Team report

Mini guida ai Mondiali 2022: il Portogallo

Il Portogallo che si presenta ai nastri di partenza del Mondiale 2022 vanta probabilmente la miglior generazione di talenti a disposizione della nazionale iberica dai tempi della fallimentare campagna 2002.

I lusitani sono forti in ogni reparto, a cominciare da quello offensivo. Ma hanno anche una buona batteria di portieri ed una selezione di terzini (guidata da João Cancelo) con pochi eguali al mondo.

Qualche dubbio esiste fra i centrali di difesa, dove Pepe e Rúben Dias non formano una coppia sempre efficace in fase di costruzione. Tuttavia, il vero dilemma della Seleção portuguesa riguarda la conduzione tecnica. Infatti, nonostante la vittoria agli Europei 2016 la guida di Fernando Santos è da sempre nel mirino della critica, sia per la gestione dei cambi a partita in corso sia, soprattutto, per un atteggiamento eccessivamente prudente che ha spesso castrato il potenziale offensivo della squadra.

In questo senso, il Portogallo assume solitamente un atteggiamento passivo in non possesso, difendendo con un blocco medio 4-1-4-1 con Rúben Neves o William Carvalho davanti alla difesa con la funzione di coprire il reparto arretrato e impedire alla squadra di allungarsi mentre i riferimenti offensivi si muovono sul fronte d’attacco.

Venendo alla fase offensiva, tutto ovviamente ruota intorno a Cristiano Ronaldo, reduce da un inizio di stagione da dimenticare con il Manchester United. Molte delle fortune del Portogallo in Qatar dipenderanno dallo stato di forma della loro stella, che continuerà come sempre a dettare il contesto tattico della squadra sia con che senza palla.

In generale, i portoghesi usano il palleggio per arrivare velocemente sulla trequarti offensiva, dove poi cercano di sfruttare tutto il talento di cui dispongono.

In fase difensiva Ronaldo fungerà da punto di appoggio per rilanciare il contropiede mentre in possesso è verosimile attendersi un suo usuale spostamento sulla zona di centro-sinistra del fronte offensivo, con i compagni che dovranno adattarsi ai suoi movimenti.

Con Bruno Fernandes, João Mario e João Félix che possono agire da no.10, resta da vedere chi completerà i reparti di centrocampo e attacco. Una opzione potrebbe essere Vitinha, che si sta disimpegnando bene nella mediana del Psg.

A sinistra doveva partire Diogo Jota, ma un infortunio lo terrà fuori dalla competizione. Questo potrebbe aprire le porte a Rafael Leão. Il giocatore del Milan, devastante in situazione di 1c1, potrebbe rivelarsi un grimaldello essenziale per aprire quelle difese che dovessero affrontare il Portogallo con un blocco basso, oltre a rappresentare una minaccia nelle transizioni.

A destra dovrebbe muoversi Bernardo Silva. Il calciatore del City, giocando a piede invertito, può venire dentro il campo per sovraccaricare il mezzo spazio destro così come abbassarsi per aiutare i centrocampisti a settare il possesso della squadra. Come fa nel club, Silva sfrutta le sue qualità associative per creare linee di passaggio nella sua zona di campo.

Le rotazioni sul lato destro fra Silva, Bruno Fernandes e Cancelo costituiscono uno dei modi attraverso cui il Portogallo cerca di sfondare in quella zona di campo, mentre il gioco è più lineare dalla parte dove opera Ronaldo.

Come si vede, i lusitani cercano di orchestrare una sorta di caos organizzato nella trequarti d’attacco, con Rúben Neves a gestire il cambio gioco da un lato all’altro del campo.

Alla fine, il Portogallo ha il talento necessario per puntare in alto in questo mondiale. Resta da vedere se dalla panchina arriveranno le indicazioni giuste per far fruttare tutto questo potenziale.

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