La sconfitta interna subita ad opera della Juventus (0-2) è stato frutto anche di alcune difficoltà già incontrate quest’anno dall’Atalanta il campionato e riemerse contro i bianconeri.
Prima di addentarci nello specifico della sfida del Gewiss Stadium, conviene fare un brevissimo excursus della stagione degli orobici. Dal punto di vista tattico quest’anno la squadra di Gian Piero Gasperini ha mostrato un volto diverso da quello al quale eravamo abituati, specialmente nella prima parte di stagione.
La squadra arrembante e intensa in entrambe le fasi vista all’opera nelle scorse stagioni aveva infatti lasciato il passo ad una compagine maggiormente reattiva, orientata più verso un approccio reattivo, fatto di minor impeto difensivo e di un maggior ricorso alla transizione come arma d’offesa.
Tutto ciò ha contribuito a rendere l’Atalanta di questo campionato squadra po’ più diretta del solito (8.50sec. il tempo di possesso medio ad azione d’attacco rispetto ai 9.29sec. dell’ultima stagione) per sfruttare la velocità in campo aperto di attaccanti come Højlund e Lookman.
Lo conferma anche il dato del possesso medio, passato dal 55% del torneo 2021-22 al 50.1% de 2022-23.

Anche la linea della prima pressione si era abbassata. Nelle ultime uscite la squadra orobica è tornata ad aggredire in avanti, ma a fasi alterne. L’Atalanta attuale è compagine che alterna la pressione alta ad una difesa più posizionale.
Il diverso approccio difensivo lo si evince anche guardando ai misuratori del pressing. L’anno passato infatti i nerazzurri aveva un indice PPDA più basso (9.87) rispetto a quello registrato attualmente in campionato (12.22) mentre la Build-up Disruption(metrica che quantifica l’efficacia dell’azione di pressing di una squadra sul possesso dell’altra), pur sempre positiva (+1.76%) è inferiore a quella del campionato passato (+4.24%).
Il cambiamento di atteggiamento si è visto anche in fase offensiva, dove l’Atalanta può come detto sfruttare la velocità dei suoi avanti in campo aperto così come arrivare nella trequarti offensiva non soltanto costruendo tramite i tradizionali rombi laterali.
In questa seconda circostanza però la formazione bergamasca tende sì ad ammassare sempre tanti uomini oltre la linea della palla, ma non sempre con quel rigore logico mostrato nelle annate precedenti.
Quando affronta squadre che difendono basse (la Juve ha registrato un baricentro medio di soli 38.51m con l’Atalanta in attacco) i nerazzurri faticano a creare occasioni da gol. Contro la Juve l’undici di Gasperini ha prodotto un dato di appena 0.05 xG per tiro, nonostante abbia avuto il 64% del suo possesso totale nella metà campo bianconera. In pratica i lombardi hanno attaccato quasi esclusivamente cercando Zapata per andare poi a giocare sulla seconda palla. Non a caso il colombiano ha giocato 31 palloni e ricevuto ben 7 passaggi chiave.
Difficoltà che derivano anche da una qualità della rosa ridottasi rispetto ad annate precedenti. Giocatori come il Papu Gómez o Josip Iličić (fondamentali per aprire le scatole chiuse con le quali diverse squadre affrontavano l’Atalanta) non sono stati mai veramente sostituiti.
Così come Gasperini ha perso qualità sugli esterni dove elementi come Maehle e Zappacosta, non hanno mia garantito lo stesso livello prestativo offerto in passato da Castagne e Gosens o dall’Hateboer di qualche stagione fa.
È vero che alla fine il dato degli xG per tiro è rimasto invariato rispetto all’anno scorso (0.10) ma, in generale, non sono mancate partite nelle quali l’Atalanta ha fatto fatica a creare o a tramutare in gol quanto prodotto.
Al netto di queste considerazioni, la stagione atalantina non può essere giudicata attualmente in modo negativo, con la squadra ancora in lotta per un posto in Champions nonostante la battuta d’arresto casalinga con la Juve. Vedremo dove arriverà la squadra di Gasperini dopo il rush finale. E, soprattutto, vedremo l’anno prossimo se il club lombardo proseguirà nel solco di questa mutazione genetica dal punto di vista del gioco.

Sostieni La Gabbia
La Gabbia è un progetto senza editori alle spalle. Nonostante ciò continua la sua opera divulgativa offrendo contenuti gratuiti per tutti. Se vuoi sostenerne l’impegno e aiutare a sopportare i costi di mantenimento del sito, puoi farlo tramite PayPal.
2,00 €
In breve: il difensivismo più bieco continua a pervadere il calcio contemporaneo europeo, in un cammino regressivo che caratterizza tutta la realtà socio economica del vecchio continente!
"Mi piace""Mi piace"