Il calcio estivo, si sa, lascia il tempo che trova. Tuttavia, al netto di un mercato ancora lontano dal finire e di rose incomplete, è possibile trarre dalla preseason qualche utile indicazione, se non in merito all’effettiva forza di questa o quella squadra almeno relativa al tipo di calcio che gli allenatori andranno a proporre.
Particolarmente interessante diventa quindi osservare quelle squadre che hanno cambiato guida tecnica perché media, tifosi e addetti ai lavori sono incuriositi dalla nuova veste con cui queste compagini si approcciano alla nuova annata.
Uno dei casi più analizzati è quello del Milan che, passando da Gattuso a Giampaolo, ha intrapreso una nuova strada sul piano tattico. Le uscite contro Bayern e Benfica sono già indicative del nuovo indirizzo che la compagine rossonera vuole assumere dopo gli anni trascorsi sotto la guida dell’ex campione del mondo 2006.
Dal punto di vista tattico, il cambio più significativo che il Milan sta intraprendendo è quello relativo all’approccio nei confronti della partita. Infatti, nelle due stagioni di Gattuso, i rossoneri si erano caratterizzati per essere una squadra che prediligeva il controllo dello spazio a quello del pallone. Il Milan 2017/18 e 2018/19 era squadra che si trovava maggiormente a proprio agio quando poteva lasciare agli avversari il possesso, creando campo alle spalle della linea difensiva rivale da attaccare poi con rapide transizioni.
A questo proposito Gattuso e il suo staff avevano predisposto anche una fase di costruzione piuttosto elaborata, che poggiava su una difesa a 4 fluida con un terzino (Rodriguez) che restava basso per aiutare i due centrali difensivi a sviluppare un possesso basso, con lo scopo di attirare la prima linea di pressione avversaria.
Una volta che questa veniva superata, i rossoneri cercavano di consolidare il possesso in zone più avanzate di campo attraverso delle giocate che miravano ad utilizzare i giocatori offensivi dotati di maggior qualità (in special modo Suso) con il fine di manipolare il sistema difensivo avversario.
Tuttavia, l’ultimo Milan di Gattuso aveva mostrato delle problematiche che sono risultate poi irrisolvibili. Infatti, l’incapacità nel trovare una sostituzione adeguata all’infortunato Biglia, unita alla miglior conoscenza da parte avversaria delle vie per ostacolare il primo possesso milanista (particolarmente con il pressing ultra-offensivo) hanno finito per inceppare la fase di costruzione rossonera.
Inoltre, in zone più avanzate di campo, la manovra del Milan, nonostante un tentativo di riequilibrio fra le due catene, risultava ancora troppo Suso-centrica e non abbastanza fluida da permettere alla compagine di Gattuso di essere particolarmente efficace nell’ultimo terzo di campo.
La difficoltà del Milan 2018/19 nel creare occasioni da gol, evidenziata dalla tabella @OptaPro relativa agli expected goals (xG) prodotti da ogni squadra nello scorso campionato.
Con l’arrivo di Giampaolo, come detto, Boban e Maldini hanno deciso di cambiare strada. L’ex tecnico della Sampdoria infatti ha fin da subito fatto intendere di voler in qualche modo replicare (pur nella differenza fra le rose) il tipo di calcio già sperimentato con successo prima a Empoli e poi a Genova, sponda blucerchiata.
In questo senso, il Milan visto all’opera in precampionato ha mostrato di voler essere protagonista in campo attraverso il controllo del pallone. Seguendo questo progetto tattico, Giampaolo sta cercando di plasmare una squadra in grado di palleggiare fin da subito con i difensori centrali. L’arrivo di Duarte, che si aggiunge ai confermati Romagnoli e Musacchio, va proprio nella direzione voluta dal nuovo allenatore, vale a dire quella di avere a disposizione difensori in grado di giocare la palla da dietro.
In qualche modo, Giampaolo potrà quindi sfruttare il lavoro di Gattuso. Tuttavia, la diversa filosofia di gioco del tecnico nato a Bellinzona rispetto a quella del precedente allenatore non cambierà soltanto i parametri di riferimento in fase di non possesso, ma anche quelli della fase offensiva. Giampaolo infatti chiede alla squadra di alzarsi presto per andare a giocare nella metà campo avversaria. Ai difensori verrà quindi richiesto di muovere velocemente palla, oltre al fatto di dover accompagnare la squadra nell’azione di pressing ultra-offensivo e di essere quindi in grado di difendere lo spazio alle proprie spalle leggendo attentamente le situazioni di palla coperta/scoperta.
