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Mamma, è tornato il trequartista…

In un momento storico nel quale si fa fatica a trovare un no.10 classico (quando un tempo ogni squadra della Serie A ne aveva in rosa almeno uno), una felice eccezione è rappresentata dall’empolese Tommaso Baldanzi.

Classe 2003, gioiello più pregiato delle ultime nidiate di una società come l’Empoli, avvezza a sfornare talenti col proprio settore giovanile, di Baldanzi in verità si parla da tanto, da ancora prima del suo debutto nella massima serie, avvenuto lo scorso anno all’età di 19 anni.

Dopo la seconda esperienza con Aurelio Andreazzoli in panchina, il presidente Corsi ha deciso quest’anno di affidare la guida tecnica della formazione toscana a Paolo Zanetti, reduce da una buona esperienza a Venezia, nonostante la retrocessione dello scorso anno.

L’obiettivo primario dell’allenatore di Valdagno doveva essere quello di rimettere in pista una macchina che nella seconda parte del passato campionato aveva sbandato, riproponendo quel 4-3-1-2 che ha caratterizzato le recenti stagioni felici dell’Empoli in Serie A.

Detto fatto. Non solo gli azzurri attualmente veleggiano in una ottima nona posizione in classifica (a soli tre punti dall’Udinese settima), con un vantaggio di +13 sulla zona retrocessione, ma hanno anche riproposto sprazzi di quel gioco fatto vedere nelle annate che avevano lanciato Maurizio Sarri e riproposto Marco Giampaolo ad alto livello.

All’interno dello schieramento a rombo ricostruito da Zanetti, una funzione fondamentale la svolge appunto Baldanzi nella posizione di vertice alto. Da buon trequartista tradizionale Baldanzi vanta una percentuale elevata di passaggi riusciti (85.4% sui 219 provati) risultando, grazie al dato di 0.11 xA (expected assist) su azione, fra i primi venti chance creator del campionato. A questo va aggiunto il numero di passaggi chiave prodotti finora (14, dei quali 6 assistenze per la conclusione di un compagno).

La necessità, in un calcio associativo come quello che propone Zanetti, di un no.10 in grado appunto di legare con i compagni (contribuendo così alla creazione di triangoli offensivi attraverso i quali muovere palla) non impedisce a Baldanzi di mettere in mostra le proprie qualità anche in sede di finalizzazione. Sono infatti già quattro i gol realizzati dal giocatore che indossa la maglia numero 35 dell’Empoli.

Quella realizzata contro l’Inter, che ha finito per decidere la sfida di San Siro, riassume parte delle qualità di Baldanzi. Su una palla riconquistata in basso infatti il trequarti empolese prima si propone per fungere da sostegno avanzato per la risalita del campo della sua squadra e, successivamente, dopo aver accompagnato il contropiede, va a concludere l’azione con un tiro di sinistro, il suo piede forte.

Proprio la risalita del terreno di gioco in avanti con buona velocità è un’altra delle attitudini del talentino azzurro, sempre pronto ad abbassarsi sotto palla per aiutare la formazione di Zanetti in fase difensiva e altrettanto pronto a ribaltare l’azione.

In questo secondo contributo, anch’esso montato con VideoMatch di Sics, Baldanzi esegue addirittura un third pass per se stesso.

Quando poi può lanciarsi in campo aperto, Baldanzi diventa difficilmente controllabile, anche grazie ad una struttura fisica da fantasista d’altri tempi (170cm per 68kg) che il giocatore riesce a sfruttare palla al piede contro avversari più strutturati.

Ad oggi è prematuro parlare di dove Baldanzi potrà arrivare in futuro. Di certo ad Empoli c’è l’ambiente ideale per farlo crescere senza troppa pressione, in attesa di generare un notevole introito di mercato per la società di Corsi e di andare a misurarsi per obiettivi più ambiziosi.

Dal suo ulteriore sviluppo passa anche la speranza della nazionale italiana di ritrovare una tipologia di trequartista che negli ultimi anni, quel del passaggio esasperato e dell’anemia di dribbling, era sparita dai radar.

pascal-meier-Eo4TLdqXZkY-unsplash

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