Il Torino esordisce in campionato con una sconfitta in casa della Fiorentina (1-0) che evidenzia lo stato in cui si trova al momento la rivoluzione granata. Rivoluzione che è iniziata al termine dello scorso torneo quando il presidente Cairo, dopo gli anni di Mazzarri e il periodo con Longo, ha deciso di affidare le redini della compagine granata a Marco Giampaolo, con la speranza di tornare a recitare un ruolo da protagonista (dopo la striminzita salvezza conquistata questa estate).
Come dichiarato dall’ex tecnico del Milan, il Torino è club che ha «una tradizione diversa rispetto al mio modo di pensare». Le ultime edizioni del Toro (Mihajlovic, Mazzarri, Longo) sono infatti state caratterizzate da un calcio reattivo, fatto di pressing più o meno alto, duelli individuali in difesa, ripartenze e verticalizzazioni.
Con Giampaolo invece si prova a voltar pagina. La difesa di reparto con punto di riferimento primario nella palla, la costruzione da dietro, la ricerca di una manovra palleggiata, sono tutte caratteristiche del calcio dell’allenatore di Bellinzona che lo pongono in antitesi rispetto al Torino delle ultime annate.
Il problema (e lo si è appunto visto alla prima uscita) è che la compagine granata non è ancora costruita per mettere in pratica con efficacia questo tipo di calcio. Anche a Firenze il Toro ha cercato di costruire dal basso, tanto è vero che Ansaldi (84), Nkoulou (80) e Bremer (75) sono stati fra i calciatori ad aver giocato più palloni.
Nel primo tempo questo tipo di approccio è a tratti riuscito ma in generale, con la squadra di Iachini che tenuto alto il livello della propria pressione difensiva (9.47) di PPDA), gli uomini di Giampaolo hanno faticato a risalire il campo, finendo per abbassarsi troppo (40.19m il baricentro medio sul possesso viola).

Si è dunque evidenziata ancora una volta la mancanza di un play qualitativo, in grado di aiutare la squadra in costruzione. Non a caso, Lucas Torreira è uno degli obiettivi di cui si parla maggiormente in questo periodo.
L’altra difficoltà della partita è quella incontrata da Álejandro Berenguer nella posizione di trequarti, alle spalle di Belotti e Zaza. In questo senso, si è assistito ad una sorta di déjà-vu di quanto visto durante l’esperienza milanista dell’attuale tecnico granata, con la difficoltà di adattare Suso da no.10.
Come l’attuale giocatore del Siviglia, anche Berenguer è infatti un adattato nella posizione. Il risultato, in questa prima uscita, è stato quello di un giocatore che ha toccato appena 36 palloni, producendo appena un passaggio chiave e ricevendone soltanto due.
È chiaro che queste considerazioni riguardano soltanto la prima partita del campionato e non possono essere prese come definitive. Tuttavia, come si era già visto durante le uscite di prestagione, l’idea è che il Toro debba ancora intervenire molto sul mercato per dotare Giampaolo di quelli elementi necessari per mettere in pratica il suo gioco.
Se così sarà e se si avrà la pazienza di attenderne i frutti, il lavoro del nuovo tecnico potrebbe consentire al Torino di svoltare rispetto all’ultima anonima annata.