Dopo una salvezza ottenuta soltanto all’ultima giornata, al termine di un campionato nel quale Davide Ballardini, Ivan Juric e Cesare Prandelli si sono alternati sulla panchina rossoblù, Enrico Preziosi ha deciso di affidare la guida del Grifone ad Aurelio Andreazzoli, cioè proprio il tecnico di quell’Empoli alle spese del quale il Genoa è riuscito in extremis a mantenere la categoria.
Lo scampato pericolo sembra aver fatto bene al presidente genoano. Infatti, per evitare di ripetere patemi d’animo dell’ultima annata, Preziosi sta allestendo una squadra interessante da affidare alle cure dell’ex vice di Spalletti.
Ecco quindi arrivare sotto la lanterna, sponda rossoblù, Zapata, Barreca, Cassata, Pinamonti e Saponara, ai quali va aggiunto il colpo a sorpresa rappresentato da Lasse Schöne.
Il 33enne danese, reduce dall’ottima stagione disputata dall’Ajax, si appresta quindi a prendere in mano le redini del rinnovato centrocampo del Genoa. Quando si pensa ad un ex lanciere in rossoblù non si può non far riferimento a John van ‘t Schip. Anche lui infatti arrivò a Genova sul finire della carriera, a 29 anni, giocando quattro campionati con la maglia del Grifone (dal 1992-93 al 1995-96) prima di tornare in patria per cominciare ad allenare.
I tifosi rossoblù si aspettano che Schöne si ripeta almeno sui livelli di van ‘t Schip il cui rendimento, pur non strabiliante, fu comunque più che discreto.
Come cambia il Genoa con l’arrivo dell’ex Ajax? Dal punto di vista tattico, Schöne dovrebbe giocare nella posizione di play basso, prendendo il posto di Radovanovic. Pur tenendo conto delle differenze fra Eredivisie e serie A, confrontando i dati statistici dei due giocatori vediamo come il danese dovrebbe riuscire garantire, rispetto all’ex centrocampista del Chievo, un miglior apporto tanto in fase di costruzione che in quella di secondo possesso.
Schöne è infatti più abile nella produzione di passaggi smarcanti, con una precisione del 40.74% (contro il 16.67% di Radovanovic), di passaggi nella trequarti offensiva (84.62% a 74.06%) e anche in quella di passaggi verso l’area di rigore avversaria (2.39 a partita rispetto all’1.27 di Radovanovic).
Le statistiche di Radovanovic e Schöne, relative alla fase di costruzione, riportate da @CalcioDatato.
Il mediano serbo garantisce offre più garanzie in fase di non possesso, come evidenziano i dati relativi alle azioni difensive prodotte ogni novanta minuti (6.94 contro le 5.76 del danese) e ai duelli aerei vinti (55.26% contro 35.21%). Tuttavia, il contributo dell’ex Ajax alla fase difensiva non è da sottovalutare: Schöne infatti registra un maggior successo per quanto riguarda la percentuale dei duelli difensivi vinti (54.48% a 29.25%).
Il confronto delle statistiche difensive di Radovanovic e Schöne, sempre da @CalcioDatato.
Al di là delle statistiche, il contributo a livello di esperienza, tecnica e senso tattico che il danese porta in dote dovrebbe garantire al centrocampo rossoblù un notevole salto di qualità rispetto alla scorsa stagione e permettere ad Andreazzoli di avere a disposizione un’alternativa di qualità in cabina di regia.
Finora, l’opzione offensiva utilizzata dal nuovo allenatore nella posizione di mediano metodista è stata rappresentata da Pandev. Andreazzoli infatti ha provato il macedone in posizione arretrata durante questo ritiro precampionato, ricevendo in cambio delle buone risposte.
Contro il Bordeaux, nel secondo tempo, si è visto Pandev agire da mezzala.
L’arrivo di Schöne potrà ora far pensare al tecnico rossoblù di riproporre l’ex interista in posizione più avanzata, da seconda punta o da trequarti. Posizione, quest’ultima, per la quale il ballottaggio sarà con Saponara.
Il no.10 della Fiorentina avrà quindi a disposizione un’altra occasione genovese per riscattare una carriera che finora ha dato meno di quanto ci si attendeva da un giocatore così talentuoso. L’annata alla Samp non è stata trascendentale. Ora, al Genoa, Saponara troverà, dopo Giampaolo, un altro allenatore che favorisce il gioco offensivo e la ricerca del possesso di palla come strumento per manipolare il sistema difensivo avversario.
Detto questo, Come giocherà il Genoa? Proprio la mentalità e la filosofia di gioco sono i maggiori cambiamenti che il Genoa presenterà rispetto all’annata appena conclusa.
Il Grifone 2018/19 infatti, pur cambiando tre allenatori, è rimasta alla fine una squadra con una identità ben definita, vala dire quella di una compagine che cercava di attaccare il prima possibile la profondità. In questo senso è emblematico il dato Opta che misura la direct speed, cioè la velocità di avanzamento verticale di una squadra. Con 1.82 di ds il Genoa è risultata essere la quarta squadra della massima serie nel muovere il pallone in avanti più velocemente.
Se uniamo questo dato a quello (basso) relativo al tempo medio di durata di un’azione offensiva (8.56), notiamo come anche le statistiche confermino l’idea di un Genoa iper-verticale che cercava di sfruttare gli spazi a disposizione tramite con rapide transizioni.
Con Andreazzoli la musica cambierà e sarà quindi probabile vedere una squadra più attenta alla gestione del pallone attraverso fasi anche schematiche di uscita palla da dietro e di gestione palla in zone più avanzate di campo, alle quali far poi seguire una fase di rifinitura nella quale si gioca più per principi che per schemi.
Le stesse parole del tecnico, riportate dal sito ufficiale del Genoa, ribadiscono le convinzioni di Andreazzoli: “Palla a me. Attacco, incrocio. Fate ciò che volete. Quando vedete l’uomo libero tra le linee, però, fate attenzione. S’imbuca e basta”.
In generale, la fase offensiva di Andreazzoli si basa sull’idea di portare la squadra ad applicare correttamente i principi tattici della fase offensiva (scaglionamento, profondità, ampiezza, mobilità, imprevedibilità). Tutto questo attraverso il continuo movimento degli uomini nell’ultimo terzo di campo. Il tecnico rossoblù non è quindi un dogmatico e ciò comporta la possibilità di adattarsi alle situazioni e all’avversario.
Azione offensiva del Genoa con ricerca immediata di campo in avanti e tentativo di giocare palla nel secondo campo con la partecipazione di molti giocatori.
Questo, in definitiva, è il progetto tecnico al quale il Grifone sta lavorando per non ripetere la scorsa tribolata stagione. Spetterà ora al tecnico e ai giocatori riuscire ad esprimersi nel miglior modo possibile, in modo da permettere al Genoa di raggiungere gli obiettivi stagionali.