e, in caso di lato chiuso, di cambiare velocemente il fronte offensivo.

In questo costrutto avevano un ruolo importante le fasce, non soltanto per andare eventualmente al cross ma anche per generare combinazioni offensive: il Como è risultata essere la squadra del torneo cadetto ad aver prodotto il maggior numero di third pass (37).

In fase difensiva tendevano a difendersi con un blocco medio o basso su tre linee.

L’arrivo dello spagnolo potrebbe costringere Gattuso a mutare gli scenari tattici della sua squadra. Una soluzione potrebbe essere quella di schierare l’ex Barcellona da trequartista, no.10 alle spalle di un attaccante centrale. Da questa posizione Fàbregas potrebbe innescare non soltanto i tagli in profondità di Cerri o La Gumina ma anche quelli più o meno aperti delle ali.

Nella elaborazione VideoMatch di Sics vediamo una transizione del Como di Gattuso.  A fornire il passaggio chiave quest’anno potrebbe essere Fàbregas.

Un’alternativa ventilata in queste ore è poi quella di un passaggio al 4-3-3 con Cesc da mezzala. Una posizione che lo spagnolo può certamente ricoprire e che potrebbe portare Gattuso a dover rivedere qualcosa nel proprio modello di gioco.

Difficile, anche se non impossibile, rivedere Fàbregas da falso nueve.

Detto questo, l’arrivo di Fàbregas certamente accende sulla serie cadetta nuove luci, oltre a quelle che già c’erano a causa della presenza di grandi club al via (non avete letto A2 da qualche parte?). Per Fàbregas la scelta del Como, al di là delle ambizioni dichiarate di voler riportare la piazza in serie A, è stata determinata anche dal fatto di essere coinvolto a 360° nel progetto societario, avendo acquisito azioni del club.

La prospettiva poi di poter vivere sul Lago di Como non lascia indifferenti molti. Il grande interrogativo riguarda invece le sue condizioni fisiche. ‹‹È da un paio di mesi che mi alleno da solo, ma ho firmato qui per due anni e non per una settimana o 15 giorni. Se sarò pronto tra sei giorni per la gara di Coppa Italia bene, altrimenti sarà per la prossima. Fisicamente sto bene e questo è importante›› sono state le prime dichiarazioni in proposito del giocatore.  

Lo scenario migliore vede un Fàbregas ristabilito, in grado di illuminare con le sue giocate un torneo che negli ultimi anni non ha brillato per livello tecnico e condurre la sua squadra almeno ai playoff e, magari, alla promozione nella massima serie a discapito di qualche big partita per vincere.

Lo scenario peggiore è invece quello di un Cesc che fatica ad entrare in condizione, rimediando una manciata di presenze che non servono a salvare la panchina del suo allenatore in una compagine che veleggia al di sotto delle aspettative.

Il campo dirà…

(dati soccermentSics)

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