Al di là della partita Analisi tattica

Il solito Psg

Quella subita contro il Bayern Monaco (0-1) nell’andata degli ottavi di finale di Champions League è stata la terza sconfitta consecutiva per il Psg dopo quelle patite in coppa di Francia contro il Marsiglia e in Ligue 1 sul campo del Monaco.

Una striscia negativa che non si ripeteva sulla Senna dal 2011, quando alla guida del club parigino si trovava l’attuale tecnico del Nantes, Antoine Kombouaré. Ad appesantire ulteriormente questo dato c’è quello che indica in cinque i rovesci del Psg dall’inizio del 20213 (su undici partite disputate). Si tratta di un dato superiore al computo totale delle sconfitte subite nell’intero 2022 (46 partite giocate).

Nel dopo gara della sfida disputata al del Parc des Princes a preoccupare non sono stati soltanto questi numeri, ma anche il modo in cui è maturata l’ennesima battuta d’arresto. La luna di miele fra Christophe Galtier e la stampa transalpina (sempre più tenera con i tecnici francesi rispetto a quelli stranieri) è dunque già finita.

Pur privo dell’infortunato Kylian Mbappé, Galtier ha comunque impostato una partita che doveva idealmente poggiare su difesa degli spazi e transizioni.  Per l’appunto, senza poter disporre di un micidiale contropiedista come il vice campione del mondo, il piano gara si è rivelato alquanto ardimentoso fin dall’inizio e si è sostanzialmente risolto in una prestazione estremamente passiva da parte del Psg, che ha lasciato al Bayern il pallino del gioco e la possibilità di dettare il contesto tattico.

Contro il gioco posizionale degli uomini di Julen Nagelsmann i francesi sono stati disposti da Galtier con due linee strette di quattro, lasciando davanti Neymar e Messi senza grandi compiti in fase di non possesso.

La strategia difensiva prevedeva di dare priorità alla chiusura dei corridoi centrali del campo (quello di mezzo e gli half-space). Così facendo il Psg accettava di lasciare campo libero a João Cancelo a sinistra (poi sostituito all’intervallo da Alphonso Davies) e a Kingsley Coman a destra.

Sui cambi gioco poi la squadra di Galtier era efficace negli scivolamenti difensivi, stringendo in zona palla per andare a contestare l’azione laterale bavarese.

Questa organizzazione difensiva ha inizialmente funzionato, tanto è vero che il Bayern ha chiuso la prima metà di gara producendo poco in termini di expected goals.

Il problema è stato che, giocando in questa maniera, il Psg ha di fatto spento la sua fase offensiva. Con Neymar e Messi che non sono efficaci in campo aperto come Mbappé (recuperato all’ultimo per la panchina dopo il recente infortunio) e recuperato e con molti metri di campo da dover risalire, i parigini hanno avuto non poche difficoltà nel provare a impensierire la retroguardia tedesca.

In pratica il Psg si mostrato come un arco pronto a scoccare le sue frecce…ma senza frecce a disposizione. L’uscita a metà partita di Achraf Hakimi indeboliva ulteriormente le velleità in transizione della compagine transalpina.

Il secondo tempo vedeva il Bayern alzare ulteriormente il livello della prestazione offensiva e il gol di Coman, al netto degli errori che hanno contribuito a generarlo, era la logica conseguenza della pressione esercitata dalla squadra di Monaco di Baviera.

Nella clip preparata con VideoMatch di Sics osserviamo l’azione della rete di Coman. Si possono osservare la disposizione difensiva del Psg che stringe molto sul lato palla e l’attacco del giocatore del Bayern sul lato debole della difesa parigina. Il gol ripropone la questione della difesa a quattro contro squadre che riempiono tutti e cinque i corridoi verticali del campo.

La rottura degli equilibri svegliava Galtier, che mandava in campo Mbappé e Fabián Ruiz, riproponendo il 4-3-1-2 già visto nel corso di questa stagione. Un fuorigioco millimetrico di Nuno Mendes su tiro proprio del no.7 negava ai parigini un pareggio che sarebbe comunque stato eccessivo per quanto (non) visto in campo nel corso della gara.

Alla fine, il risultato è recuperabile nella gara di ritorno, soprattutto con un Mbappé in forma e con un atteggiamento maggiormente attivo da parte della squadra. Il problema è che il Psg ci arriverà accompagnato dai soliti fantasmi, vale a dire quelli di una eliminazione precoce che potrebbe gettare ulteriore benzina sul fuoco di un ambiente sempre estremamente caldo.

Ad essere finite nel mirino della critica nelle ultime settimane sono state sia le scelte di Galtier che la gestione tecnica di Luís Campos. Per quanto riguarda il tecnico, dopo aver iniziato la stagione con il 3-4-2-1 come sistema base per supportare la MMN (il tridente composto da Messi, Mbappé e Neymar) Galtier ha scelto di cambiare l’assetto in un 4-3-1-2 che apparentemente si adattava meglio ad alcuni giocatori (Marquinhos) e che aveva come risultato quello di avvicinare i membri del trio d’attacco.

Successivamente Galtier è tornato sui suoi passi, riproponendo la difesa a tre salvo poi mostrare contro il Bayern un 4-4-2 in linea che già si era potuto osservare in campionato contro il Reims e che ricalcava quello utilizzato in carriera a Lilla (2017-2021) e a Nizza (2021-2022).

Al di là delle critiche piovute per lo schieramento e la strategia utilizzate contro il Bayern, le perplessità sollevate dalla stampa francese riguardano la capacità del cinquantaseienne allenatore marsigliese di adattarsi ad un contesto dove è richiesto di dominare le partite e non di giocare un calcio reattivo come invece Galtier era solito fare (con successo) in altre realtà.

A questo vanno aggiunte le considerazioni sul lavoro di Campos, accusato di non aver rafforzato adeguatamente la squadra, in particolare a livello di seconde linee. Tanto è vero che, alle prese con vari infortuni, Galtier si è dovuto affidare a giovani e giovanissimi come Warren Zaïre-Emery (classe 2006) o El Chadaille Bitshiabu (2005).

La coppia formata da Campos e Galtier è quindi sotto osservazione, con i tifosi del Psg che hanno già espresso il proprio malcontento per il momento negativo della squadra mentre dall’interno dello spogliatoio, come spesso accade in queste situazioni, sono arrivati i primi scricchiolii.

Il Psg si trova quindi già in un momento delicato, che potrebbe rivelarsi decisivo per il prosieguo della sua stagione. Con il Marsiglia a -5, nemmeno il successo nella Ligue 1 appare ad oggi più così scontato come qualche mese fa. Galtier deve trovare alla svelta delle soluzioni.

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