Al di là della partita Team report

È colpa di Mou?

La sconfitta di Venezia (3-2) ha significato per la Roma la quinta battuta d’arresto in dodici partite di campionato. A queste vanno aggiunte le due (clamorosa la prima) subite ad opera dei norvegesi del Bodø/Glimt in Conference League.

L’inizio di stagione dei giallorossi è stato quindi più complicato di quello che la piazza ed una parte della stampa pensava nel momento in cui venne annunciato José Mourinho come nuovo tecnico.

L’allenatore portoghese, al ritorno in Italia dopo dieci anni, rappresentava sulla carta la volontà della nuova proprietà (Friedkin) di mettersi alle spalle gli anni di mediocrità (sul campo) della gestione Pallotta per dare nuovo slancio al progetto tecnico.

Le difficoltà riscontrate sul terreno di gioco stanno però smorzando gli entusiasmi iniziali. Di questo si è accorto (e se ne è fatto interprete) anche lo stesso Mourinho. Arrivato infatti come la saggia ed esperta guida che non ha più nulla da dimostrare, Mou nelle ultime settimane è invece tornato a presentare l’immagine di sé che abbiamo conosciuto nella prima parte della sua carriera e anche della sua avventura interista, vale dire quella di un tecnico che sente il ‘rumore dei nemici’, critico verso le direzioni arbitrali (non a torto) e, nel caso specifico, anche verso una parte della propria squadra.

Detto questo, come affermato dal portoghese nel dopo Venezia, la rosa a sua disposizione non sembra superiore rispetto a quella della scorsa stagione. Se infatti si è migliorata la situazione fra i pali, con l’arrivo di un nuovo portiere (Rui Patricio, richiesto da Mourinho) non altrettanto si può dire in altre zone del campo.

L’infortunio di Spinazzola durante l’Europeo e la volontà di Dzeko di andar via, insieme al numero esorbitante di esuberi da piazzare, hanno condizionato le scelte di mercato dei giallorossi. Così non è arrivato il costruttore richiesto dal tecnico (Xhaka) né le alternative sulle corsie esterne o in difesa (‹‹se Darmian è in difficoltà entra Dumfries, ci sono mille esempi…i due terzini oggi [contro il Venezia] in panchina erano Reynolds, che ha fatto 2/3 partite in Serie A, e Tripi che è della Primavera››).

In attacco poi Abraham non è in questo momento a livello di Dzeko. La comparazione fra la stagiona fin qui condotta dall’inglese e quella del bosniaco, pur nella differenza di minutaggio, di utilizzo e di sistema, è comunque da sottolineare.

Non sorprende quindi che dal punto di vista tattico la compagine giallorossa ricalchi lo stesso atteggiamento e riproponga le stesse difficoltà palesate sotto la precedente gestione tecnica.

Già nel derby e nella sfida con la Juve si era vista una squadra che ha difeso con un blocco medio, dando preferenza alla chiusura dei corridoi centrali del campo piuttosto che al pressing alto (il PPDA attuale è di 16.41) e cercando così di creare le premesse per attaccare in verticale gli spazio alle spalle della linea arretrata avversaria.

Quando invece è in fase offensiva, la volontà è quella di innescare i giocatori più talentuosi per manipolare il sistema difensivo avversario, partendo da una costruzione bassa che è prevalentemente 2-2, con i terzini già alti.

Un’altra soluzione provata recentemente da Mourinho è stata quella di utilizzare di partenza la difesa a tre.

La squadra ha una buona produzione in zona gol: a fronte di un dato di 22.32 xG prodotti ha infatti realizzato 21 reti. I problemi maggiori sono invece in difesa, dove la Roma ha concesso finora 15 reti (come Juventus e Atalanta) fuori da un dato di 16.41 xGA (peggio di Fiorentina e Torino fra le altre). I giallorossi concedono 1.9 grandi occasioni a partita. L’Indice di Rischio Difensivo è di 47.2: dieci squadre hanno fatto meglio dei giallorossi.

L’IPO di di Sics relativo alla gara del Penzo. La Roma ha creato ma ha anche concesso moltissimo al Venezia.

Il risultato è un cammino che ha finora ricalcato quello dello scorso torneo, con buoni risultati ottenuti contro le formazioni medie e piccole (se si eccettua le battute d’arresto di Verona e Venezia) e una maggior fatica con le compagini di prima fascia (se si esclude il pareggio contro il Napoli).

Sul campo restano delle questioni irrisolte. Una di queste è legata al rendimento di Zaniolo. Il talento azzurro è ancora alla ricerca di una definitiva collocazione in campo, che chiarisca se sia un no.10, un no.8 o un no.7.

In questo momento il 22enne massese viene utilizzato come esterno destro di un centrocampo a quattro molto stretto in fase difensiva. I dati indicano un peggioramento delle prestazioni, sia in termini di gol e assist (zero) che di xA p/90 (-0.11) e di tiri in porta p/90 (-0.82). Veretout è chiamato a compiti di equilibrio che ne limitano le sortite offensive. Mkhitaryan, appare anche lui in calo.

Veretout utilizzato in costruzione limita le invasioni del francese nell’altra metà campo anche se la sua presenza dietro aiuta Cristante a non essere sovrastato in mezzo al campo.

In sintesi, per valutare fin il campionato della Roma si devono prendere in considerazione le questioni tecnico/tattiche ma anche gli obiettivi. Mourinho al Penzo è stato chiaro, affermando che ‹‹questa non è la stagione per attaccare gli obiettivi in classifica, con un contratto di tre anni questa può essere una stagione di dolore››.

Probabilmente le attese della piazza sono state eccessive, ritenendo che il solo arrivo di Mou fosse garanzia sufficiente per lottare e conquistare un piazzamento in Champions. In questo senso, la società doveva forse essere più chiara nel dichiarare l’attuale una stagione di ripartenza ed evitare così al tecnico l’ingrato compito del parafulmine.

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