Al di là della partita Analisi tattica

Come il Milan ha superato la Fiorentina

Quella fra Milan e Fiorentina era una partita importante per entrambe le squadre. E questo non già per questioni di classifica (con i rossoneri che sono scesi in campo a -11 dal Napoli capolista e con la viola impegnata a risalire posizioni), ma anche per il momento che le due squadre stanno attraversando.

Da un lato infatti c’è la banda Pioli che, nell’ultimo periodo, sembra aver perso qualche certezza (con quattro punti conquistati nelle ultime tre partite di campionato) mentre, dall’altro, la compagine di Italiano è alle prese con un’annata nella quale ha alternato prestazioni inconsistenti dal punto di vista offensivo, con poche occasioni create, ad altre nelle quali ha invece costruito diverse palle gol, puntualmente vanificate dai propri avanti.

Per questo motivo, per cercare cioè di rivitalizzare una fase offensiva che ancora risente della partenza di Vlahović dello scorso gennaio, Italiano ha recentemente modificato il suo 4-3-3 ricorrendo ad una versione più fluida del centrocampo, con una disposizione che sempre più frequentemente assume la forma di un 2-1 con un trequarti alle spalle dell’unica punta.

Ed è esattamente con questo tipo di schieramento che la Viola ha approcciato la sfida di San Siro, inserendo Antonín Barák nel ruolo di no.10 al posto di un Giacomo Bonaventura inizialmente previsto nell’undici titolare, ma poi sostituito causa infortunio nel riscaldamento.

A non cambiare nemmeno nella fredda serata milanese è stato l’atteggiamento della squadra ospite. Questo a partire dalla solita, rischiosa fase di non possesso di Italiano, che prevede di difendere in avanti creando degli 1c1 a tutto campo, anche a costo di rompere la linea e lasciare molti metri di campo alle spalle dei centrali difensivi. Non a caso il baricentro medio della squadra fiorentina nel primo tempo è stato di 53.89m.

Contro questo approccio, che portava anche 6-7 uomini sopra linea palla, il Milan rispondeva serrando le linee e cercando di bypassare la pressione gigliata attraverso palle lunghe rivolte verso Giroud e Leão.

Questa scelta è stato spesso estremizzata nell’ultima parte della gestione Pioli, anche se l’assenza di un elemento come Maignan (dalla gittata lunga, tesa e precisa) rende più complicata l’attuazione di questa strategia. Non è un caso quindi che l’undici rossonero abbia terminato la gara con un dato di 72 passaggi lunghi.

Una volta trovato il vantaggio, il Milan accentuava questa situazione, tenendo un baricentro basso (46.39m) per provare poi a risalire il campo sempre tramite questo attacco diretto alla profondità.

Il gol del pareggio di Barák non mutava il contesto tattico. In quella occasione, a punire i rossoneri era una sovrapposizione esterna di Venuti (subentrato a Dodô) unita ad una vera e propria valanga viola, che portava ben 6 invasori in area milanista.

A cambiare lo scenario erano invece i cambi effettuati da Pioli nella ripresa. Il tecnico emiliano infatti ha inserito Origi, Dest e Vrancx. E sono stati soprattutto questi ultimi due a cambiare il corso della partita. L’ex Barcellona, schierato da terzino, ha interpretato il ruolo in chiave moderna, facendo quello che gli riesce meglio, vale a dire entrare dentro il campo per manipolare il sistema difensivo avversario.

Da parte sua Vranckx si mostrava subito utile alla causa grazie alla sua forza fisica e al suo posizionamento, che gli consentiva di garantire un appoggio al portatore di palla o di rompere le linee in avanti (come testimoniato dai due passaggi chiave ricevuti).

Nella ripresa la partita si apriva completamente, con due squadre che si affrontavano come in un incontro di pancrazio, senza difendere e pensando solo ad attaccare in campo aperto. In una battaglia di transizioni entrambe le formazioni avevano possibilità di segnare, ma altrettante di subire.

La Fiorentina, fedele allo spirito zemaniano del suo allenatore, accettava questo tipo di contesto (pur essendo inferiore tecnicamente agli avversari), avanzando ulteriormente il proprio baricentro (55.25m nei secondi quarantacinque minuti di gioco).

Questa decisione si rivelava alla fine fatale per la Viola, anche se la rete decisiva del Milan è il risultato di un autogol di Milenković che fa seguito ad una uscita pasticciata di Terracciano, in una situazione nella quale il Milan muoveva palla in inferiorità numerica.

Alla fine, nonostante il risultato, è da elogiare il coraggio degli ospiti, fra i quali cresce sempre di più Amrabat, maggiormente a suo agio in una mediana a due. Per l’ulteriore salto di qualità sarà però necessario trovare a Barák un posto nell’undici titolare.

Per quanto riguarda il Milan invece, gli uomini di Pioli arrivano alla sosta del mondiale un po’ delusi dal distacco accumulato nei confronti di un super Napoli (-8). A pesare non è stata la sconfitta nello scontro diretto, quanto invece i punti persi per strada con le medio-piccole. Detto questo, alla ripresa i rossoneri potranno contare su alcuni elementi come il già citato Vranckx, Thiaw e Dest che potrebbero far ricredere molti sui giudizi dati in estate in merito alla campagna acquisti rossonera.

(dati Lega calcioSics)

A_small_cup_of_coffee

Sostieni la Gabbia

Sostieni la Gabbia offrendo un caffè

2,00 €

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: