Alla prima esperienza da capo allenatore, dopo aver fatto il secondo di Silvio Baldini alla Carrarese, Marco Marchionni sta plasmando il Foggia intorno ad un’idea di calcio che, per certi versi, ricorda quella di Antonio Conte all’Inter.

Tale è anche il sistema base 3-5-2, con il quale i rossoneri sono scesi in campo nella trasferta di Teramo (sconfitta per 2-0). Proprio il 3-5-2 è quindi stato finora il sistema maggiormente utilizzato dal 40enne tecnico di Monterotondo, nonostante qualche variazione come ad esempio il 3-4-1-2 visto nella trasferta di Catanzaro.
Costruzione
La costruzione foggiana è piuttosto semplice. Quando hanno tempo, i tre difensori centrali muovono palla con la ricerca di campo in avanti che comincia dai due braccetti. Questi ultimi hanno solitamente a disposizione tre linee di passaggio: una verso il play basso (Salvi contro il Teramo), una verso l’esterno di parte e una verso i due riferimenti più avanzati.
Simile alla manovra interista è anche il pattern che vede la mezzala di parte allargarsi in fascia per liberare la linea di passaggio diretta verso le punte.

Attacco alla linea.
In generale, l’idea è sempre quella di servire il più velocemente possibile gli attaccanti, che giocano vicini fra loro per eseguire veli, esche e sponde, cioè quelle combinazioni tipiche del gioco di Conte.
L’utilizzo della palla lunga è una soluzione alla quale il Foggia ricorre per superare la pressione avversaria o la chiusura di linee di passaggio rasoterra.
Dopo a questa giocata, i rossoneri accorciano verso la zona di trasmissione per andare alla ricerca della seconda palla. Una volta catturato il rimbalzo, i giocatori in zona palla cercano di combinare fra loro per rifinire la manovra offensiva.
Invasori esterni
I due quinti hanno grande importanza nel sistema di Marchionni. Come detto, in situazione di possesso in zone di campo più vicine alla propria porta i due laterali restano bassi per aiutare i centrali nella fase di risalita della palla. Successivamente si alzano per andare a garantire ampiezza nella trequarti offensiva.
Detto questo, la fase offensiva deve ancora essere perfezionata. Come dichiarato dallo stesso tecnico rossonero, la squadra ha problemi in fase realizzativa (‹‹facciamo fatica a far gol››) come dimostrato gli 11 gol segnati nelle dieci partite fin qui disputate.
Fase difensiva
Il non possesso rossonero è orientato alla chiusura delle zone centrali del campo. I due attaccanti collaborano sotto palla per schermare queste linee di passaggio. Con palla spostata in zona esterna, sono primariamente le mezzali a uscire in pressione, cercando di veicolare i flussi di gioco avversari in zone prestabilite di campo.
I laterali invece si abbassano: il Foggia vuole mantenere a cinque la propria linea arretrata. La retroguardia cerca di non abbassarsi troppo, rimanendo più alta del limite della propria area di rigore.
Non sempre questo riesce, col risultato che a volte la compagine pugliese si trova a riconquistare palla troppo in basso, con molto campo da dover risalire. La conseguenza è la maggior fatica che gli uomini di Marchionni fanno in queste circostanze per azionare transizioni efficaci.