Con uno scarno comunicato si chiude l’esperienza di Massimo Oddo alla guida dell’Udinese al termine di una serie di ben undici sconfitte consecutive. Per l’allenatore pescarese si tratta della seconda battuta d’arresto nella massima serie, dopo quella subita nella stagione 2016/17 dopo ventiquattro giornate senza vittorie alla guida del Pescara, la squadra che lo stesso Oddo aveva riportato in serie A al termine dell’annata precedente.
Si chiude quindi dopo sei mesi un’esperienza che Oddo aveva cominciato molto bene, ottenendo sette vittorie consecutive dopo aver sostituito Luigi Delneri nel novembre 2017. Un periodo, quello trascorso alla guida della compagine friulana, durante il quale l’ex giocatore di Lazio, Verona e Milan.
La Gazzetta annuncia il cambio di guida tecnica dell’Udinese.
La striscia positiva registrata da Oddo era stata frutto non soltanto dell’impatto avuto dal nuovo allenatore a livello di spogliatoio ma anche di alcuni cambiamenti tattici da lui apportati. Prima di tutto, abbandonato il 4-4-2/4-5-1 di Delneri, Oddo aveva riproposto la difesa a tre, all’interno di un 3-5-1-1 che diventava, in fase difensiva, un 5-3-1-1 con la linea di difesa tendenzialmente bassa. In fase di possesso palla poi, alla base dell’idea di gioco introdotta da Oddo c’era la ricerca della verticalità. Tutto questo non significava, per l’allenatore, il venir meno a quel tipo di calcio posizionale messo in mostra nell’esperienza pescarese (Oddo ha provato ad impostare una fase di costruzione bassa più elaborata) quanto lo scendere ad un ragionevole compromesso con una squadra costruita per un gioco più fisico e verticale.
Come detto, dopo i successi inziali, la squadra friulana si è smarrita. Probabilmente, questo è coinciso con il fatto che, ad un certo punto della stagione, la salvezza è stata più o meno inconsciamente data per acquisita dal gruppo squadra, anche in considerazione delle difficoltà registrate dalle squadre a fondo classifica nel cercare di risalire la china.
Di conseguenza, nella compagine bianconera è nato una sorta di rilassamento psicologico che si è dimostrato più forte dei continui richiami di Oddo a non dare la salvezza per già acquisita.
Tuttavia, oltre agli aspetti mentali, ha contribuito al record negativo di sconfitte consecutive anche la pochezza di una rosa che, pur contando alcuni buoni elementi, è comunque apparsa sempre più indebolita nelle ultime stagioni.
Inizialmente, il gioco proposto da Oddo (più consono alle caratteristiche dei giocatori a disposizione rispetto a quello praticato nella gestione precedente) ha in qualche modo sopperito al livello tecnico della squadra. Successivamente invece, complice anche la già citata rilassatezza mentale dei giocatori, sono riemersi tutti i limiti di una rosa che, in generale, presenta delle lacune, a cominciare da un attacco che in pratica ha potuto contare soltanto su Kevin Lasagna come finalizzatore (10 reti segnate).
Ma anche in difesa i bianconeri friulani hanno lasciato a desiderare, con l’Udinese che è la quart’ultima squadra della massima serie in termini di reti concesse (56).
A tutto questo si aggiunge il fatto di una dirigenza che ha lasciato troppo solo Oddo nei momenti di difficoltà, quando invece proprio un allenatore giovane e con il quale si poteva aprire un ciclo avrebbe avuto bisogno del supporto della società, soprattutto durante la striscia negativa di risultati.
Invece il club bianconero ha deciso di cambiare nuovamente guida tecnica, affidandosi all’ex difensore juventino Igor Tudor. Dal punto di vista tattico l’allenatore croato è un ammiratore di Guardiola, Conte e Sarri e predilige un calcio d’attacco, con un pressing alto e una difesa a tre. È probabile allora che, almeno inizialmente, Tudor cerchi di proporre queste idee anche se il tempo a disposizione è poco. Con quattro partite a disposizione non è comunque impossibile dare già una infarinatura generale alla squadra per poi proseguire il lavoro durante il prossimo ritiro estivo, dato che il 40enne allenatore di Spalato ha firmato un contratto fino al 2019, con opzione fino al 2020.
Riuscirà l’ex juventino ad invertire la rotta dei friulani? Di certo, avendo lavorato in piazze calde come PAOK Salonicco e Galatasaray, Tudor è abituato a gestire situazioni ben più complicate.