L’arrivo di Diego Godín certifica le ambizioni di un Cagliari che, dopo i patemi della scorsa stagione (col cambio di panchina che ha visto Walter Zenga sostituire un Ronaldo Maran che pure, nella prima parte del campionato, aveva tenuto i sardi nella parte alta della serie A), vuole ora stabilmente issarsi nella parte sinistra della classifica.
Per riuscire a fare della propria squadra una pretendente per l’Europa, il presidente Tommaso Giulini ha deciso di ripartire da Eusebio Di Francesco, reduce da un paio di stagioni travagliate conclusesi con l’esonero (con la Roma prima e con la Samp poi).
L’ex tecnico blucerchiato ha deciso di affrontare questa avventura in Sardegna facendosi affiancare dall’esperto match analyst Simone Beccaccioli (un passato anche nell’Italia di Marcello Lippi, campione del mondo nel 2006) e da Francesco Calzona. Quest’ultimo, ora secondo di Di Francesco, è noto soprattutto per essere stato il vice di Maurizio Sarri in larga parte della carriera del tecnico toscano. Ma Calzona è anche un esperto della difesa a quattro con orientamento sulla posizione della palla, appunto uno dei marchi di fabbrica della fase difensiva dell’ex allenatore di Chelsea e Juve.
L’arrivo di Calzona all’interno del proprio staff ha una sua logica, dato che lo stesso DiFra è discepolo di questo tipo di atteggiamento difensivo. Infatti, fin dai suoi esordi sulle panchine di Lanciano e Pescara il 53enne trainer abruzzese ha sposato questo tipo di approccio in non possesso.
Tutto questo lascia quindi aperti degli interrogativi sull’acquisto di Godín, fermo restando il valore assoluto del giocatore. Infatti il centrale uruguaiano (che già nell’Inter ha incontrato difficoltà di contesto) dovrà calarsi in un sistema difensivo nuovo, dove il riferimento primario per lui non sarà più l’uomo (come in nerazzurro o nell’Atlético Madrid di Diego Simeone) quanto appunto la palla.
A Godín verrà dunque richiesto di muoversi di reparto con gli altri tre difensori, cercando di non spezzare la linea se non in determinate circostanze. A questo va aggiunto il fatto che Di Francesco favorisce una fase di non possesso attiva, con la squadra pronta a difendere in avanti. Un atteggiamento difensivo nel quale Godín non è sempre stato impeccabile nel corso della sua esperienza interista, pur migliorando dopo la ripresa del torneo.
In questo senso, per l’ambientamento dell’uruguaiano nei meccanismi difensivi previsti da Di Francesco potrebbe risultare utile l’aiuto dell’altro centrale titolare. In questo momento, ad occupare questo slot si trova il polacco Sebastian Walukiewicz, proveniente dal Pogoń Szczecin.
Forte fisicamente (184cm per 78kg) e abile nell’anticipo, Walukiewicz è un giovane (classe 2000) che dovrebbe (sulla carta) essere complementare a Godín, rispetto al quale sembrerebbe avere più propensione in fase di costruzione. Anche nella gestione della palla infatti, l’ex Atlético ha palesato qualche difficoltà nella stagione appena conclusa.
Detto questo, qualora l’inserimento di Godín si rivelasse efficace, si tratterebbe di un notevole upgrade per i rossoblù che disporrebbero di un giocatore carismatico e di provata esperienza, nonché di un pericolo per gli avversari in situazione di palla inattiva.
Vedremo quindi come Godín si calerà all’interno del sistema difensivo del suo nuovo allenatore. Per il difensore della Celeste una nuova sfida tattica, all’alba della stagione che lo porterà a compiere 35 anni nel prossimo febbraio.