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Oh Fiorentina…

Dopo una partenza falsa, scandita dalle sconfitte contro Napoli e Genoa, la Fiorentina ha raddrizzato questo inizio di stagione con i pareggi con Juventus e Atalanta e le vittorie con la Samp ed il Milan.

Una svolta, in un calendario oggettivamente difficile (i viola hanno già incontrato le prime tre in classifica della scorsa stagione, perdendo solo con i partenopei), coincisa anche con la decisione di Vincenzo Montella di cambiare sistema di gioco e approccio tattico.

Infatti, da quando il tecnico napoletano è passato ad un 3-5-2 reattivo, fatto di pressione e contropiede, i gigliati hanno guadagnato in solidità difensiva e pericolosità in transizione.

Quest’ultimo punto è stato favorito dalla decisione di Montella di spostare Ribery e Chiesa in attacco, con la possibilità di sfruttare il campo che viene a crearsi alle spalle della linea difensiva avversaria.

Abbandonata quindi l’ipotesi iniziale del 4-3-3 (che pure era stato scelto per garantire più solidità difensiva alla squadra) e, con esso, l’ipotesi di proporre un calcio proattivo, Montella ha preferito virare verso un approccio più reattivo, lasciando campo aperto alle ripartenze Ribery e a Chiesa che, spostati in avanti, non devono più affannarsi in rincorse difensive sulle fasce.

Detto questo, sia l’azzurro che l’ex Bayern sono coinvolti nella fase difensiva, soprattutto in zona centrale, così che la Fiorentina riesce a spesso a difendere con tutti gli effettivi sotto la linea della palla.

Un recupero difensivo di Ribery.

Con un blocco 5+3 alle loro spalle, i due talenti viola hanno dimostrato di saper gestire la metà campo offensiva con rapide e spesso letali combinazioni. In caso di riconquista, oltre all’immediata verticalizzazione, a disposizione della compagine di Montella c’è anche un primo passaggio intermedio, spesso verso Ribery, che consente alla squadra di risalire il campo collettivamente.

In questo modo, il francese è diventato una sorta di regista avanzato della squadra, capace appunto sia di concludere l’azione in prima persona che di lanciare i compagi negli spazi, come confermano i suoi dati relativi ai passaggi chiave p/90 (1.62) e agli xA p/90 (0.81). Come si evince, Montella è stato quindi abile a creare un contesto reattivo nel quale Ribery e Chiesa si esaltano, nonostante l’italiano abbia ancora la tendenza a tirare troppo da posizioni non sempre favorevoli (5.32 tiri p/90 per 2.63 xG).

La meravigliosa azione individuale di Ribery contro il Milan, dalla quale è scaturito il rigore realizzato da Pulgar.

Allo stesso tempo, con il nuovo atteggiamento tattico la squadra si è dotata di una rete di protezione che, dopo le 6 reti subite nelle prime due partite di campionato, ha permesso ai viola di concederne appena 4 (2 su palla inattiva) nelle restanti gare. In pratica, passando dal 4-3-3 al nuovo sistema la viola ha migliorato i propri dati sia per quanto riguarda i gol segnati (+3) che quelli subiti (-2), producendo anche di più in termini di xG (+5.11).

La nuova fase difensiva della squadra non deve intendersi però soltanto come difesa posizionale. La Fiorentina cerca infatti, finché le energie lo consentono, di aggredire con un pressing offensivo o anche ultra-offensivo. Da questo deriva la variazione di baricentro fra le partite e anche all’interno degli stessi novanta minuti di gioco. Un esempio in tal senso è rappresentato dalle partite contro Sampdoria e Milan dove, sul possesso avversario, il baricentro medio è stato rispettivamente di 50.47 e 44.43 metri.

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Un momento di fase difensiva con blocco basso della viola.

Una volta conquistata palla, la viola cerca di far partire veloci transizioni volte ad armare i due riferimenti offensivi, sostenuti dalle avanzate di Dalbert e Lirola sugli esterni e dagli inserimenti di Castrovilli.

Proprio il 22enne azzurro, agendo da interno sinistro, è il giocatore chiave in una zona mediana del campo completata dai più bloccati Pulgar e Badelj. Partendo quindi da mezzala, Castrovilli è pronto ad inserirsi in avanti in fase offensiva mentre, in quella di non possesso, la sua posizione può variare finendo per farlo muovere da vertice avanzato del triangolo di centrocampo col compito di marcare il play basso avversario.

Per quanto riguarda i compagni di reparto dell’ex barese, i già citati Pulgar e Badelj, Montella sempre riuscito a risolvere il problema della loro convivenza, tematica che invece era al centro delle discussioni dopo l’avvio non felicissimo in campionato.

Anch’egli un vertice basso di centrocampo, il cileno è stato invece posizionato dal tecnico fiorentino come interno di destra col compito, quando necessario, di abbassarsi per aiutare Badelj in fase di possesso. Giocatori dalle caratteristiche diverse (più da regia il croato, maggiormente difensive l’ex Bologna) i due sono stati sapientemente miscelati da un Montella che ha dimostrato come possano coesistere insieme.

La vittoria di S.Siro contro i rossoneri di Marco Giampaolo ha confermato questa tendenza positiva dei viola. Dopo il vantaggio conseguito grazie al rigore di Pulgar, la squadra di Montella ha potuto giocare nella maniera a lei più gradita, vale a dire di rimessa. Da quel punto in poi la squadra gigliata ha avuto gioco facile nell’imporre il contesto fortemente verticale a lei favorevole.

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La pass map e le xG di Fiorentina e MIlan, secondo il modello di @Tacticsplatform.

Fra l’altro, quella col Milan è la quarta partita consecutiva nella quale l’allenatore viola propone la stessa formazione iniziale. Il futuro della viola potrebbe quindi passare dalla capacità degli altri giocatori della rosa di inserirsi in questo sistema tattico senza alterarne l’efficacia.

Ad oggi, un ulteriore salto di qualità potrebbe essere rappresentato dalla capacità della squadra fiorentina di riuscire ad imporsi anche contro compagini che cercheranno di difendere basse per evitare di subire le transizioni di Ribery e compagni. Ecco che allora potrebbero rivelarsi determinanti le palle inattive (3 le reti realizzate finora su azione da calcio d’angolo) e la capacità della squadra di supportare un giocatore fra Pedro, Vlahovic e Boateng, così come sottolineato dallo stesso Montella quando, nel post-partita di Milano, ha dichiarato che ‹‹l’evoluzione della mia Fiorentina potrà prevedere un centravanti››.

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