All’interno di una stagione da dimenticare, culminata con l’inopinata retrocessione in Serie C, sono poche le cose per le quali i tifosi della Spal possono dirsi soddisfatti. Probabilmente, l’unica (magra) consolazione viene dall’aver messo in evidenza un buon gruppo di giovani che, pur nella disastrata stagione spallina, hanno trovato spazio con buoni risultati.
Fra questi va segnalato Matteo Prati, arrivato direttamente dalla Serie D (Ravenna) e lanciato con coraggio in prima squadra da Daniele De Rossi, che ne ha subito intuito le potenzialità.

Prati ha risposto presente questo ha consentito al ragazzo romagnolo di totalizzare venti presenze in cadetteria, registrando anche due gol e un assist. A questi dati vanno aggiunti quelli relativi ai passaggi chiave prodotti (due di media a partita) e alle palle recuperate (3.5). Come si vede stiamo parlando di un giocatore in grado di disimpegnarsi in entrambe le fasi di gioco, aiutando la squadra a gestire il possesso ma anche in grado di inserirsi proficuamente nelle zone di rifinitura e di finalizzazione.
Il classe 2003 è poi anche un elemento di punta della nazionale italiana U20 che sta disputando i Mondiali di categoria in Argentina. Alla guida della compagine azzurra c’è Carmine Nunziata. L’ex centrocampista del Padova ha proposto nelle prime due uscite (vittoria 3-2 sul Brasile, sconfitta 0-2 contro la Nigeria) un modello di gioco innovativo per le nostre latitudini, vicino ai principi del gioco funzionale sudamericano.
All’interno del 4-3-1-2 di base il tecnico azzurro predilige avviare fasi di costruzione, di sviluppo e di rifinitura nelle quali non si assista ad una predeterminata occupazione razionale degli spazi.
Al posto di una fase di possesso orientata allo spazio si cerca invece di crearne una volta a facilitare la creazione di connessioni e associazioni fra i giocatori vicini al portatore di palla.
In particolare, il possesso azzurro mira a mettere in ritmo e a collegare fra loro i vari Tommaso Baldanzi, Simone Pafundi e Cesare Casadei, gli elementi offensivi e più qualitativi a disposizione della nazionale.
All’interno di questo costrutto tattico sia Pafundi che Baldanzi hanno assoluta libertà nel ricercare la posizione più utile a far guadagnare campo alla squadra attraverso tutta una serie di giocate combinate. Di fatto il 4-3-1-2 assume presto i contorni di un 4-3-2-1 con i giocatori dell’Udinese e dell’Empoli a ridosso dell’attaccante centrale Francesco Pio Esposito. Alle spalle del triangolo offensivo, accompagnano il play (il romanista Giacomo Faticanti) e le due mezzali, i già citati Casadei e Prati.
Nelle clip seguenti, montate con VideoMatch di Sics, osserviamo dunque alcune giocate dalla squadra azzurra nelle prime due uscite dei Mondiali. Nella prima osserviamo la costruzione di ben due diagonali offensive per muovere palla in avanti contro la Nigeria, col risultato di mandare al tiro Baldanzi.
Di seguito, sempre contro la compagine africana, vediamo la creazione di un sovraccarico in zona palla sul lato sinistro del campo.
Venendo invece al vittorioso esordio del Brasile, nel filmato successivo osserviamo la rete realizzata proprio da Prati. L’azione nasce a seguito di una palla riconquistata dall’Italia dopo aver effettuato una pressione uomo contro uomo che forza il portiere brasiliano Mycael ad un lancio lungo.
Sulla riconquista la squadra di Nunziata orchestra una manovra offensiva nella quale si può l’accumulo di giocatori all’interno dei corridoi centrali del campo. Come si evince, l’idea resta quella di creare connessioni in zona palla per facilitare l’associazione fra il portatore di palla e gli appoggi.

La ricerca di sovraccarichi delle zone centrali ha mostrato però delle controindicazioni per l’Italia di Nunziata. Infatti, l’alta densità di elementi nei corridoi centrali ha fatto sì che, a palla persa, gli avversari avessero più facilità nell’organizzare transizioni offensive.
Un problema che, nel calcio relazionale, si può presentare anche nelle zone esterne qualora le squadre difendenti riescano a creare superiorità numerica o a forzare una parità numerica vincente in zona palla, come mostrato recententemente da Flamengo e Botafogo contro la Fluminense di Fernando Diniz.
Al di là di come andrà a finire il torneo, le prestazioni dell’Italia rassicurano sul fatto che, almeno in alcune posizioni, potremo contare sul ricambio generazionale. Sempre sperando che i ragazzi sappiano mantenere al livello successivo quanto messo in mostra fino ad oggi. Per questo sarà importante che riescano a trovare spazio in categorie superiori. E, per Prati, le possibilità non dovrebbero mancare.

Sostieni la Gabbia
La Gabbia è un progetto senza editori alle spalle. Nonostante ciò continua la sua opera divulgativa offrendo contenuti gratuiti per tutti. Se vuoi sostenerne l’impegno e aiutare a sopportare i costi di mantenimento del sito, puoi farlo tramite PayPal.
2,00 €