L’Inter pareggia in Ucraina (0-0) contro lo Shakhtar (sorprendente capolista del girone B dopo le prime due giornate) complicando un po’ la propria strada in Champions. Nello stesso giorno, l’Atalanta riesce a rimontare un doppio svantaggio contro l’Ajax (2-2 il risultato finale), dimostrando così di essersi messa alle spalle le débâcle con Napoli e Samp.
Entrambe queste sfide con protagoniste le italiane hanno evidenziato temi tattici interessanti. Fra questi ne abbiamo scelti tre.
1. Il palleggio dell’Inter
Nonostante le dichiarazioni post-gara di Antonio Conte, l’Inter ha dato l’idea di aver perso una buona occasione contro un avversario che ha pensato essenzialmente a difendere basso per poi provare a risalire il campo sfruttando veloci transizioni, per lo più affidate ai agli esterni offensivi. Contro questo atteggiamento, i nerazzurri hanno impostato una partita piatta, con una circolazione essenzialmente a U, che ha finito per agevolare il lavoro difensivo degli uomini di Luís Castro.

A destare particolare attenzione è stato il tentativo della squadra ucraina di mantenere comunque alta la linea arretrata, specialmente nel primo tempo. I quattro difensori arancioneri hanno infatti giocato su letture di reparto che andavano al di là della semplice palla scoperta o coperta. Infatti la linea difensiva degli ucraini è rimasta alta anche con palla giocabile da parte del portatore interista, cercando di scappare nei tempi giusti solo nei momenti in cui i nerazzurri si apprestavano a calciare in verticale.

Questo atteggiamento aveva lo scopo di negare la profondità a Lukaku, Lautaro Martínez e ai centrocampisti a rimorchio. Pur sottolineando alcune lacune nell’applicazione di questa strategia (non sempre la linea è stata efficace nei tempi di scappata) questo tipo di approccio ha comunque evidenziato un modo diverso di gestire la fase difensiva, che ha prodotto qualche risultato nei primi quarantacinque minuti.

2. Gioco fuori per giocare dentro.
Aiutato dai ripiegamenti di Tetê e Manor Solomon, lo Shakhtar ha creato densità centrale, negando all’Inter la zona di rifinitura. Così facendo ha costretto la squadra di Conte ad agire per vie esterne, soprattutto a destra (dove gravitava Hakimi) e a cercare palle laterali per provare a sfondare.
In questo senso, in particolare nella ripresa (con i padroni di casa che avevano ulteriormente abbassato il proprio baricentro), la sensazione è che Conte non abbia gestito al meglio le sostituzioni, continuando a tenere tre difensori in zona di costruzione invece di aggiungere ulteriori invasori.
3. Marcatura totale.
Per quanto riguarda invece la sfida del Gewiss Stadium, come prevedibile la partita si è risolta nella creazione di duelli 1c1 in ogni zona, essendo questa la modalità difensiva tanto dei nerazzurri bergamaschi quanto dei Lancieri.
La capacità di piegare a proprio vantaggio queste situazioni (anche sfruttando gli errori altrui) ha contribuito a determinare situazioni favorevoli ad entrambe le squadre, anche se l’Ajax alla fine ha creato di più.

Detto questo, nel filmato qui sotto (montato con VideoMatch di Sics) mostriamo alcune situazioni nelle quali la squadra di ten Hag non ha letto bene il 2c2 difensivo.
Nel primo caso il giocatore evidenziato lascia il proprio uomo (il braccetto Djimsiti in avanzamento) non rispettando il principio marco/marco sul quale si basa come detto la fase difensiva degli olandesi. La seconda situazione presa in esame è quella relativa al gol del definitivo pareggio atalantino, segnato da Zapata. In questo caso è Blind (attratto dal portatore di palla Mario Pašalić) ad accorciare troppo verso il compagno di reparto, col risultato di favorire il movimento fuori linea dell’attaccante colombiano. Infine, nel terzo episodio vediamo Davy Klaassen e Dušan Tadić che si fanno attrarre dalla palla. Il primo abbandona Sean Klaiber ad un 1c2 nei confronti di Gómez e Gosens mentre il no.10 serbo finisce per perdersi l’inserimento centrale di Remo Freuler, che poi andrà alla conclusione.