Team report

Mini guida ai Mondiali 2022: l’Uruguay

Non fra le favorite, ma sicuramente considerabile una big, l’Uruguay si presenza in Qatar con una squadra che, per certi versi, sembra provenire dai Mondiali 2010 o 2014. Scherzi a parte, la rosa a disposizione di Diego Alonso è formata da una ridda di veterani (Diego Godín, Luis Suárez, Edinson Cavani, Fernando Muslera e Martin Caceres) che hanno una certa età ed una grande carriera dietro le spalle.

Nonostante ciò, il commissario tecnico si è affidato ancora una volta ai leader delle squadre di Óscar Tabárez, el maestro del calcio uruguaiano che Alonso è stato chiamato a sostituire nel dicembre 2021.

Dal punto di vista tattico Alonso ha provato diversi vestiti, con il 4-4-2 che sembra quello più adatto per questo Uruguay (anche se Tim Vickery ritiene più consona una difesa a tre).

All’interno di questa struttura, davanti a Muslera la coppia centrale titolare dovrebbe essere formata da Godín e José María Giménez, con Ronald Araújo o Guillermo Varela a destra e con uno fra Mathías Oliviera e Matías Viña sulla fascia opposta.

A centrocampo si comincia già a vedere un alto livello in termini di qualità. In questa zona di campo la Celeste infatti può contare sul talento di Federico Valverde, tuttocampista del Real Madrid che in nazionale può assolvere molte funzioni in base al contesto tattico richiesto.

Attorno a Valverde ruotano tutti gli altri, a partire da Rodrigo Bentancur. Inespresso alla Juventus, Bentancur è diventato invece un punto di forza del Tottenham di Antonio Conte, sotto la cui guida ha affinato le caratteristiche da incontrista giocando come mediano in un centrocampo a due.

In Valverde e Bentancur l’Uruguay presenta una delle coppie di centrocampo meglio assortite dell’intera competizione. Detto questo, con il giocatore del Real che può essere posizionato esternamente, in mezzo al traffico potrebbe essere un no.8 come Matías Vecino ad affiancare Bentancur.

In fase offensiva, l’obiettivo numero uno è quello di armare la coppia di attaccanti composta da Suárez e David Núñez, con Cavani pronto a subentrare.

Nonostante il 4-4-2 venga a volte interpretato da alcune compagini in maniera piatta, l’Uruguay lo applica in modo fluido, con una buona circolazione della palla in fase di costruzione e con Suárez che spesso si abbassa in zona di rifinitura per cucire il gioco sulla trequarti d’attacco. L’ampiezza viene presa dai terzini in avanzamento.

Nella clip prodotta con Presenter di Sics vediamo una veloce transizione offensiva dell’Uruguay.

In fase difensiva l’azione di pressing dipende dalla partita e dell’avversario, con l’Uruguay che può difender in avanti così come privilegiare un lavoro sulle linee di passaggio.

In definitiva, il cammino della Celeste in questo mondiale dipenderà molto probabilmente dallo stato di forma dei suoi vecchietti terribili. Se il clima dovesse favorire squadre dai ritmi più compassati, l’Uruguay avrebbe la possibilità di far valere la grande qualità di cui dispone. Di certo, dovrà prestare attenzione alle transizioni difensive, che potrebbero mettere in difficoltà la sua linea arretrata.

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