Il mercato estivo a cavallo fra le stagioni 2020/21 e 2021/22 si è concluso. La mancanza di liquidità da parte delle squadre italiane ha costretto i vari club ad attrezzarsi con tante idee per cercare appunto di sopperire all’assenza di denaro.
Soltanto il tempo e il campo diranno chi si è messo bene e chi invece si è lasciato guidare più dall’improvvisazione. Di certo, in un mercato liquido, nel quale le strategie possono cambiare dall’oggi al domani (come sottolineato dal direttore sportivo della Roma, Tiago Pinto), alcune società sono sembrate seguire più di altre un piano ben definito.
Fra queste certamente va annoverato il Sassuolo. Guidato dall’amministratore delegato Carnevali, il sodalizio emiliano ha infatti cercato di conservare la maggior parte del talento a propria disposizione, in un momento in cui tante squadre sono invece state costrette a cedere i propri pezzi pregiati.
Così, se è vero che i neroverdi hanno lasciato partire Locatelli e Caputo, è altrettanto vero che sono stati in grado di trattenere Berardi e Boga. Per quanto riguarda poi proprio Caputo, la scelta societaria è stata quella di cedere il proprio centravanti titolare per affidarsi ai giovani in rampa di lancio Raspadori e Scamacca.
Partito Roberto De Zerbi, la dirigenza emiliana ha deciso di affidare il nuovo progetto tecnico ad un nuovo tecnico emergente, investendo su di lui così come venne fatto a suo tempo con l’attuale tecnico dello Shakhtar.
La scelta è così caduta su Alessio Dionisi, reduce dalla promozione in serie A con l’Empoli ma con già alle spalle tante belle cose sulle panchine di Imolese e Venezia.

A Imola, Venezia ed Empoli il 41enne di Abbadia San Salvatore era partito dal 4-3-1-2 come modulo base. Giunto a Sassuolo, Dionisi è invece ripartito da quel 4-2-3-1 con cui De Zerbi aveva chiuso la sua esperienza in neroverde.
A partire da questa conferma, l’attuale tecnico del Sassuolo ha introdotto alcune modifiche ad un modello di gioco comunque già collaudato e funzionante.
Dal punto di vista tattico, il Sassuolo continua a ricercare una costruzione del basso volta ad attirare la prima pressione avversaria.
L’obiettivo è quello di trovare superiorità posizionale alle spalle della prima linea difensiva per dare poi inizio alla risalita del campo. Quest’ultima fase, rispetto a quanto visto nelle stagioni precedenti con De Zerbi, viene maggiormente orientata nei corridoi esterni, cercando di sfruttare la catena composta da terzino, mediano di parte e ala d’attacco, con difensore centrale e trequarti pronti a dare ulteriori linee di passaggio in zona palla.

In questo senso si comprende l’importanza dei terzini per il primo possesso neroverde. I due laterali di difesa rimangono bassi per aiutare la costruzione 4-2 e per sfruttare la pressione avversaria in modo tale da rendere libere le linee di passaggio verso gli esterni alti o i due riferimenti offensivi centrali (punta e trequarti).
Il Sassuolo ha quindi mantenuto la sua identità di ricerca del possesso e di un’azione d’attacco manovrata. I dati lo confermano: la squadra di Dionisi è attualmente terza per possesso palla medio (59%), quarta per tempo medio di durata di una sequenza offensiva (12.34 secondi), per passaggi nella stessa sequenza (4.26) e per numero di azioni offensive con più di dieci passaggi (31).
È ovvio che il campione preso in esame (si sono disputate appena due partite di campionato e prima della chiusura del mercato) è relativo. Tuttavia quanto riportato sembra confermare l’idea (maturata osservando alcune amichevoli precampionato) di una squadra che, come detto, abbia ricominciato da dove aveva finito.
Detto questo, la verticalità da trovare oltre la prima pressione rivale sembra improntata ad una maggior velocità che nel recente passato e all’individuazione di un uomo libero (in zona offensiva) in funzione del posizionamento difensivo avversario. In questo senso il Sassuolo sembra una versione aggiornata dell’Empoli di Silvio Baldini.
Se guardiamo al numero di attacchi diretti prodotti dalla compagine neroverde (5), notiamo che questo è lo stesso dell’Inter e secondo solo a quello della Juventus (6). Tutto ciò a indicare che il possesso di cui sopra è sempre finalizzato ad andare poi velocemente in verticale verso la zona di rifinitura (laterale o centrale) e all’attacco della linea difensiva.
Di conseguenza, ad oggi, il progetto Sassuolo sembra essere quello di una squadra che sta cercando di evolversi e di compiere uno passaggio di crescita ulteriore rispetto alla gestione tecnica precedente.