La partita di andata, giocata due settimane prima al Vicente Calderón, è stata dura. In quella sfida Bruno Giorgi ha impostato la squadra secondo il tradizionale “primo non prenderle”. I 2.000 arrivati a Madrid hanno visto una Fiorentina che era quasi riuscita a portare a casa il pareggio sperato.
A rovinare i paini dei viola una improvvida espulsione di Di Chiara. Ridotta in dieci la Fiorentina non riesce più a reggere la pressione dei colchoneros, ma limita i danni al gol di testa di Baltazar, l’unico della serata madrilena, grazie anche ad un’ottima prova del portiere Marco Landucci.
Al ritorno però bisognerà vincere per passare il turno, evitando di subire gol a causa della regola sulle reti che valgono doppio in trasferta.
Si gioca al Curi di Perugia dato che lo stadio di Firenze è alle prese con il restyling in vista di Italia 90. A preoccupare in vista della seconda sfida sono le condizioni di Roberto Baggio, uscito dalla precedente trasferta milanese (1-1 contro il Milan di Arrigo Sacchi) con le caviglie malconce. Un po’ di riposo e le cure dei massaggiatori Raveggi e Martelli rimettono in piedi il ragazzo di Caldogno. La Fiorentina non è solo lui ma è soprattutto lui.
Lo sa anche il tecnico dell’Atlético, Javier Clemente. Però non si preoccupa e confida in Paulo Futre, la stella della sua squadra: ‹‹ci basta lui per stare tranquilli››.
È un momento particolare di una stagione che particolare quello per la Fiorentina. La squadra va malino in campionato e la coppa Uefa sembra un buon terreno per riscattare le opache prove domenicali. Certo, il sorteggio non è stato benevolo proponendo ai trentaduesimi l’Atlético dei già citati Futre e Baltazar.
In quella Serie A di fine anni 80 si sta consumando lo scontro fra gli innovatori, discepoli di Sacchi e i sostenitori di un calcio più tradizionale, all’italiana. Forse per pudore o per non sentirsi fuori del tempo, questi ultimi affermano di giocare sì una zona, ma mista. Lo stesso Giorgi lo rammenta alla vigilia della partita che, in un’epoca di eliminazioni diretta, può già segnare uno spartiacque importante per la Fiorentina. ‹‹Non capisco›› dice il tecnico gigliato ‹‹c’è gente che dice di fare la zona e non la fa, c’è chi la fa e non se ne accorge. Chi invece come noi fa la zona mista viene accusato di fare catenaccio. La verità è che in giro c’è poca zona e parecchi discorsi››.
La squadra che va in campo nella serata umbra è quella che ci attendeva: c’è l’esordio in Europa del giovane Mauro Zironelli a centrocampo in una mediana completata da Iachini e Dunga, con Baggio a supporto di Buso e Dertycia. C’è da recuperare il gol di scarto dell’andata e quindi Giorgi propone un atteggiamento più offensivo, mettendo dentro sia il giovane italiano che l’attaccante argentino, in ballottaggio fra loro nella trasferta di Madrid con la scelta finale che era caduta su Dertycia a causa della febbre che colpì Buso.
Fra l’altro el tiburón (questo il soprannome di Dertycia) è stato al centro di una polemica in sede di rientro a Firenze dopo la partita in Spagna, con Giorgi che fa intendere come non sia totalmente soddisfatto dell’arrivo dell’ex Argentinos Juniors, lamentando l’assenza di un elemento guizzante davanti.
Detto questo, si aspetta la giocata vincente da Baggio. In questa partita quindi il no.10 fiorentino dovrà quindi giocare più a supporto dei compagni di squadra che da attaccante. La ventiduenne stella nascente del calcio italiano si trova ancora in quella prima fase della sua carriera nella quale ancora non si è deciso se utilizzarlo fra centrocampo e attacco come rifinitore o più avanti, per sfruttarne le indubbie qualità sotto porta.

Ma non c’è solo l’attacco. Come detto, la Fiorentina deve cercare di non subire gol. In un sistema difensivo a uomo la bravura di un tecnico si misurava anche sulla sua capacità di azzeccare le marcature. Giorgi in questo senso piazza il futuro tecnico del Milan Stefano Pioli su Futre, affidando Baltazar a Pin con Battistini da libero.
Lo squalificato Di Chiara va in tribuna stampa, a commentare la prova dei compagni con il telecronista Rai Ennio Vitanza. Una cosa impossibile ai giorni nostri ma che rende bene l’idea di come quel calcio fosse più vicino per tutti.
Ad arbitrare l’incontro l’Uefa manda un fischietto di prestigio come il francese Michel Vautrot. I gigliati partono forte e dopo venticinque minuti riescono a pareggiare i conti su un calcio d’angolo battuto da Baggio che vede Buso colpire di testa all’altezza del primo palo e spedire la palla sul lato opposto della porta difesa da Abel Resino.
Il risultato rimarrà invariato per tutti i restanti minuti di partita e non si modificherà nemmeno durante i tempi supplementari. Si arriva così ai calci di rigore.
Il primo a tirare è il viola Battistini, uno degli elementi di esperienza a disposizione di Giorgi, a Firenze dal 1985 dopo cinque campionati disputati con il Milan nella prima metà del decennio. Vitanza con nonchalance si rivolge ancora a Di Chiara chiedendo un parere tecnico sul Battistini rigorista. ‹‹È sempre stato molto freddo›› risponde Di Chiara prima di aggiungere che sì, non dovrebbe avere problemi, ha segnato nella serie dei rigori del torneo di Saint-Vincent, come era conosciuto il Memorial Cesare Baretti (istituito per commemorare l’ex presidente della Fiorentina),ma qui è un’altra cosa.
Il tiro di Battistini è comunque un destro a incrociare a mezz’altezza imparabile per il portiere colchonero. A Battistini è chiamato a rispondere Futre. L’asso portoghese però colpisce male e spedisce la palla nella curva dove sono assiepati i tifosi della Fiorentina.
Tocca ora a Pioli, che spiazza il portiere. l’Atléti sbaglia anche il suo secondo rigore. A dare speranza agli spagnoli ci pensa però l’errore del giovane Simone Sereni, entrato a partita in corso in sostituzione di Dertycia a pochi minuti dalla fine dei supplementari. Il suo sinistro è respinto da Abel. Giorgi va a consolare il ventunenne centrocampista mentre si prepara dal dischetto il difensore Bustingorri.
Landucci si lamenta con l’arbitro per la posizione del pallone e Vautrout richiama all’ordine il difensore spagnolo che però è freddo nel battere il portiere viola con una conclusione forte e centrale. Va poi al tiro Volpecina. Un sinistro sporco che finisce abbondantemente a lato alla sinistra della porta difesa da Abel.
Due errori per parte, situazione di parità. Ma c’è Landucci nel quale sperare. Il tiro di Manolo in realtà è centrale e il no.1 viola non ha grandi difficoltà nel respingerlo.
La Fiorentina ha ora la palla della possibile vittoria. Sul dischetto va Roberto Baggio. Una scena che si ripeterà spesso nella sua carriera. La conclusione del no.10 è eccezionale: destro a incrociare nell’angolo alto alla destra del portiere.
Baggio va a raccogliere il grido di gioia della curva Fiesole, in quel momento in trasferta a Perugia. Si inginocchia, è commosso. È l’inizio di un’avventura meravigliosa, che si infrangerà soltanto in finale, dove la Viola arriverà guidata da Ciccio Graziani, dato che Giorgi verrà sostituito a stagione in corso a causa dei risultati modesti in campionato. Quella sarà l’ultima stagione di Baggio a Firenze.

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