Titolare in 36 delle 40 partite giocate finora in stagione, Alexis Sánchez è diventato elemento cardine del Marsiglia di Igor Tudor. Talmente importante nella buona stagione condotta dall’OM che nemmeno l’arrivo a gennaio di Vitinha (l’acquisto più caro nella storia del club con 32 milioni di euro sborsati allo Sporting Braga) ha scalzato il cileno dall’undici tipo dei marsigliesi.
Al momento del suo arrivo in Provenza la scorsa estate, più di un dubbio era stato sollevato in merito all’apporto che l’ex Inter avrebbe potuto dare al Marsiglia. E questo non tanto per le qualità tecniche di un giocatore sopra la media, quanto invece per la carta d’identità (34 anni compiuti a dicembre) e per il fatto di essere stato impegnato in passato sul campo di tante battaglie che ne avrebbero teoricamente logorato il fisico.
Così non è stato e Sánchez ha confermato nei fatti quanto affermato al momento del suo sbarco in città, quando ebbe a tranquillizzare tifosi e media locali assicurando di non essere arrivato a Marsiglia in vacanza.
Dal punto di vista tattico Tudor utilizza il cileno da riferimento più avanzato. Questo non significa però che il no.70 dell’OM agisca da falso nueve. Infatti, Sánchez è un vero e proprio centravanti, col compito di finalizzare come dimostrano le 12 reti realizzate in Ligue 1. Il fatto che questi gol siano venute fuori da un dato di 9.99 expected goals (xG) ci rendono bene l’idea della intatta qualità del giocatore. Rispetto al periodo trascorso all’Inter il cileno funge ora da unico attaccante centrale, con due trequartisti a supporto. Un cambiamento rispetto all’esperienza in nerazzurro, dove veniva invece impiegato come seconda punta in un attacco a due.
Questo cambiamento ha permesso a Sánchez di poter attaccare la profondità ma senza che ciò significasse abbandonare quelle funzioni di raccordo fra la zona di sviluppo e quella di finalizzazione che già era solito eseguire all’Inter. Lo si vede soprattutto quando il Marsiglia, per uscire dalla pressione avversaria, lo chiama in causa come punto d’appoggio al quale affidarsi per cominciare la risalita del campo.

Le capacità associative di Sánchez sono evidenziate dal dato degli uno-due chiusi (24), che vede il giocatore del Marsiglia al terzo posto nel campionato francese dietro solo a Kylian Mbappé (30) e Neymar (27).
Il già citato acquisto di Vitinha potrebbe forzare Tudor a utilizzare il portoghese da centravanti, riproponendo per Sánchez delle funzioni di supporto. È questa ad esempio la soluzione adottata dall’ex allenatore del Verona contro il Montpellier, partita nella quale il Marsiglia non è riuscito ad andare oltre il pareggio. Questo anche per le difficoltà dell’OM nel servire palloni in area all’ex Braga, un giocatore che si trova maggiormente a proprio agio negli ultimi sedici metri di campo.
Che questa veste con Vitinha in campo venga mantenuta o meno, non si dovrà comunque allontanare il cileno dalla porta avversaria. I dati riportati recentemente da L’Équipe evidenziano infatti come Sánchez sia il giocatore dell’OM più prolifico a metà campionato delle ultime stagioni, avendo segnato più dei vari Arkadiusz Milik (7 reti nel 2021-22, 9 nel 2020-21), Cédric Bakambu (4 nel 2021-22), Darío Benedetto (5 nel 2020-21, 11 nel 2019-20) e Valère Germain (2 nel 2019-20, 8 nel 2018-19) che lo hanno preceduto.
Il record di André-Pierre Gignac (miglior marcatore del Marsiglia in un campionato con 21 reti realizzate nella Ligue 1 2014-2015) è ancora lontano, ma Sánchez è comunque ben avviato. Di certo, fino ad oggi, il cileno ha portato stabilità in una posizione che ha visto alternarsi negli ultimi anni troppi attaccanti senza che nessuno si sia mostrato in grado di assicurare la continuità necessaria.

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