La vittoria del Milan (3-2) nel penultimo atto dei playoff di qualificazione alla prossima Europa League, non deve far passare sotto traccia l’ottima prestazione fornita dal Bodø/Glimt.
Arrivati a San Siro come vittime designate, i norvegesi hanno invece impegnato più del previsto un Milan che nel finale ha anche rischiato di essere raggiunto. Primi nella Eliteserien (la massima serie norvegese) con 16 punti di vantaggio sulla seconda (il Molde), i gialloneri hanno confermato il buon momento che sta attraversando il calcio norvegese, con la nazionale 44° nel ranking Fifa e 22° in quello Uefa ma in ascesa grazie all’esplosione di una generazione che, con i vari Haaland, Ødegaard, Berge e Sörloth, fa prospettare il ritorno ai fasti degli anni ’90, autorizzando anche paragoni più impegnativi.
Il tecnico Kjetil Knutsen (in carica dal 2018) ha costruito una formazione con un’identità precisa, partendo da un 4-3-3 di base. In fase offensiva la compagine norvegese utilizza una fase di costruzione che prevede l’allargarsi dei due difensori centrali (Marius Lode e Brede Moe contro i rossoneri) con i due esterni bassi (Fredrik André Bjørkan e Alfons Sampsted) a supporto del rombo formato dai centrali, dal portiere Haikin e dal play Patrick Berg.
L’idea è quella di attrarre la pressione avversaria per poi cercare di superare la prima linea e trovare consequenzialmente campo aperto da risalire velocemente. Questa risalita può essere effettuata muovendo il pallone in avanti o anche in conduzione da parte del portatore di palla.
Quando l’uscita palla da dietro è contrastata efficacemente dalla pressione avversaria, il Bodø/Glimt ricerca un passaggio diretto per i tre rifermenti offensivi Philip Zinckernagel, Kasper Junker e Jens Petter Hauge o in profondità, oltre l’ultima linea avversaria.
Zinckernagel e Hauge sono due classici inside forwards, cioè due esterni offensivi che tagliano centralmente per andare a giocare in zona di rifinitura. Entrambi dotati nell’1c1, sia il danese che il 20enne norvegese (14 gol in 17 partite di campionato finora) hanno anche l’abilità di farsi trovare oltre le linee di pressione. La sua performance milanese ha fatto finire Hauge nel mirino dello stesso Milan.
Quando la compagine scandinava riesce a portare palla nell’altra metà campo, l’idea è quella di sfruttare il posizionamento avanzato delle due catene esterni per cercare di superare il blocco difensivo basso avversario. Rotazioni con cambi di posizione vengono eseguiti per manipolare il blocco difensivo rivale.
Con Zinckernagel e Hauge fra le linee, Junker sulla linea difensiva e con Bjørkan e Alfons Sampsted larghi, la squadra di Knutsen occupa rifinitura, profondità e ampiezza.

In fase difensiva i gialloneri hanno invece cercato di alzare la prima pressione. Quando quest’azione non si portava frutti, la squadra di Knutsen si abbassava, cercando comunque di mantenere la linea alta.
Come si vede, il Bodø/Glimt è quindi una squadra organizzata, tatticamente evoluta, che ha trovato in Knutsen uno dei migliori tecnici della Eliteserien. L’intero club, guidato dal direttore sportivo Aasmund Bjørkan (padre di Bjørkan) ha dimostrato nelle ultime stagioni di produrre talenti da piazzare poi in Europa. A conferma di quella crescita del calcio norvegese di cui in apertura.