La travolgente vittoria (7-0) del Manchester City sul Lipsia è stata caratterizzata dall’ennesima prova realizzativa di Erling Haaland. Il ventiduenne norvegese ha infatti timbrato il cartellino ben cinque volte all’Etihad Stadium, arrivando ad un record stagionale di 39 realizzazioni in maglia City e portando il bottino personale di gol segnati in Champions League alla ragguardevole cifra di 33 in 25 presenze.
In pratica stiamo parlando di un Robocop anche se il giocatore, con molta umiltà, ha dichiarato nel post-gara di avere ancora margini di miglioramento.
Se si esclude un calcio di rigore, le altre quattro marcature registrate dal giocatore dei Citizens hanno reso perfettamente l’idea delle qualità da uomo d’area (e non solo) di Haaland.
La sua seconda marcatura è venuta dopo aver forzato con una pressione individuale il portiere dei tedeschi (Janis Blaswich) ad effettuare un rinvio affrettato sul quale si è prontamente buttato Manuel Akanji reindirizzando la palla verso il norvegese, che l’appoggiava su Kevin De Bruyne. Il belga finiva l’azione con un tiro sul qui rimbalzo arrivava prontamente Haaland, che aveva seguito tutta l’azione senza interromperla dopo la prima pressione.

Questa rete è stata figlia della pressione alta esercitata dagli uomini di Pep Guardiola. Il primo pressing del City ha costantemente messo in difficoltà i tentativi di costruzione della squadra di Marco Rose, con la conseguenza di generare una sorta di attacco continuo che non ha permesso ai tedeschi di rifiatare.
Con Haaland e De Bruyne che si occupavano di schermare le linee di passaggio verso i due mediani Amadou Haidara e Kevin Kampl, il grosso del lavoro veniva svolto da Jack Grealish e Bernardo Silva.
L’inglese e il portoghese infatti erano pronti ad aggredire i centrali Willi Orban e Joško Gvardiol, ponendosi sulle traiettorie fra questi ultimi due ed i terzini Benjamin Henrichs e David Raum.
Il risultato è stato quello di forzare il Lipsia a molti passaggi sbagliati e a perdere tanti palloni nella propria metà campo.
Quando poi il City era in possesso della palla (68%) Haaland offriva ai suoi la possibilità di andare subito in verticale o direttamente su di lui o liberando spazi per i compagni.
A inizio stagione e anche in corso d’opera si è spesso discusso di quanto efficacemente Haaland potesse inerirsi in una macchina come quella del City, costruita da Guardiola per dettare il contesto tattico attraverso il controllo della palla e dello spazio.
Diversi articoli hanno segnalato come il no.9 del City abbia finito per diminuire questo controllo ricercato dal tecnico catalano. Si è spesso sottolineata la poca associatività del norvegese e la difficoltà dei compagni di squadra di leggerne adeguatamente i movimenti ad attaccare la profondità.
Sono tutti aspetti presenti nel matrimonio fra Haaland ed il City. Ma quando Guardiola ha acquistato l’ex Dortmund sapeva a cosa andava incontro. Per Pep si trattava di trovare un compromesso fra la sua idea di calcio e quello che può dare in più Haaland (ed è molto).
Il modello di gioco del City è stato reimpostato da Guardiola per venire incontro a quello che il suo attaccante toglie e a quello che aggiunge. L’obiettivo è chiaramente la vittoria in Champions. Finora Guardiola col City ci è soltanto andato vicino, con una finale ed una semifinale nelle ultime due stagioni.
Haaland non è arrivato per inserirsi in una squadra di possesso o per adattarsi ad un calcio meno frenetico e più ragionato. Haaland è a Manchester per segnare e, magari, risolvere situazioni complicate solo servendolo dentro gli ultimi sedici metri. Le altre tre reti arrivati contro il Lipsia, tutte seguite ad azioni da calcio d’angolo, danno ulteriore conferma del fatto di come il norvegese si trovi a proprio agio (come uno squalo in acqua) nell’area avversaria.
Haaland aggiunge al City una nuova dimensione: quella di un no.9 in grado di determinare vicino alla porta avversaria. Il City ora non ha più bisogno di costruire a lungo per crearsi una occasione da gol. Basta mettere palloni a disposizione del proprio centravanti in zona di finalizzazione.
Certo il Lipsia non rappresentava un test attendibile. Bisognerà attendere almeno il sorteggio per i quarti di finale per verificare la bontà della trasformazione messa in atto da Guardiola. Dicerto il suo calcio, pur rimanendo posizionale, si è evoluto nel passaggio al Bayern Monaco fino a questa nuova versione del Manchester City. Una squadra ora meno controllante, ma più completa.

Sostieni La Gabbia
La Gabbia è un progetto senza editori alle spalle. Nonostante ciò continua la sua opera divulgativa offrendo contenuti gratuiti per tutti. Se vuoi sostenerne l’impegno e aiutare a sopportare i costi di mantenimento del sito, puoi farlo tramite PayPal.
2,00 €