La sfida fra Atalanta e Inter ha ribadito il momento non particolarmente brillante di entrambe le squadre. La compagine di Antonio Conte, fino a qui segnalatasi per la grande produzione offensiva e per l’altrettanto grande (e sorprendente) generosità a livello difensivo, ha confermato di essere ancora alla ricerca di un preciso equilibrio tattico.
Stavolta infatti i nerazzurri milanesi hanno concesso sì poco rispetto ad altre uscite (25 punti in termini di IRD) ma non sono riusciti a produrre granché a livello offensivo (IPO di 30, xG di 0.82).
A questa difficoltà offensive hanno contribuito un atteggiamento generale alquanto prudente (PPDA di 11.77, baricentro medio di 41.55m sul possesso atalantino), l’assenza di Lukaku (che ha privato l’Inter della consueta fluidità nella risalita del campo) e l’utilizzo di due quinti difensivi come Darmian e Young, che hanno tolto qualcosa in fase di possesso.
Di contro, la squadra di Conte è riuscita a creare un muro centrale che ha finito per ingolfare l’attacco atalantino.
Così, per recuperare una partita che sembrava sul punto di scivolare via, Gasperini ha ad un certo punto pescato nel mazzo nuove soluzioni. Il tecnico bergamasco nel finale ha infatti tolto un difensore centrale (Tolói) per inserire un attaccante (Muriel), passando così ad una difesa a quattro con Hateboer e Ruggeri ai lati di Djimsiti e Palomino.
Con Lammers contemporaneamente in campo (al posto di Zapata) e con Mirančuk e Pessina che già avevano sostituito Malinovskij e Pašalić, Gasperini ha quindi ridisegnato i padroni di casa, giocandosi un all-in che ha finito per destabilizzare le certezze difensive dell’Inter e impennare gli expected goals bergamaschi (alla fine comunque appena 0.96).

In particolare, l’Atalanta ha creato crepe nel sistema difensivo avversario attraverso il movimento a convergere di Muriel (che partiva formalmente come attaccante di sinistra), gli attacchi alla profondità di Lammers e il lavoro sul centro-destra di Mirančuk.
Proprio il russo (all’esordio in campionato), oltre ad aver segnato il gol del pareggio si è distinto per l’abilità nel riuscire a cambiare ritmo alla manovra offensiva della sua squadra e per la capacità di creare superiorità numerica (3/4 i dribbling vinti).
Alla fine quindi il pareggio dell’Atalanta è stato meritato. Gasperini non può accontentarsi della prestazione della propria squadra ma arriva alla sosta sapendo comunque di poter contare su qualche ipotetica seconda linea di qualità (appunto Mirančuk e Lammers). Proprio il mancato apporto di altri sostituti aveva invece creato qualche difficoltà ai bergamaschi in avvio di stagione. Oltre a ciò, i cambi nel finale confermano che Gasp ha la possibilità, all’occorrenza, di poter ricorrere a nuove soluzioni tattiche per cambiare il volto delle partite.
Resta allora da capire se quanto visto nel finale con l’Inter sia stato un qualcosa che si potrà rivedere in futuro o soltanto la risposta al momento particolare della singola partita.