Nonostante la sconfitta subita (1-0) la sfida di San Siro contro il Milan conferma l’impressione che qualcosa si stia muovendo a livello offensivo per il Torino.
Infatti, come già visto anche nella precedente partita con l’Udinese, la fase offensiva granata appare in questo inizio di 2023 più strutturata rispetto a quanto evidenziato nella prima parte della stagione.
Degli allievi di Gian Piero Gasperini, Ivan Jurić è quello che maggiormente ha recepito il concetto di attaccare difendendosi. Solitamente infatti la fase offensiva delle squadre del tecnico croato dipende molto dall’efficacia di quella difensiva. Il gioco del Toro con Jurić è stato in queste stagioni essenzialmente costituito da una difesa alta, forte pressione e transizioni brevi.
Qualcosa come detto sembra stia cambiando. Se andiamo ad analizzare i dati Opta osserviamo come i granata restino sempre una squadra verticale e diretta (dati simili con 1.27m/sec. di velocità nello spostare palla in avanti rispetto all’1.37 dello scorso anno e con 3.28 passaggi invece di 3.17), ma con una manovra offensiva che nelle ultime uscite è apparsa meno frenetica e più ordinata. Il Torino è infatti maggiormente accorto nel creare linee di passaggio attorno al portatore di palla all’interno di una struttura che coinvolge i trequarti.
Proprio la batteria degli elementi utilizzati sotto punta ha influito in questa piccola evoluzione recente, grazie alla qualità offerta dai vari Nemanja Radonjić, Aleksej Mirančuk e Nikola Vlasic, tutti elementi aggiunti quest’anno alla rosa a disposizione di Jurić.
Questi innesti fanno sì che il Torino attuale sia in grado di risalire il campo non soltanto gestendo il pallone nelle corsie laterali, ma sfruttando anche i corridoi centrali del campo.
Così facendo la squadra di Jurić ha una soluzione in più per attaccare, potendo occupare efficacemente la zona centrale di rifinitura, cioè fra le linee di difesa e centrocampo avversarie. In questo modo, pur dando priorità alle risalite tramite i quadrilateri esterni, la compagine granata può ora controllare meglio gli spazi di mezzo.
Gli automatismi sono apparsi recentemente più fluidi rispetto al passato e questo sia per la già citata iniezione di qualità sia per la capacità dei sotto punta di farsi vedere per ricevere passaggi chiave.
Nel filmato qui di seguito, montato con VideoMatch di Sics, osserviamo un’azione tratta proprio dalla partita contro il Milan nella quale si vede il Toro muovere palla con un quadrilatero esterno per poi settare il possesso con i giocatori che occupano i corridoi centrali del campo prima di muovere palla verso il quadrilatero che si trova sul lato opposto di campo.
La costruzione dei granata resta diretta, partendo dalla palla lunga del portiere Vanja Milinković-Savić a scavalcare la pressione rivale per andare alla ricerca della seconda palla nella metà campo offensiva. Una volta vinto il rimbalzo oggi però il Toro può contare su interpreti di qualità nella gestione della palla in zona offensiva.
A questo quadro va aggiunto l’inserimento nel mercato di gennaio di Ivan Ilić. L’ex Verona conosce il calcio di Jurić e può apportare ulteriore qualità in mezzo nella gestione palla.
Restano da risolvere le problematiche in fase di finalizzazione. Il Torino infatti rimane ancora una compagine che fa fatica a creare (26.39 xG prodotti) e a finalizzare (22 reti segnate). Lo scorso anno la differenza finale fra reti effettivamente realizzate e reti attese fu di -5.72.
Manca un realizzatore: Antonio Sanabria non si è sviluppato come ci si aspettava, Demba Seck non è ancora esploso e Pietro Pellegri resta una incognita a causa dei molti infortuni subiti.
La speranza è che Jurić riesca ad ottenere ancora di più dai propri trequartisti (che comunque finora hanno realizzato un totale di 10 gol) per sopperire alla mancanza di un cannoniere di razza.
Se questo dovesse avvenire a stagione in corso il Torino potrebbe provare ad agganciare il carro europeo, distante attualmente 9 punti. Altrimenti si dovrà attendere l’estate e l’arrivo di un centravanti la cui attesa in casa granata ha raggiunto livelli messianici.

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