Per completare l’analisi della stagione appena conclusa del campionato belga ho intervistato Guillaume Gautier (che ringrazio per la disponibilità), analista tattico per Sport/Foot Magazine. Ne è venuta fuori una discussione a 360° su ciò che di più interessante ha offerto la Pro League.
Nel mio report sulla Jupiler Pro League ho scritto come tre allenatori si siano segnalati sopra tutti gli altri: Alfred Schreuder, Felice Mazzù e Edward Still…qual è la tua opinione su loro tre?
Alfred Schreuder è arrivato a Bruges con un obiettivo chiaro: chiudere il gap con l’Union e vincere il terzo titolo consecutivo per il Club Bruges. Così è stato, anche se in modo inatteso. All’inizio, Schreuder ha giocato puntando molto sul possesso (più di 800 passaggi nella prima partita contro l’STVV) ma l’equilibrio della squadra è stato un problema per mettere in sicurezza le transizioni. Alla fine della stagione, il Bruges ha vinto le due partite contro l’Union ‹‹senza la palla››, con cinismo e individualità davanti e con un meraviglioso Simon Mignolet. In termini di qualità e di stile di gioco mi aspettavo di più da Schreuder, ma la sua missione è stata un successo.
Felice Mazzù è senza dubbio l’allenatore dell’anno. Si è trovato in un contesto ideale: posizione da underdog, giocatori sottovalutati con grande voglia di provare quanto fossero forti. Il gioco di transizioni dell’Union è stato veramente buono, le con corse dietro la linea avversaria di Vanzeir, quelle diagonali di Teuma, Lazare e Nielsen e l’incredibile abilità di Undav di tenere palla come target-man. L’Union si è rivelata essere una squadra molto ben preparata, con grande fiducia ed una mentalità da killer. Mazzù è stato veramente importante nel costruire tutto questo.
Edward Still è stato una bella scoperta. Il suo gioco di posizione era piuttosto unico in in Belgio e ricorda sicuramente lo stile di Ivan Leko, il suo insegnate come allenatore di alto livello. Still ha dato allo Charleroi una incredibile regolarità nel vincere contro le squadre di fondo classifica. Mi pare che abbia perso soltanto una volta contro compagini collocate fra il nono e l’ultimo posto. La difficoltà è stata quella di mantenere questo livello contro le squadre più forti. Questo è il prossimo passo da compiere per l’evoluzione della sua squadra e sua come allenatore.
Quali altri allenatori si sono segnalati?
Mi sono piaciuti altri tre tecnici, per motivi diversi: Hein Vanhaezebrouck è tornato dopo alcuni anni difficili. Con le qualità di Tissoudali, ha trovato maggior ‹‹effetto sorpresa›› nel suo stile di gioco, che a volte era stato troppo prevedibile. La sua squadra è stata impressionante dal punto di vista difensivo. Wouter Vrancken ha fatto giocare in modo spettacolare il Malines, con movimenti sicontronizzati e cambi di posizioni fra i vari Cuypers, Mrabti, Hairemans o Schoofs e con un fantastico Nikola Storm sulla fascia sinistra. La squadra è stata terribile nella fase difensiva sui calci piazzati e nell’equilibrio in non possesso, però mi sono divertito nell’osservare il Malines in fase offensiva. Dominik Thalhammer è arrivato al Cercle Bruges dopo qualche partita e ha cambiato la squadra molto velocemente. Il suo Cercle è stato il nuovo Ostenda, con un buon gegenpressing, forte nelle transizioni offensive e animato dalla velocità di Rabbi Matondo e dal piede sinistro di Dino Hotic. Lo ‹‹stile RedBull›› funziona bene nel calcio belga.
In Italia recentemente abbiamo apprezzato il lavoro di Alexander Blessin al Genoa. Cosa pensi del livello tattico della Pro League?