Anche le richieste ai terzini sono diverse. Con Gattuso, come accennato in precedenza, Rodriguez era solito restare dietro per aiutare i centrali in costruzione mentre il suo alter-ego sulla fascia destra aveva il compito di spingere nella zona liberata dai tagli di Suso.
Giampaolo non chiede gli stessi movimenti e vuole che entrambi i laterali bassi siano attivi nella fase di possesso. Alla Samp la coppia di esterni difensivi non aveva il compito primario di arrivare nell’ultimo terzo di campo quanto piuttosto quello di garantire sempre ampiezza ad una manovra che si sviluppava quasi prettamente per vie centrali. Il rombo di centrocampo si presta proprio a questo: creare connessioni in mezzo al campo, tramite triangoli, al fine di moltiplicare le linee di passaggio e aiutare così la risalita del campo da parte della squadra.
Tutto questo si è in parte già visto nelle partite contro Bayern e Benfica. Uno-due, ricerca del terzo uomo, palla avanti-palla dietro-palla nello spazio sono infatti alcune delle combinazioni che caratterizzano la fase di possesso di Giampaolo e che il tecnico rossonero sta cercando di inculcare ai giocatori del Milan.
Un’azione del Milan di Giampaolo con la palla che viene mossa centralmente per linee verticali.
In attesa di Bennacer, il nuovo allenatore rossonero sembra in grado di poter contare su un recuperato Biglia. Se non verrà ceduto l’argentino, così come l’ex Empoli, ha le caratteristiche per poter giocare da play nel sistema di Giampaolo, ricalcando in qualche modo quanto fatto da Torreira in blucerchiato.
Anche Calhanoglu si è ben disimpegnato nel ruolo di mezzala. Gli interni di centrocampo di Giampaolo hanno un ruolo importante in fase di possesso: oltre ad occupare i mezzi spazi sono proprio loro che hanno la possibilità, nella metà campo avversaria, di allargarsi per andare a giocare con i terzini (soprattutto sul lato forte) dilatando così il quadrilatero di centrocampo. Se il centrocampista turco dovesse confermare quanto di buono mostrato finora, la sua presenza, insieme a quelle di Krunic, Paquetà ed eventualmente di un Bennacer avanzato come interno, dovrebbe dare garanzie all’allenatore a livello di intermedi, sia a livello qualitativo che di profondità.
Resta invece da risolvere la questione relativa alla posizione di trequartista. Il no.10 ideale per Giampaolo non deve solo cucire il gioco sulla trequarti, fungendo da vertice alto del rombo di centrocampo e, allo stesso tempo, da riferimento arretrato del triangolo rovesciato completato dai due attaccanti, ma deve anche essere in grado di attaccare la profondità e riempire l’area quando necessario.
Nella partita col Benfica si sono evidenziate le problematicità di Suso nell’interpretazione del ruolo. Al di là dei due passaggi chiave per Castillejo, Suso ha mostrato la tendenza ad allargarsi verso la fascia, la sua zona d’azione preferita. In generale, sembra difficile immaginare che lo spagnolo sia in grado di agire spalle alla porta in una zona di campo nella quale era invece abituato ad arrivare tagliando dall’esterno.
Una giocata da trequartista di Suso nella preseason rossonera.
Per di più, l’ex Liverpool non è mai stato un giocatore particolarmente associativo, proprio quello che invece Giampaolo chiede al suo trequarti. Per questo motivo il Milan sta cercando in tutti i modi di arrivare a Correa, giocatore sulla carta più adatto a svolgere le funzioni che nella Samp aveva Caprari.
Intanto, in avanti è arrivato Leão, giocatore che a Lilla sfruttava il gioco in campo aperto della squadra di Galtier per esaltare le proprie doti da contropiedista.
La shot map di Leão nella scorsa stagione, secondo il modello di understat.com. In verde i tiri che sono risultati essere dei gol, in giallo i legni, in blu i tiri parati, in viola quelli bloccati e in rosso i mancati.
Attaccante utilizzato esternamente sia in Ligue 1 che in nazionale, il portoghese troverà nel Milan dovrà adattarsi al ruolo di seconda punta all’interno di un sistema maggiormente codificato, nel quale sarà chiamato ad associarsi con Piatek e con i centrocampisti.
La tabella di @CalcioDatato mette a confronto Correa e Leão con gli attaccanti che Giampaolo aveva in rosa a inizio ritiro (prima cioè della cessione di Cutrone al Wolverhampton) e con quelli che il tecnico ha allenato alla Samp.
Le qualità ci sono. Resta da vedere se Leão riuscirà ad effettuare questa transizione e a mettere il proprio talento pienamente a disposizione di Giampaolo.