Editoriale

Cosa ha detto Antonio Conte?

In una accesa conferenza stampa post partita, seguita al pareggio ottenuto in rimonta da un Southampton che si trovava in situazione di doppio svantaggio ad un quarto d’ora dal termine della partita, Antonio Conte ha di fatto lanciato sotto l’autobus i suoi giocatori.

La conferenza è durata dieci minuti, ma Conte ha risposto soltanto a due domande. Per la maggior parte del tempo il tecnico italiano ha fatto un’analisi che è andata al di là della partita in questione e che ha toccato il clima e la cultura che esiste nel Tottenham.

Una conferenza che entra di diritto nel novero di quelle che saranno ricordate negli anni, come già in passato accaduto ad altri allenatori (fra i quali i nostri Giovanni Trapattoni e Gennaro Gattuso).

Non è la prima volta che Conte sbotta in conferenza stampa. Stavolta però nel mirino dell’allenatore leccese sono entrati i giocatori ed il club. A partire dal proprietario Daniel Levy, al quale Conte ha fatto indirettamente riferimento quando ha detto che in vent’anno sotto la sua presidenza il Tottenham ha cambiato molti allenatori ma non ha vinto nulla.

Conte ha parlato in modo emotivo, come è solito fare e c’è quindi da ritenere che quello che ha dichiarato corrisponda al suo sentimento attuale. Criticando la società londinese e i suoi giocatori Conte ha voluto difendere il proprio lavoro.

Non è stata una stagione facile per l’ex allenatore di Juventus e Inter. Nel giro di pochissimo tempo il tecnico ha avuto a che fare con la perdita di tre amici (Gian Piero VentroneSinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli) e già in passato ha manifestato il desiderio di riavvicinarsi alla famiglia, rimasta in Italia.

A questo si aggiungano i problemi di salute che lo hanno costretto a subire un intervento chirurgico.

Che le strade di Conte e degli Spurs siano destinate a separarsi è ormai certo. Quel che diventa meno evidente è se questa separazione avverrà consensualmente a fine stagione, come inizialmente previsto nei piani di club e allenatore, o se invece ci sarà una accelerazione che poterà ad un allontanamento precoce, forse in questa sosta internazionale. Il Tottenham ha ancora dieci partite da giocare in questo campionato. 

Gli Spurs sono un club disfunzionale. La squadra ha avuto pace e stabilità tecnica soltanto sotto Mauricio Pochettino. Prima e dopo c’è stato un continuo avvicendarsi di allenatori che non ha portato a risultati.

Con Conte gli Spurs speravano di aver imboccato la strada giusta, ma così non è stato. Fra l’altro è la prima volta che una squadra di Conte fa peggio al secondo anno sotto la sua guida. I risultati di questo anno non sono stati in linea con quella crescita attesa: il Tottenham è stato eliminato in Champions da un Milan non irresistibile ed è fuori dalla FA Cup.

In campionato c’è ancora la possibilità di arrivare al quarto posto e questo in parte salverebbe la stagione. Tuttavia non diminuirebbe le perplessità che da più parti si sono sollevate sul tecnico salentino.

A Conte si imputa infatti di non essere il tecnico ideale per progetti a medio e lungo termine. Ad un certo punto, dove è stato, ha quasi sempre rotto con l’ambiente (società, stampa o calciatori, come nel caso del Tottenham).

In più, il suo gioco estremamente organizzato porta a risultati immediati a breve termine, ma diventa di facile lettura per gli avversari a lungo andare. I limiti di questo approccio poco fluido e molto schematico si sono visti in Europa.

Conte resta un ottimo allenatore ed un tecnico vincente. E troverà sicuramente un’altra piazza dalla quale ripartire. La questione è se potrà entrare maggiormente in sintonia con un club ed un ambiente e se, di conseguenza, si potrà puntare su di lui per progetti che vadano oltre le due o tre annate.

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