Ritorno al passato

Il Diego svizzero

La stagione 1989/90 fu quella che portò il Napoli di Diego Maradona alla conquista del secondo scudetto. In Europa, i partenopei dovevano difendere la coppa Uefa conquistata qualche mese prima in finale con lo Stoccarda.

Nel primo turno il Napoli si era sbarazzato a fatica dello Sporting Lisbona dopo i calci di rigore. Nel turno successivo la squadra di Albertino Bigon venne sorteggiata per affrontare gli svizzeri del Wettingen. La compagine rossocrociata, guidata dal tedesco Udo Klug, si era piazzata al quarto posto del campionato svizzero della stagione precedente, qualificandosi appunto per il torneo continentale.

Per gli argoviesi (abitanti del cantone Argovia) era una occasione più unica che rara, quella cioè di poter ospitare una delle big del campionato italiano, per di più guidata dal calciatore più forte del mondo.

Il piccolo Altenburg, lo stadio delle partite casalinghe del Wettingen, non era in grado di ospitare l’esodo di tifosi napoletani e di italiani residenti in Svizzera che prevedibilmente si sarebbero accalcati per vedere la squadra del pibe de Oro.

Per questo motivo e anche in previsione della possibilità di un incasso storico, i dirigenti del club svizzero deciso di far ospitare la partita d’andata nel più capiente Letzigrund, lo stadio zurighese del Grasshopper.

Maradona al Letzigrund per la rifinitura del Napoli.

Così, martedì 17 ottobre 1989, 23.000 spettatori (dei quali ben 20.000 italiani) pagarono 100 franchi svizzeri (92 euro al cambio attuale) per vedere il Napoli di Maradona. «Di fatto giocammo in trasferta pure l’andata» ha ricordato poco tempo fa Maurizio Jacobacci, origini campane, allora in campo con il Wettingen e attualmente allenatore del Lugano.

Per quella sfida, Bigon mandò in campo questo undici: Giuliani, Ferrara, Francini; Crippa, Alemao, Baroni; Fusi, De Napoli, Careca; Maradona e Carnevale. Prima della partita, Dieguito svolse il suo classico riscaldamento individuale, fatto di tanta palla.

Chi si aspettava una passeggiata contro i modesti svizzeri rimase però deluso. In realtà fu il Wettingen a giocare meglio di un Napoli troppo brutto per essere vero e che, forse, aveva sottovalutato l’impegno.

Diego Armando Maradona in campo contro gli svizzeri con la mitica maglietta rossa del Napoli.

A rimanerci male furono probabilmente anche gli appassionati rimasti a casa, che ebbero la possibilità di assistere all’incontro in tv grazie alla differita prevista su Italia Uno.

Alla fine la sfida d’andata si concluse 0-0. A finire sotto accusa, oltre alla prestazione di Maradona e Careca, fu il gioco di una squadra accusata di essere rimasta troppo sulla difensiva e di essersi affidata soltanto alle due stelle offensive per cercare di creare qualche pericolo.

La cronaca de Il Mattino.

Per gli svizzeri un risultato storico. Per il loro capitano, Martin Rueda, anche la maglia di Maradona in premio, essendo stato il giocatore che alla fine riuscì a scambiarla con Diego.

Più interessante si rivelò la partita di ritorno, in programma al San Paolo per il 1° novembre alle 13.45. Orario insolito, causato dai lavori all’impianto di illuminazione dello stadio napoletano (in vista degli imminenti mondiali di Italia 90) che impedivano di giocare di sera.

Ma la notizia non fu l’orario della partita quanto invece il fatto che in quella occasione El Diez non giocò.

Maradona infatti, già ai ferri corti con Ferlaino dopo il mancato passaggio all’Olympique Marsiglia, saltò il ritiro precedente l’incontro, presentandosi direttamente allo stadio per la partita. La società decise quindi di escluderlo dalla formazione. Al suo posto, Bigon mandò in campo il giovane Gianfranco Zola.

Senza il loro capitano, gli azzurri finirono sotto nel punteggio, grazie al gol di Bertelsen, con gli svizzeri che ebbero anche la possibilità di segnare ancora con i vari Marcel Heldmann, Dan Corneliusson (sì, proprio lo svedese ex Como) e Andreas Löbmann.

Bertelsen ha appena infilato la porta di Giuliani.

Il Napoli riuscirà rimontare, vincendo 2-1 grazie alle reti di Baroni e Mauro, quest’ultimo su un rigore contestato che non spense però l’ironia di Klug (‹‹voglio solo dire così tanto sull’arbitro che ha fischiato bene, tranne che per le sue decisioni sbagliate››). 

Il giorno dopo Maradona si presenterà a Soccavo con fare ironico. Il resto è storia. Per il piccolo club svizzero, oggi fallito, quella di aver affrontato el más grande, almeno per novanta minuti.

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