Al di là dello svolgimento della gara, uno degli aspetti più interessanti della sfida di ritorno fra Villareal e Liverpool (che ha visto prevalere 2-3 gli ospiti, non senza fatica) è stata l’intervista condotta a fine partita da Jürgen Klopp.
Il tecnico tedesco, parlando ai microfoni di BT Sport, ha infatti posto l’accento non soltanto sul clima dell’Estadio de la Cerámica e sull’aggressività dei padroni di casa ma anche su questioni prettamente tattiche.
‹‹Non è stata una questione fisica›› ha dichiarato Klopp. ‹‹È stato un problema calcistico. Eravamo statici nel mezzo. Ci marcavano a uomo, Thiago lo stavano soffocando››.
Non a caso, prima di procedere a dei cambiamenti che si riveleranno decisivi, il tecnico del Liverpool ha chiesto ai suoi assistenti se potessero produrre una clip con qualcosa di buono fatto dai Reds nella prima frazione di gioco. Richiesta vana dato che la squadra era stata dominata da un Villareal padrone del contesto e del risultato (2-0 all’intervallo).
Per raggiungere questo doppio vantaggio e, di conseguenza, per pareggiare il risultato dell’andata (partita alla quale la squadra di Emery si era presentata con un preciso e intelligente piano gara, senza però che risultasse possibile attuarlo completamente) l’allenatore spagnolo ha presentato in campo una formazione più aggressiva in fase di non possesso.
L’idea base (riuscita anche nella sua esecuzione) era infatti quella di contrastare fin da subito la costruzione inglese, creando così le premesse per veloci recuperi palle e altrettanto celeri transizioni.
Il raggiungimento di questo obiettivo passava anche da una linea difensiva avanzata. Pur fronteggiando avversari come Mané, Salah e Diogo Jota, Raul Albiol e Pau Torres tenevano quindi molto alta la retroguardia, per accorciare in avanti e accompagnare così l’azione di pressing delle prime linee difensive del sottomarino giallo.
Questa pressione costante ha finito per snaturare un Liverpool incapace di superarla e che si affidava essenzialmente solo a lanci lunghi per i tre riferimenti avanzati. Lanci che però venivano gestiti bene dal quartetto difensivo di Emery.
Quando poi si trattava di organizzare il possesso, il Villareal andava a colpire le zone presidiate da Robertson e Alexander-Arnold con le volate dei vari Estupiñán, Francis Coquelin, Dia, Lo Celso, Gerard Moreno e Capoue.
Nel secondo tempo, come detto in apertura, le cose sono cambiate. Molto è stato scritto del cambio effettuato da Klopp, che ha inserito Luis Díaz al posto di Diogo Jota. Indubbiamente l’ingresso del colombiano ha consentito ai Reds di avere un mismatch favorevole nei confronti di Foyth sul lato sinistro dell’attacco. La rete che ha riaperto la partita per il Liverpool nasce proprio da quella zona.
Ma a cambiare è stata anche la fase offensiva della squadra di Klopp. Meno frenetico e più ragionato, il possesso del Liverpool è riuscito ad avere la meglio della prima pressione spagnola, finendo con l’abbassare il Villareal sempre più nella propria metà campo e trovando migliori linee di passaggio in zona di rifinitura.
Tutto questo ha permesso alla compagine di Klopp di realizzare uno scaglionamento funzionale a dettare il contesto tattico così come non era stato fatto nella prima metà di gara.
‹‹Non riuscivamo a tenere palla in avanti nel primo tempo a causa di movimenti sbagliati.››
Certamente altri fattori hanno contribuito al cambio di spartito della ripresa e al risultato finale, come gli errori di Gerónimo Rulli e l’uscita dal campo di Gerard Moreno per infortunio, che ha privato il Villareal di un punto di riferimento avanzato al quale affidarsi per risalire il campo.
Tuttavia, per spiegare il cambio di scenario della ripresa si deve tornare al punto di partenza. Il piano gara preparato da Emery ha posto dei problemi che il Liverpool è riuscito a risolvere nella seconda parte dell’incontro con aggiustamenti tattici che sono andati al di là dell’ingresso (pur importante) di un giocatore.
Ancora più interessante è il fatto che siano state fatte a Klopp delle domande di campo alle quali l’allenatore tedesco ha risposto con precisione e accuratezza. Tutto questo serve a ricordarci che un’altra narrazione è possibile.

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