Ancora una volta, come nello scorso campionato, l’Udinese si affida al terzo allenatore stagionale per cercare di centrare l’obiettivo salvezza.
Dopo l’esperimento Julio Velázquez è toccato a Davide Nicola cercare di far fronte alle difficoltà di una squadra che, nelle ultime annate, si è ritrovata a far parte del gruppo di destra della classifica. Ma anche l’ex trainer del Crotone ha dovuto alzare bandiera bianca. Così, per la sua sostituzione, in Friuli si è pensato a un déjà vu, impersonato dalla figura di Igor Tudor.
Già alla guida dei bianconeri nell’ultimissima fase dello scorso campionato, il tecnico croato ha firmato un nuovo accordo (con scadenza 30 giugno 2019) dopo che il precedente contratto era stato risolto al termine del campionato passato.
Così, l’ex difensore della Juventus torna a sedersi su una panchina che, negli ultimi anni, ha visto avvicendarsi tanti allenatori senza mai arrivare a trovare una qualche stabilità tecnica. Infatti, dal luglio 2016 ad oggi si sono alternati alla guida dei friulani ben sei tecnici: Iachini, Delneri, Oddo, Tudor, Velázquez e Nicola.
Il 40enne croato, accompagnato dal connazionale Jurica Vucko nelle vesti di secondo, avrà un compito non facile. Velázquez, esonerato a novembre, aveva conquistato appena 9 punti in 12 partite (media di 0.75 a partita), complice anche un calendario non facile che aveva messo i bianconeri di fronte a Sampdoria, Fiorentina, Torino, Lazio, Juventus e Napoli nelle prime nove giornate. Nicola non è riuscito ad imprimere la sterzata, nonostante un avvio incoraggiante, finendo col racimolare 4 vittorie, 4 pareggi e 7 sconfitte in 15 partite (1.06 a gara).
La scorsa stagione Tudor collezionò due vittorie, un pareggio e una sconfitta nelle quattro partite a disposizione, per una media punti di 1.75. Qualora il tecnico di Spalato riuscisse a replicare un risultato simile, l’Udinese si finirebbe col chiudere l’annata ad una quota di circa 42 punti che, teoricamente, dovrebbe poter garantire ai friulani la salvezza e a Tudor la riconferma.
Tenuto conto che il calendario propone sfide con Milan, Lazio, Roma (tutte in trasferta) e Inter (in casa), ripetere quella media non sarà però facile. Probabilmente a decidere del futuro dell’Udinese saranno le ultime tre partite della stagione, quando i bianconeri dovranno affrontare Frosinone e Cagliari fuori casa, partite intervallate dallo scontro casalingo con la Spal.
Ma che squadra (ri)trova Tudor e come potrebbe aggiustarla da un punto di vista tattico? A livello di rosa l’Udinese di quest’anno appare più assortita a livello di potenziale offensivo, potendo contare su una batteria di giocatori che comprende, oltre a Rodrigo De Paul e Kevin Lasagna, anche Stefano Okaka, Ignacio Pussetto e Lukasz Teodorczyk.
Quando attacca l’area con più elementi, l’Udinese di questo campionato può contare su alcuni giocatori interessanti come Pussetto.
Tuttavia, vuoi per infortuni, vuoi per problematiche di natura tecnica e tattica, il rendimento offensivo dei friulani è stato alquanto deficitario: l’Udinese è infatti attualmente il terzultimo attacco del campionato con appena 24 reti realizzate (peggio hanno fato solo Frosinone e Chievo con 21).
Una fase di attacco posizionale dell’Udinese. Lasagna è l’unico giocatore nell’area avversaria mentre tardano ad arrivare i giocatori nelle corsie esterne.
Il numero dei gol effettivi è inferiore (-4.53) rispetto a quelli attesi in termini di xG (28.53) che risultano comunque essere il secondo peggior dato della serie A.
Per quanto riguarda l’approccio generale Tudor, al netto di alcune considerazioni opinabili su tiki-taka e fase di costruzione, ha dato in conferenza stampa l’impressione di volersi inizialmente preoccupare di dare equilibrio ad una squadra che finora ha comunque mostrato una buona fase difensiva avendo subito 40 reti, cioè un dato migliore di altre otto compagini del campionato.
I problemi quindi sembrano essere, come detto, soprattutto in avanti. L’Udinese, sia con Velázquez che con Nicola, è stata squadra da difesa posizionale bassa, che rinunciava al possesso (45,3% di media) in favore di un gioco reattivo.
Con Nicola la difesa bassa all’interno del 5-3-2 è stata la carta d’identità dell’Udinese. Vedremo se Tudor ripartirà da qui o passerà alla difesa a quattro come fatto con successo contro Verona e Bologna nelle ultime due partite del 2017/18.
Le difficoltà nella risalita del campo, unite ai molti metri che separavano i friulani dalla porta avversaria al momento della riconquista, hanno però impedito all’Udinese di trarre vantaggio da questo tipo di atteggiamento.
Che Tudor possa cambiare radicalmente l’approccio, con la rosa a sua disposizione, appare difficile. L’allenatore croato potrebbe però cercare di avanzare di qualche metro il baricentro della squadra e di impostare le ripartenze coinvolgendo un maggior numero di giocatori.