La terza uscita della Roma 2021/22, contro la Triestina di Cristian Bucchi, è stata l’occasione per vedere all’opera la nuova versione dei giallorossi targata Josè Mourinho.
Al di là del risultato positivo (0-1) quello che più interessa in questa fase di preseason è osservare i comportamenti collettivi della squadra, per cercare in qualche modo di farsi una prima idea (per quanto sommaria) di come potrebbe presentarsi in contesti ufficiali una squadra che comunque si modificherà col rientro dei nazionali e con le prossime settimane di mercato.
A questo proposito, la formazione presentata in campo dallo Special One ha fatto vedere cose interessanti in entrambe le fasi di gioco.
La Roma si è schierata con un 4-2-3-1 come sistema base che ha visto scendere in campo, nel primo tempo, una linea difensiva composta da Reynolds, Ibanez, Kumbulla e Tripi davanti al portiere Fuzato, con Bove e Villar interni di centrocampo e con Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan a ridosso di Dzeko.
Dal punto di vista tattico i giallorossi hanno sviluppato con un 3-2-4-1 con Reybolds che si alzava a prendere ampiezza a destra liberando così Zaniolo, che andava a riempire la zona centrale di rifinitura affiancandosi a Pellegrini.

Oltre alla costruzione iniziale 3-2, di particolare interesse risultava essere il quadrato di centrocampo che veniva a formarsi grazie alla sopracitata coppia di trequartisti e ai due mediani Bove e Villar. Questo tipo di costrutto è in qualche modo una riproposizione di quanto venne mostrato nella zona mediana della Fiorentina 2015/16 sotto Paulo Sousa.

A livello di fase offensiva la compagine capitolina ha cercato di attaccare posizionalmente, con i giocatori attenti ad occupare al meglio le rispettive posizioni di campo in funzione della volontà di fissare e consolidare il possesso nella metà campo avversaria. In generale la Roma ha cercato di sfondare sul lato forte per poi, con linee di passaggio chiuse, spostare palla velocemente su quello debole.
Quando poi se ne presentava la possibilità la squadra non aveva problemi a cercare di attaccare alle spalle la linea difensiva alabardata.
Per quanto riguarda invece la fase di non possesso sono stati essenzialmente tre gli aspetti che maggiormente sono risaltati al Nereo Rocco:
● riaggressione
● pressione esterna
● difesa posizionale centrale.
In pratica la Roma, a palla persa, ha cercato immediatamente la riconquista della stessa, adoperandosi specialmente con i giocatori più prossimi alla zona di perdita.
Quando questa prima linea di pressione veniva saltata la squadra tendeva ad attestarsi su una linea di campo più arretrata tramite un blocco medio 4-4-2. La linea arretrata restava alta cercando così di evitare la creazione di sotto blocchi difensivi con spazi che la squadra di Bucchi avrebbe potuto sfruttare. Quando poi la palla veniva mossa esternamente ecco che iniziava la pressione da parte giallorossa.
Vedremo nel prosieguo del precampionato se queste linee guida verranno mantenute e come Mourinho eventualmente inserirà i giocatori che arriveranno in questa sessione di mercato.