Il livello tattico non è eccezionale ma quello che mi interessa è la varietà degli stili di gioco presenti. Con Blessin prima e Thalhammer ora, abbiamo un nuovo giocatore in campo, il gegenpressing. È stata veramente una bella aggiunta agli altri stili: il gioco di posizione di Edward Still, le spettacolari transizioni di Mazzù, il possesso accentuato di Vrancken, etc…
La cosa buona in Belgio è che nel paese non c’è una linea id pensiero dominante, così tutti gli stili di gioco possono essere accettati ed avere successo nel campionato.
L’Anderlecht e lo Standard, due forze tradizionali nel calcio belga, hanno avuto una stagione deludente. Qual è il tuo parere in proposito e, in particolare, cosa pensi del lavoro svolto da Vincent Kompany?
Per lo Standard è stato un anno veramente complicato, con grandi dubbi sul futuro del club (alla fine venduto da Bruno Venanzi alla 777 Partners). Impossibile parlare di calcio relativamente a loro, perché i due tecnici che si sono succeduti in panchina (Mbaye Leye e Luka Elsner) non sono mai riusciti a venirne a capo.
L’Anderlecht è stato più interessante. Quando ha trovato un buon equilibrio nel suo 4-2-2-2, Kompany ha avuto una squadra contro la quale era difficile giocare per quasi tutti gli avversari, perché avevano diversi profili che potevano essere pericolosi in vari modi. Lascia spazi dietro la linea difensiva e Kouamé o Amuzu erano contenti. Lascia spazio fra le linee e Refaelov e Zirkzee facevano la differenza. Chiuditi dietro e Gomez va a creare problemi a sinistra…le problematiche sono state l’efficacia e la capacità di affrontare un blocco basso senza esporre la difesa, che a mio giudizio era veramente scarsa. Hoedt non è un buon difensore, e ha bisogno di essere il leader della retroguardia, per esempio…questa stagione è stata migliore della precedente ma con la qualità della squadra la dirigenza si aspettava di più di un terzo posto, una finale di coppa persa ed una eliminazione precoce in Europa.
La prossima stagione i biancomalva ripartiranno da Mazzù. Pensi che il nuovo tecnico avrà successo? Sarà in grado di adattare il suo gioco di contropiede ad una compagine che solitamente ha la necessità di dettare i tempi e controllare il possesso?
Sarà interessante da vedere. Sotto molti aspetti questa unione sembra strana. Lo stile di gioco e quello da allenatore di Mazzù sono molto diversi da Kompany, e sono lontani dal classico ‹‹stile Anderlecht››. Tuttavia il Mazzù dell’Union è stato diverso dal Mazzù dello Charleroi. Quindi, la sua capacità di adattamento può essere migliore di quanto ci si aspetti. Alla fine l’Anderlecht vuole un calcio spettacolare e quale squadra lo è stata quest’anno più dell’Union?
Come vengono considerati gli aspetti tattici in Belgio? Media e tifosi si interessano agli aspetti tattici del gioco?
Sempre di più, perché questa è l’evoluzione naturale in tutto il mondo del calcio, ma non credo che la tattica sia tratta appropriatamente da noi. A mio parere nei media mancano persone con competenze tattiche per poterle spiegare al pubblico. Gli student of the game non sono la norma nei media belgi. Penso che ci siano più tifosi del calcio che diventano giornalisti. In questo modo rivestono a volte un’importanza maggiore piuttosto che le analisi razionali.
Vorrei ora brevemente analizzare con te i migliori prospetti di questa stagione 2021/22 della Pro League. Quali sono stati i portieri migliori?
Simon Mignolet è stato senza dubbio il migliore durante i play-offs. L’uomo del titolo. In generale però la sua stagione intera non è stata così impressionante. Durante la maggior parte della stagione il migliore è stato Jean Butez dell’Anversa, che ha salvato molti gol e ha aiutato la sua squadra ad arrivare fra le prime quattro. Anche Anthony Moris è stato molto bravo.
I migliori difensori centrali?
