Siamo ormai nel vivo del calciomercato e già alcuni big (Haaland, Koulibaly, Lukaku, Mané, Lewandoski) si sono mossi o sembrano in procinto di farlo (de Ligt, Dybala, forse Neymar).
Da questo giro è al momento escluso Cristiano Ronaldo. Nonostante le dichiarazioni di Erik ten Hag volte a rassicurare sul fatto che il portoghese non abbia chiesto la cessione i fatti, come sempre, hanno pesano più delle parole. Ed i fatti ci dicono che Ronaldo non ha preso parte al tour asiatico dello United.
L’impressione data dalla vicenda è quella che, in un calcio d’elite ormai caratterizzato dalla necessità per le grandi squadre di creare un modello di gioco nel quale i singoli vadano ad esaltarsi con le rispettive qualità, si faccia sempre più fatica a trovare spazio per un giocatore come Ronaldo.
Pur paradossale (apparentemente) che sia, un tecnico come Thomas Tuchel al Chelsea preferisce avere Timo Werner, Kai Havertz e Raheem Sterling rispetto a Ronaldo.
Perché questo ostracismo dei top team per un giocatore considerato ancora oggi fra i più forti del pianeta? La risposta a questa domanda va al di là del valore tecnico del calciatore. A 37 anni di età, Ronaldo è ancora un grande finisher, una macchina da gol in grado di risolvere le lacune offensive della propria squadra, come dimostrano le 18 reti realizzate nella stagione appena conclusa in maglia United.

Tuttavia, a livello di grandi club schierare un attaccante del genere, dal punto di vista tattico, diventa una sorta di lusso che pochi possono permettersi.
Le squadre più forti d’Europa attaccano con molti elementi e difendono con tutti. Il pressing e le coperture delle linee di passaggio rientrando sotto palla sono caratteristiche che accomunano le fasi difensive di tutte le migliori compagini del continente.
In non possesso l’apporto di Ronaldo è praticamente nullo: nell’annata appena conclusa nessun calciatore di movimento (escludendo i difensori centrali) nei migliori cinque campionati d’Europa ha pressato meno del portoghese.

Per fare un esempio: Sterling nella Premier 2021/22 ha registrato un dato p/90 di 5.59 pressioni nella trequarti offensiva; Havertz 9.35; Timo Werner 8.88; Christian Pulisic 8.60; Lukaku 6.84…Ronaldo 3.00.
Scegliendo Sterling, Tuchel ha acquistato un attaccante che è andato in doppia cifra nelle ultime cinque stagioni, segnandone 13 lo scorso anno, ma anche un elemento in grado di garantire fluidità e fase difensiva al gioco del Chelsea. Qualcosa cioè che Ronaldo, pur essendo un miglior cannoniere, non è più in grado di fornire.
Il portoghese si conferma quindi quel tipo di giocatore che si è visto all’opera nelle tre stagioni trascorse (con tre allenatori diversi) alla Juventus. Nonostante infatti il passaggio da Allegri a Sarri e poi a Pirlo (cioè attraverso tre modelli di gioco differenti) il risultato è stato sempre lo stesso, vale a dire quello di un giocatore che ha segnato valanghe di gol (81 in tre campionati) risolvendo (e nascondendo) eventuali deficienze offensive della squadra ma creando al contempo tutta una serie di problematiche tattiche (come non ricordare ad esempio Matuidi mezzala di sinistra per coprirlo durante la gestione Sarri) rimaste irrisolte.
Le sue pressioni p/90 nella trequarti offensiva sono passati da 4.82 nel primo anno di Juve a 4.20 e 3.60 delle altre due.

Il Ronaldo delle ultime annate (cioè a partire dal 2018, quando lasciò Madrid) si è rivelato essere un fuoriclasse che però detta fin troppo il contesto, finendo per rifulgere di luce propria grazie alle sue straordinarie qualità tecniche ma senza che queste portino ad un miglioramento e innalzamento del livello dei compagni che gli si muovono intorno.
In pratica, avere questo Ronaldo in squadra risolve il problema del gol ma ne crea altri, essendo un giocatore poco associativo.

Con i tecnici delle grandi squadre che puntano sempre più, nel calcio moderno, sul collettivo, lo spazio per Ronaldo sembra essersi ristretto. L’unica eccezione potrebbe essere il Real Madrid dove Carlo Ancelotti ha creato un sistema player friendly nel quale un corpo estraneo come il portoghese potrebbe forse trovare ancora spazio.
Qualora questa ipotesi non si realizzasse, a quel punto il portoghese ed il suo procuratore Jorge Mendes dovrebbero probabilmente pensare a fare un passo indietro e accontentarsi di una compagine di minor rango ma in ascesa, in grado di pagarne il lauto ingaggio e di assecondarne le pretese in campo e fuori (come decidere a quali esercitazioni prendere parte e in che modo).
Una squadra come il Newcastle, solo per fare un esempio. Ma con il suo cv e la consapevolezza di poter essere ancora decisivo sotto porta, Ronaldo sarebbe disposto a chiudere la carriera partendo da un club con che non giochi la Champions e aiutandolo a diventare grande invece di voler continuare ad essere al centro dell’attenzione in società più consoni alla sua allure?
(dati soccerment, fbref.com)

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