La vittoria in trasferta all’Olimpico, contro la Roma di José Mourinho, non ha solo rilanciato in vetta l’Atalanta, ma ha anche confermato come questa versione dei nerazzurri sia diversa da quella alla quale eravamo stati abituati nelle ultime stagioni.
Infatti, nonostante le dichiarazioni rilasciate nel post-partita, Gasperini quest’anno sta presentando una versione più attendista dei bergamaschi, soprattutto contro avversari di pari o di superiore livello.
Contro la Roma, Gasperini ha impostato esattamente un tipo di partita accorta, imperniata su un baricentro medio sul possesso giallorosso (48.57m) e senza quella tipica aggressività che ha da sempre caratterizzato le squadre del tecnico nerazzurro.

L’idea era quella di chiudere alla Roma i corridoi centrali attraverso un attento lavoro di schermatura delle linee di passaggio verso i due trequartisti (Zaniolo e Pellegrini), creando campo alle spalle della retroguardia romanista da attaccare in contropiede. Questa nuova impostazione non cancellava l’usuale marcatura a uomo nella zona degli Orobici, concentrandola però nei propri 60m di campo.

Il piano gara è funzionato parzialmente: per portare a casa i tre punti infatti l’Atalanta ha avuto bisogno dell’imprecisione sotto porta di una Roma che ha creato ben 2.49 expected goals, senza tuttavia riuscire a segnare.
In questo senso la compagine capitolina si conferma la peggiore della massima serie nel rapporto fra gol attesi (15.88) ed effettivamente realizzati (7) con un saldo negativo di -8.88.
Per quanto riguarda l’Atalanta, come detto in apertura l’atteggiamento visto a Roma non è il primo di tal genere messo in mostra dai lombardi in questo campionato.
Già nella sfida pareggiata con il Milan alla seconda di campionato l’Atalanta aveva tenuto un comportamento tattico simile, con un baricentro medio ancora più basso con i rossoneri in attacco (41.34m) e con la rinuncia al controllo del pallone (40.6% il possesso). Anche in quella occasione, il dato degli xG aveva premiato gli avversari (1.26 contro lo 0.74 degli atalantini).
In generale (tutte la partite incluse) la squadra rischia di meno (-3.34 di IPO, -0.27 di xGA), ma l’impressione è quella di un undici che non è ancora in grado di esercitare un controllo sulla partita (dettandone il contesto tattico) attraverso il controllo degli spazi, quanto invece di una compagine che in queste circostanze è ancora troppo legata agli errori di mira degli avversari.
Questa scelta più prudente potrebbe essere stata suggerita a Gasperini anche dalle caratteristiche del gruppo a disposizione. L’Atalanta ha infatti subito un restyling durante il mercato estivo, con l’arrivo di molti volti nuovi e l’uscita di elementi importanti (Freuler, Iličić). La nuova rosa a disposizione di Gasp sembra meno orientata ad effettuare un pressing efficace.
Non a caso, se il dato PPDA fra la scorsa stagione e l’inizio di questa è rimasto pressoché invariato (9.87 contro 10.74) non altrettanto può essere detto del Build-up Disruption, cioè il parametro che misura l’efficacia dell’azione di pressing della squadra difendente sul possesso avversario. Nel torneo scorso il dato atalantino era di +4.24%, mentre ad oggi è di appena +0.24%. Anche il Field Tilt è calato drasticamente: da 62.35% (il più alto nella serie A 2021/22) a 46.48%
Appare quindi normale la scelta dell’allenatore bergamasco di abbassare la propria prima linea di pressione, in particolare contro squadre abili nel costruire da dietro e nel cercare proprio di attirare questa pressione per avere poi campo aperto da poter risalire.
Confrontando i dati generale dell’Atalanta 2021/22 con quelli del 2022/23 notiamo anche come lo scorso anno la squadra nerazzurra vincesse più duelli e registrasse più passaggi chiave (in transizione spesso ci sono meno linee da superare).
Ancora più interessanti sono i dati relativi al recupero palla. Nell’ultimo campionato l’Atalanta recuperava una media di 3.30 palloni nel terzo offensivo, la maggior parte dei quali nel corridoio di destra. In questa stagione invece la media di recuperi nell’ultimo terzo di campo è di 2.20 (con prevalenza nel mezzo spazio sinistro). Soprattutto, a fronte di 37.50 palloni recuperati nel proprio terzo difensivo, l’anno scorso gli Orobici ne riconquistavano una media di 30.30.

In fase offensiva invece i principi restano gli stessi: che si schieri con la difesa a tre o a quattro i bergamaschi cercano sempre di risalire il campo utilizzando quadrilateri laterali fluidi, portando molti uomini in zona palla.
L’arrivo di Højlund ha aggiunto alla squadra un perno verticale e centrale sul quale appoggiarsi sia per risalire il campo (15 passaggi chiave ricevuti) contro avversari che vengono a prendere alta l’Atalanta, sia un elemento in grado di associarsi con il resto della squadra.
Vedremo più avanti se questo diverso comportamento tattico difensivo verrà accantonato (e l’Atalanta tornerà ad essere più attiva in non possesso) o se invece dovremo abituarci ad una squadra reattiva quando chiamata a difendere.
(dati soccerment, Sics)

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