Al di là della partita Analisi tattica

Fare trenta ma non trentuno

La vittoria dell’Italia a Euro2020 è stata (anche) la sconfitta dell’Inghilterra. È banale dirlo, dato che in una finale c’è sempre chi vince e chi perde ma in questo caso questa affermazione è tanto da rimarcare quanto più è vero che gli Inglesi hanno praticamente giocato in casa il torneo (6 partite su 7 disputate a Wembley) e hanno avuto la possibilità di usufruire della spinta di 60.000 tifosi nell’atto conclusivo.

Se Mancini e il suo staff escono quindi da vincitori totali di questa edizione così particolare dei campionati continentali, fra gli sconfitti va annoverato Gareth Southgate, che ha perso la battaglia tattica col collega.

In realtà, in avvio di partita il piano gara predisposto dal 50enne originario di Watford aveva funzionato. Dopo aver alternato difesa a tre e a quattro durante tutta la sua gestione tecnica, Southgate si è presentato a questo Europeo affermando che la sua squadra avrebbe continuato a cambiare assetto in funzione dell’avversario.

Così è stato anche nella finalissima, con l’ex tecnico del Middlesbrough che ha affrontato la sfida con gli Azzurri utilizzando Kyle Walker da terzo centrale al fianco di Harry Maguire e John Stones e con Luke Shaw e Kieran Trippier sulle corsie esterne.

Davanti a Kalvin Phillips e Declan Rice agiva poi un tridente 2-1. Alla lettura delle formazioni l’idea sembrava essere quella di utilizzare Mason Mount su Jorginho. Invece era Harry Kane che si occupava del play italiano.

La marcatura di Kane su Jorginho inizialmente ostacolava l’azzurro ma lasciava libero di impostare Bonucci, nn a caso autore di 14 passaggi chiave.

Il gol del vantaggio, dopo soli due minuti di gioco, premiava le scelte iniziali di Southgate. Dal punto di vista tattico, la rete di Shaw ha origine da una uscita palla costruita da dietro che, sfruttando il lavoro di Kane in rifinitura, finiva per attaccare il 4-3-3 italiano sul lato debole e concludersi con un assist da quinto a quinto.

Nel filmato VideoMatch vediamo l’azione del gol del vantaggio inglese. Da rimarcare la giocata di Kane e il fatto che Chiellini lasci troppo scoperta la palla che Trippier servirà poi a Shaw.

Oltre a ciò, con l’Italia priva di Leonardo Spinazzola (il miglior esterno sinistro del torneo e una delle armi offensive più efficaci a disposizione di Mancini) il lato sinistro degli Azzurri (dal quale sono passate la maggior parte delle azioni offensive italiane in questa edizione degli Europei) veniva a perdere in efficacia, con Emerson Palmieri e Leonardo Insigne in difficoltà nella fase di risalita del campo.

In mezzo al campo Rice e Phillips tenevano botta contro Verratti e Barella col risultato di ingolfare la manovra azzurra.

Infine Kane, agendo da attaccante di manovra, veniva a creare scompiglio fra le linee di difesa e centrocampo dell’Italia, creando spazi per i compagni. L’Inghilterra aveva così buon gioco contro una fase offensiva avversaria piuttosto statica, che presentava evidenti difficoltà nell’attacco alla linea difensiva inglese col risultato di agevolare il non possesso della squadra di Southgate.

Tuttavia, nel secondo tempo le cose sono cambiate. Gli inserimenti di Domenico Berardi e Bryan Cristante per Ciro Immobile e Nicolo Barella rendevano la manovra italiana più fluida e produttiva. Schierando Insigne (e successivamente Bernardeschi) in posizione più centrale (da falso nueve) Mancini otteneva il doppio effetto di togliere un riferimento ai tre difensori centrali inglesi e di riportare le qualità del giocatore napoletano nel vivo del gioco.

Nel montaggio VideoMatch di Sics l’azione italiana conclusa con l’attacco alla linea di Berardi.

Nello stesso tempo Chiesa e Berardi abbassavano Trippier e Shaw mentre i cinque costruttori azzurri (3-2) guadagnavano campo in avanti e prendevano possesso dei tre corridoi centrali del campo.

L’Inghilterra nel secondo tempo si abbassa sempre di più, permettendo ai costruttori avversari di entrare nella metà campo offensiva.

La riaggressione italiana riduceva lo spazio di gioco alla metà campo inglese, annullando le ripartenze degli uomini di Southgate mentre Jorginho (95% di completi e 9 passaggi chiave alla fine per lui) e Verratti (11) assumevano il controllo del centrocampo. 

Il pareggio azzurro, su azione da calcio d’angolo, era la logica conseguenza del mutato contesto e una sorta di punizione per una squadra inglese che aveva cercato di speculare troppo sul gol di Shaw.

A quel punto, con la partita girata, Southgate cercava di alzare il baricentro della squadra inserendo Bukayo Saka al posto di Trippier e passando ad un più proattivo 4-3-3. In questo contesto il tecnico inglese assumeva la prima decisione dubbia, togliendo Rice per far spazio al più tattico Jordan Henderson. 

Ma in generale è stata la gestione dei cambi a destare perplessità, con l’inserimento tardivo di Jack Grealish. Per non parlare poi di quelli di Marcus Rashford e Jadon Sancho, entrati solo per battere i rigori.

Gli expected goals (xG) raccolti da @OptaAnalyst evidenziano come l’inizio del secondo tempo abbia rotto l’equilibrio iniziale e spezzato la (fino ad allora) fase difensiva inglese).

Alla fine i rigori hanno premiato non soltanto la squadra che li ha saputi tirare (e parare) meglio ma anche quella che più è rimasta fedele a principi di gioco adatti al materiale a disposizione. La sensazione per l’Inghilterra invece, oltre alla delusione per la grande occasione sprecata, è quella di non aver sfruttato appieno il proprio potenziale offensivo e di non aver avuto una lettura corretta della gara da parte della panchina. Una sensazione che già si era presentata durante i turni a eliminazione diretta del Mondiale 2018.

6 commenti

  1. Direi che i problemi dell’Italia da alcune partite a questa parte derivano sia da un atteggiamento troppo prudenziale, che dimostra come giuocare offensivamente nel lungo periodo è impossibile se non si è convinti per davvero di ciò che si propugna a parole, sia dall’inserimento di Verrati in luogo di Locatelli, fatto che ha privato lo schieramento di un intermo sinistro, con la conseguenza di costringere Insigne e Chiesa al ruolo di mediani avanzati.

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  2. Direi comunque che si è assistito ad una brutta gara, 2 squadre tese innanzitutto a difendere la propria meta con l’intera squadra, e a colpire in velocità con azioni gestite prevalentemente dagli avanti. In definitiva un calcio vecchio come Noè!

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  3. Bello scrivere in questo blog, dove l’autore nemmeno ti considera, forse preso a scrivere testi apologetici sul calcio di posizione e sulla difesa bassa, pessimi modelli di gioco, tanto noiosi quanto improponibili in senso assoluto, ma tant’e’, oggi va di moda riprendere in mano idee abbondantemente sorpassate e riproporle come innovative!

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