Al di là della partita Analisi tattica Match report

La riscossa nerazzurra

‹‹Siamo stati meglio delBayern oggi. Noi abbiamo perdonato e loro non lo hanno fatto. Questo è quello che è successo…domini, crei occasioni, perdoni e lo paghi››.

Con queste parole, rilasciate a Movistar+, Xavi ha spiegato il risultato della sfida di San Siro che ha visto il suo Barcellona soccombere di fronte all’Inter di Simone Inzaghi.

Il piano gara del Barça era semplice: tenere il controllo del pallone e utilizzare il possesso per disarticolare la fase difensiva nerazzurra. Il primo punto è stato centrato, con i blaugrana che hanno registrato un dato del 72% in termini di possesso. La seconda parte invece è naufragata, avendo la squadra di Xavi generato soltanto 0.5 xG.

Con l’Inter che ha, prevedibilmente, scelto di difendere bassa, lasciando in pratica i soli Lautaro Martínez e Joaquín Correa in avanti, Xavi ha predisposto una compagine fluida nelle fasi iniziali del possesso, ma che si è rivelata troppo statica nell’altra metà campo.

Il tecnico spagnolo ha affidato la prima costruzione ai centrali Christensen e Eric García, aiutati da Sergi Roberto, con Marcos Alonso alto a sinistra. Davanti a loro agivano i tre centrocampisti centrali, con Sergio Busquets affiancato da Gavi e Pedri.

Tuttavia, il palleggio blaugrana finiva per ristagnare, non riuscendo quasi mai ad avere la meglio del sistema difensivo interista. Da questo punto di vista Inzaghi ha preparato benissimo la partita, organizzando la propria squadra attorno ad un 5-3-2 estremamente compatto con i tre centrocampisti (Barella, Mkhitaryan e Çalhanoglu) attenti a chiudere i corridoi centrali del campo e a scivolare lateralmente in aiuto dei quinti.

Proprio sulle corsie esterne l’Inter ha vinto la battaglia tattica. A destra Darmian ha avuto la meglio nel duello con Alonso, aiutato da uno Škriniar pronto a salire a contrasto di Raphinha. A sinistra invece Dimarco, supportato da opportuni raddoppi, riusciva ad annullare Ousmane Dembélé.

Proprio l’esterno francese ha rappresentato uno dei limiti maggiori evidenziati dal Barcellona a San Siro. Tutte le azioni spagnolo passavano infatti dall’ex Borussia Dortmund, che però si intestardiva nel cercare la soluzione personale. Non a caso i dati parlano di 100 palloni toccati dal francese (59 più di Gavi) con 38 palle perse.

In pratica Dembélé risultava essere una sorta di buco nero che calamitava il possesso dei suoi, finendo però per tradurlo in un nulla di fatto a livello di pericolosità.

Tutto questo finiva per disconnettere Lewandoski dalla fase offensiva spagnola, col risultato che il centravanti polacco doveva venire molto incontro per trovare quei palloni che non erano nella sua disponibilità negli ultimi sedici metri di campo (dove i suoi tocchi di palla sono stati solo due).

A non funzionare non è stata però soltanto la fase di possesso. Anche la riaggressione ha incontrato diverse difficoltà, a causa della capacità dell’Inter di resistere al gegenpressing catalano grazie anche all’utilizzo di Onana. Il portiere di coppa dei nerazzurri infatti, pur confermando qualche problema nelle uscite alte, ha aggiunto qualità con i piedi riuscendo a fungere da valvola di sicurezza per disinnescare le pressioni della compagine di Xavi Hernández.

Quando poi l’Inter riusciva a superare la prima linea difensiva avversaria e a settare il possesso in zone più avanzate di campo, ecco che la squadra di Inzaghi ricorreva spesso al cambio di campo per colpire i rivali sul lato debole. La stessa rete della vittoria di Çalhanoglu nasce da un cambio gioco di Dimarco.

Nel video montato con VideoMatch di Sics osserviamo un’azione offensiva dell’Inter. Onana aiuta superare la prima linea difensiva del Barça e l’Inter risale il campo sfruttando il cambio gioco.

Nella ripresa Xavi ha provato a rimescolare le carte, prima spostando Dembélé sulla fascia opposta e poi inserendo Ansu Fatie Alejandro Balde al posto di Raphinha e Marcos Alonso.

Il risultato non cambiava e alla fine l’Inter ha portato a casa un risultato importante per la corsa alla qualificazione agli ottavi di Champions e insperato alla vigilia. Da parte sua il Barcellona deve recitare il mea culpa per come ha gestito le lunghe fasi di possesso avute a disposizione.

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