Il trio del Gent è stato impressionante. Ngadeu, Okumu e Torunarigha hanno aiutato il Gent ad essere quella che per me è stata la miglior squadra del 2022 in Benlgio. Burgess dell’Union è molto intelligente, annulla tutte le supriorità numeriche avversarie con la sua comprensione del gioco. Mi sono piaciuti anche Bessilé e Knezevic, due buoni acquisti dello Charleroi.
Chi segnaleresti fra terzini e quinti di difesa?
Sergio Gomez è stato eccezionale fino a dicembre, producendo molti assist. Ha avuto più difficoltà con l’anno nuovo, ma è ancora uno die più forti della lega nella sua posizione. Clinton Mata ha avuto un’altra ottima stagione con il Bruges: devi dribblarlo tre volte perché è molto veloce e attento nel difendere. Segnalo anche Alessio Castro-Montes, estremamente versatile; Bart Nieuwkoop, che sembra pronto per giocare in una squadra di Gasperini e Gerardo Arteaga, un terzino sinistro veramente valido del Genk.
Veniamo ai centrocampi centrale ed esterni…
Ci sono molti buoni giocatori in mezzo: Hans Vanaken sicuramente, poi i ragazzi dell’Union, Teuma, Nielsen e Lazare. Adem Zorgane (Charleroi), Julien De Sart (che è rinato col Gent) Bryan Heynen del Genk, Rob Schoofs e Vinicius Souza del Malines…
Per quanto riguarda gli esterni ed i giocatori più creativi, citerei Noa Lang e Andreas Skov Olsen col Bruges, Kaoru Mitoma (Union, in prestito dal Brighton), Tarik Tissoudali, Rabbi Matondo, Denis Dragus, certamente il re degli asssist Junya Ito…ed il mio favorito, un giocatore vecchia scuola: Xavier Mercier.
Infine, gli attaccanti…ci sono potenziali top player?
Charles De Ketelaere è un elemento veramente specifico, un giocatore da half-space ma con un futuro luminoso. Joshua Zirkzee è stato tecnicamente eccezionale fra le linee per l’Anderlecht. Ma il vero uomo della stagione è stato senza dubbio Deniz Undav. Voglio vedere la sua evoluzione, se sarà in grado di mantenere questo livello eccezionale contro i difensori della Premier League. Hugo Cuypers è stato interessante nel Malines. Le sue corse e la sua comprensione del gioco hanno impressionato.
Citando un recente articolo di Jonathan Liew apparso sul Guardian ti chiedo: I giorni migliori sono ormai alle spalle della generazione d’oro del calcio belga? Il mio parere personale è che la squadra di Roberto Martinez alla fine non si sia evoluta come si pensava…in conclusione resto convinto che la squadra del 1986 rimanga la miglior nazionale belga che si sia mai vista.
Sicuramente I giorni migliori della golden generation sono terminati. Ma penso che sia stato comunque un grande momento nella storia del Belgio, senza dubbio il migliore, più che nel 1986. Fra il 2014 ed il 2021, il Belgio ha giocato quattro quarti di finale consecutivi di seguito nelle grandi manifestazioni (quale altro Paese è riuscito a fare tanto? Nessuno credo), ha battuto il Brasile ed il Portogallo, è tornato dal mondiale di Russia con uno storico terzo posto dopo una sconfitta 1-0 su un calcio d’angolo…non essere riusciti a vincere un titolo è duro per la più forte generazione della storia del calcio belga, ma anche altri paesi con maggiori risorse vogliono vincere. Durante gli anni migliori di questo gruppo il Belgio si è dovuto confrontare con l’Argentina di Messi, la Francia di Mbappé e Benzema, il Brasile di Neymar, il Portogallo di Ronaldo…sono stati avversari fantastici. È importante tenerlo presente quando si va ad analizzare i momenti vissuti da questa generazione di calciatori belgi. Molte generazioni meravigliose nella storia del calcio non hanno alla fine mai vinto un trofeo.

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