Analisi tattica

La battaglia per il possesso

L’ultimo ostacolo fra l’Italia è la finale di Euro 2020 si chiama Spagna. La Selección era arrivata a questo torneo fra mille polemiche (a causa delle convocazioni di Luis Enrique) e ha iniziato il suo cammino europeo proseguendo su questa strada. A finire nel mirino della critica, ancora una volta, l’ex tecnico della Roma, le cui decisioni (dalla scelta di insistere su Morata a quella di impiegare Gerard Moreno e Marcos Llorente fuori posizione) hanno fatto storcere il naso ai più.

Eppure, nonostante una partenza a singhiozzo (due pareggi nelle prime due uscite con Svezia e Polonia) la formazione iberica si è rimessa in carreggiata passeggiando con la Slovacchia ed eliminando poi agli ottavi la Croazia vice-campione del mondo.

Qualche patema è tornato a ripresentarsi contro la Svizzera, regolata solo dopo i calci di rigore e grazie alla prestazione del portiere titolare Unai Simón (anch’egli frutto di una scelta del tecnico molto contestata in patria), passato nel giro di pochi giorni dalle critiche per l’errore compiuto contro la Croazia agli elogi per i tiri dagli undici metri neutralizzati nella sfida dei quarti.

Una Spagna quindi che è stata sulle montagne russe fino a questo momento, come ammesso dallo stesso tecnico asturiano (‹‹sono passati 33 giorni ed è accaduto di tutto e intendo proprio di tutto››) ma che ha mantenuto costanti alcuni aspetti peculiari: la volontà di controllare il gioco tramite il possesso e la capacità di creare occasioni da gol.

Per quanto riguarda il primo aspetto, col 67.5% di media gli Spagnoli risultano essere la prima squadra del campionato europeo in termini di possesso palla. La Spagna ha registrato anche 147 sequenze offensive con dieci o più passaggi, dato che la pone davanti a Inghilterra (98) Belgio e Italia (entrambe con 84) in questa classifica.

Dal punto di vista offensivo la squadra di Luis Enrique ha generato finora 14.33 non penalty expected goals (NPxG) fuori da una media di 19.8 tiri a partita (seconda solo all’Italia con 20.2).  I gol segnati sono stati però 12 (-2.33 rispetto a quelli attesi).

A venire meno è stato soprattutto il contributo degli attaccanti con Álvaro Morata che ha segnato fin qui 2 gol (3.16 NPxG) e con Gerard Moreno ancora a quota zero (2.48 NPxG).

Dal punto di vista tattico la Spagna che ha eliminato Croazia e Svizzera ha presentato delle costanti di gioco ormai classiche per la compagine iberica. Partendo da un 4-3-3 come sistema base le Furie Rosse cercano di risalire il campo da dietro, andando a sfruttare una costruzione prevalentemente 4-3.

Le costanti nella costruzione spagnola contro Croazia e Svizzera nel filmato VideoMatch. Da notare la superiorità numerica iberica. 

L’idea è quella di avere superiorità numerica contro la prima pressione avversaria per utilizzare poi l’uomo libero per far arrivare la palla in zone più avanzate di campo. Da qui in poi comincia la fase di attacco alla linea che tende a privilegiare l’utilizzo delle catene laterali.

Nel montaggio VideoMatch di Sics osserviamo l’utilizzo delle combinazioni in catena laterale della Spagna in situazioni di attacco alla linea avversaria.

Queste strutture esterne del 4-3-3 spagnolo sono estremamente fluide, con i giocatori che si ruotano e scambiano di posizione in funzione dello sviluppo della manovra. Detto questo, in prevalenza sono gli esterni bassi a garantire l’ampiezza.

La pass map spagnola contro la Svizzera nella ricostruzione @elpais_deportes.

Proprio la scelta dei terzini titolari potrebbe rappresentare un elemento chiave della battaglia tattica con l’Italia. A sinistra infatti Alba garantisce qualità nella spinta ma potrebbe patire difensivamente le accelerazioni di Federico Chiesa o i tagli di Domenico Berardi. Di contro, l’assenza forzata di Leonardo Spinazzola toglie agli Azzurri il miglior laterale sinistro della competizione, lasciando Mancini con l’alternativa Emerson Palmieri, monopiede mancino che non garantisce i tagli a entrare dentro al campo del romanista e che potrebbe soffrire la spinta di Azpilicueta o di un Marcos Llorente che Luis Enrique potrebbe riproporre da terzino offensivo per provare a mettere in difficoltà il 26enne di San Paolo.

Proprio la composizione della linea arretrata spagnola rappresenta il dubbio più interessante della vigilia. Aymeric Laporte e Unai Simón sono gli unici ad essere partiti titolari in tutte e cinque le partite disputate fino a questo momento. Gli esterni si sono alternati: a destra Llorente è partito contro Svezia e Polonia per essere poi sostituito da Azpilicueta nelle successive partite con Slovacchia, Croazia e Svizzera.

Sul fianco opposto il titolare è stato Alba anche se con la Croazia Luis Enrique ha optato per José Luis Gayà.

Al centro della difesa, a fianco di Laporte si sono visti Pau Torres e Eric García. La coppia formata da Laporte e Torres sfida la consolidata idea per la quale non sia possibile schierare in mezzo alla retroguardia due centrali mancini (come sono sia che il difensore del Manchester City che quello del Villarreal). In queste situazioni Luis Enrique ha schierato Laporte centrale di destra e Torres di sinistra mentre con Eric García in campo è stato il calciatore del Barcellona ad agire sul centro-destra.

Con García tocca a Laporte restare sul centro-sinistra come si vede nel network prodotto da @elpais_deportes e relativo alla sfida con la Croazia.

In mediana, a confrontarsi con Jorginho, Verratti e Barella saranno Sergio Busquets, Koke e Pedri. In questa zona potrebbe decidersi la partita dato che entrambe le squadre amano dettare il contesto tattico tramite il possesso. Come dichiarato da Azpilicueta, il DNA spagnolo è sempre lo stesso: ‹‹controllare il gioco, combinare, portare il peso di fare partita››.

Sarà quindi interessante vedere chi gestirà più a lungo il pallone, tenuto conto che la Spagna non sembra costruita per gestire al meglio lunghe fasi di difesa posizionale.

Il grafico di @OptaAnalyst prima dei quarti di finale.

In attacco vedremo quale sarà il tridente che Luis Enrique sceglierà. Finora, fermo restando Morata da no.9, sugli esterni si sono alternati Pablo Sarabia, Ferran Torres, Dani Olmo e anche Gerard Moreno.

Ad oggi la Spagna ha chiesto grande lavoro ai propri attaccanti in non possesso, come dimostra il dato PPDA (8.3) che colloca gli iberici al primo posto in termini di pressione avanzata.

L’Italia però gestisce bene il pallone in costruzione e, superata la prima pressione avversaria, diventa pericolosa in campo aperto. Per questo motivo non è da escludere che stavolta Luis Enrique proponga un blocco medio, con un approccio più prudente.

Di certo questa semifinale (così come quella fra Inghilterra e Danimarca) propone la sfida fra due squadre costruite come un club e che hanno plasmato le rispettive rose intorno a principi di gioco ben riconoscibili.

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