Analisi tattica La mossa tattica

Bruno Guimarães, giocatore funzionale

Nonostante un inizio di 2023 non esaltante (solo una vittoria in Premier più altre tre in coppa di Lega, che hanno portato i Magpies fino alla finale persa col Manchester United) la stagione del Newcastle è finora senz’altro positiva.

Da quando Eddie Howe ha preso in mano le redini della squadra (novembre 2021) i bianconeri hanno prima centrato una salvezza ritenuta difficile e, dopo una campagna di rafforzamento estiva, alzato l’asticella fino a portare il club di St James’ Park in corsa per una qualificazione alla prossima Champions League.

Questo risultato è stato ottenuto grazie soprattutto ad un sistema difensivo proattivo, che ha permesso al Newcastle di essere la retroguardia meno perforata della Premier con appena 17 reti subite. Un notevole contributo alla causa lo ha dato anche il portiere Nick Pope, fra i migliori del campionato per gol evitati (2.34).

Nonostante qualche mancanza a livello di finalizzazione (gli uomini di Howe hanno segnato 37 gol fuori da 41.34 xG) la squadra del nord dell’Inghilterra ha mostrato brillantezza anche a livello di manovra offensiva.  

In questo senso a illuminare particolarmente la scena è stato Bruno Guimarães. Elemento chiave della svolta impressa da Howe al Newcastle, il nazionale brasiliano interpreta in modo atipico le funzioni di play in un centrocampo a tre.

L’ex Lione infatti agisce come un ibrido fra un no.6 ed un no.8. In questo modo Bruno tende a muoversi in linea con i due compagni di reparto, Sean Longstaff e Joelinton.

Una linea di tre orizzontale contravviene al principio dello scaglionamento offensivo, ma consente al giocatore del Newcastle e alla squadra di interpretare in modo attivo la fase di non possesso. Giocando contro un altro play basso o dovendo applicare pressione ad una difesa a tre il giocatore dei Magpies è infatti già posizionato ad una buona altezza per accompagnare l’azione di pressing.

In questo senso la squadra di Howe non si preoccupa tanto di mantenere un determinato assetto difensivo quanto invece di essere in condizione di mettere velocemente in pratica una aggressiva marcatura uomo contro uomo.

In fase offensiva, con gli avversari che cercano di schermare Bruno, il brasiliano può muoversi e dar vita ad una serie di rotazioni che liberano Longstaff e Joelinton per ricevere palla dal basso.

Guimarães può dunque agire da no.6 aiutando la prima costruzione così come muoversi in avanti o lateralmente per liberare una via di passaggio centrale. In altre situazioni agisce in una composizione col doble pivote insieme ad una mezzala, con l’altra che si alza come attaccante aggiunto.

Quando in possesso di palla il brasiliano poi mette in evidenza tutte le sue qualità tecniche nella distribuzione con passaggi sul corto, difesa della palla, cambi di gioco, inversioni, gestione del ritmo del palleggio e anche tiro (3 gol finora).

I dati lo evidenziano: stiamo parlando di un giocatore che ha una precisione nei passaggi dell’82.8% ed una percentuale di successo nel dribbling del 57.5%. Non a caso, una recente analisi de L’Équipe ha paragonato il brasiliano a Marco Verratti per la capacità di attirare e poi superare la pressione rivale. Bruno è un giocatore “rischioso”, adatto a chi ama fasi sviluppate di possesso e non ha timore di vedere un proprio calciatore dilungarsi nel tenere la palla fra i piedi per aprirsi poi dei vantaggi successivi.

Formalmente quindi Guimarães è un buildup director, ma in pratica è efficace sia con che senza palla. Fra l’altro la sua interpretazione della posizione è più associativa e funzionale che posizionale. Bruno infatti ricerca sempre le connessioni giuste con i compagni più che la corretta occupazione razionale dello spazio d’attacco. Questo aspetto è particolarmente interessante quando le ali del Newcastle, Miguel Almirón e Allan Saint-Maximin, si vengono a trovare più all’interno del campo, congestionando i canali di mezzo.

Quando Bruno è arrivato a Newcastle proveniente dalla Ligue 1 (un campionato troppo spesso sottovalutato) probabilmente pochissimi tifosi dei Magpies avevano idea di che giocatore fosse. Ad accorgersi per primo del talento del brasiliano è stato il connazionale Juninho Pernambucano, direttore sportivo dell’OL: ‹‹quando l’ho visto in Brasile la prima volta sono rimasto impressionato dalle sue qualità››.

A ventiquattro anni di età Bruno è nel suo prime. Nonostante le offerte che sembrano essere pervenute al club per accaparrarsene i servizi, è difficile immaginare che il progetto Newcastle posa strutturarsi ulteriormente rinunciando ad uno dei suoi elementi più talentuosi.

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