Editoriale

Come è andata la prima di Luis Enrique su Twitch?

Mentre da più parti ci si chiede che fine faranno i social, dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk (e l’inizio della fuga di alcuni dei dipendenti sopravvissuti alla prima ondata di licenziamenti del tycoon americano, intenzionato a rivoluzionare l’uccellino), ecco che su un’altra piattaforma di condivisione online ha fatto il suo esordio niente di meno che il commissario tecnico di una delle nazionali impegnate nei discussi mondiali del Qatar, vale dire Luis Enrique.

L’allenatore della Spagna ha infatti inaugurato le trasmissioni sul suo canale Twitch, che faranno compagnia a media e tifosi spagnoli (e non solo) lungo tutto l’arco della competizione.

Come ha affrontato la diretta il tecnico asturiano? Dopo essersi dichiarato nuovo dell’ambiente, Luis Enrique ha gestito la situazione con una certa disinvoltura, utilizzando il nuovo mezzo di comunicazione non per fare un monologo, ma realmente per entrare in contatto con gli ascoltatori (più di 150.000), gestendo bene le domande della chat (‹‹comincio la mia prima sessione come streamer, di sicuro non sarà l’ultima. Voglio conoscere le vostre preoccupazioni››).

Per cominciare, l’ex allenatore della Roma ha confermato che quello appena trascorso è stato il peggior giorno dall’inizio del raduno della Spagna, perché ha dovuto comunicarea ‹‹José Gayà che doveva abbandonare il ritiro›.Al posto del valenciano, Enrique ha confermato la convocazione di Alejandro Balde.

A parte questa comunicazione (comunque già di dominio pubblico) la live è proseguita seguendo un perfetto mix fra intrattenimento e questioni tecniche.

Per quanto riguarda il primo punto, Enrique ha ricordato di quando in nazionale si trovava a dover affrontare i Tedeschi (‹‹Ai miei tempi ci chiamavano la furia spagnola e quando li vedevi dicevi: dove andiamo?››) o di come si sarebbe convocato in questa nazionale, ma non per le sue qualità tecniche (‹‹oggi non giocherei con la Selección, però dato che faccio spogliatoio mi convocherei››) o, ancora, del fatto che non avrebbe problemi a farsi un piercing in caso di vittoria finale delle Furie Rosse.

Ma le risposte più interessanti sono state quelle tecniche, per certi versi sorprendentemente. Se infatti è già anomala la modalità di comunicazione scelta, ancora di più è il fatto che un allenatore parli di questioni di campo in pubblico e con sconosciuti.

Eppure anche su questo versante Luis Enrique non si è risparmiato. A partire dal definire la sua griglia delle favorite per il mondiale: ‹‹Francia, che l’attuale campione; Germania perché non esiste nessuno al mondo che possa dire che la Germania non è favorita; Spagna, Inghilterra, Olanda, Belgioneanch’io sono stato molto originale››.

Aggiungendo poi che, qualora non dovesse vincere la Spagna, il suo tifo andrebbe per l’Argentina: ‹‹Si non vince la Spagna, mi piacerebbe che vincesse l’Argentina. Perché?  Perché c’è un giocatore del livello di Leo Messi..››

Interessante anche l’opinione sul miglior giocatore della storia della nazionale spagnola: ‹‹vado con Villa, per il numero di gol che ha segnato, ma ce ne sono tanti: Kubala, Raúl, Butragueño, Quini…››.

Tuttavia, al di là di una descrizione della Costa Rica (con gaffe sulla collocazione geografica), la parte più intrigante della diretta è arrivata quando l’allenatore della Selección ha parlato della questione inerente il falso nueve.

A tal proposito Luis Enrique ha ribadito come, indipendentemente da chi giocherà come riferimento più avanzato, che sia un no.9 classico o meno, i compiti tattici da eseguire non vadano a cambiare.

Si tratta sempre di occupare la zona fra i due difensori centrali, alle spalle del centrocampo avversario. Chiaro che, al mutare delle caratteristiche del giocatore in questione, cambierà la tipologia dei passaggi con il quale innescarlo.

In conclusione, la prima diretta Twitch di Luis Enrique può considerarsi un successo. Sarebbe interessante se questo esperimento venisse ripreso da altri allenatori, magari anche a livello di club. Si tratta di un metodo di comunicazione innovativo, che non prevede filtri (giornalisti o addetti stampa) fra il pubblico e l’interlocutore, se non appunto la volontà di quest’ultimo di rispondere a questa o quella domanda. Insomma, come uno streamer normale.

Alcuni già paragonano questo interfacciarsi al pubblico a quanto fa da tempo la Bobo Tv. In realtà è un metodo profondamente diverso. Da un lato infatti ci sono quattro ospiti fissi che dialogano fra loro su temi caldi della stagione, ma sempre da essi selezionati. Dall’altro invece troviamo uno dei protagonisti in campo che, direttamente, interloquisce con gli ascoltatori.

In questo senso, se le domande tecniche dovessero aumentare, questi dialoghi diventerebbero molto più interessanti di tante conferenze stampa, troppe volte scontate fra domande e risposte.

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