Il pareggio fra Liverpool e Crystal Palace (1-1), oltre ad aver già spedito i Reds a -4 dal Manchester City, ha tenuto banco sui social per due ‘giocate’ particolari: l’eurogol di Luis Díaz e la marcatura di Joachim Andersen (difensore del Palace) su Darwin Núñez.
Una marcatura così stretta da innervosire l’attaccante uruguaiano, fino al punto che quest’ultimo ha reagito replicando in una certa misura quanto fatto da Zidane con Materazzi nella finale mondiale del 2006. Il risultato è stato lo stesso, vale a dire l’espulsione dell’attaccante della squadra di Klopp.
La prestazione di Andersen è diventata subito virale, tanto è vero che decine di account su Twitter hanno riproposto tutti gli episodi che hanno visto il centrale danese scontrarsi con l’ex Benfica.
Schierato da Patrick Vieira al centro della difesa a cinque del Palace, Andersen si è trovato naturalmente a scontrarsi con il centravanti del Liverpool, dando vita ad un duello rusticano al termine del quale Núñez ha colpito l’avversario (immediatamente caduto a terra) costringendo l’arbitro Paul Tierney a sventolargli in faccia il cartellino rosso.
Ma questa marcatura di Andersen è stata veramente sopra le righe? La visione delle immagini, pur mancando del contributo audio (non sappiamo cioè quali parole siano volate fra i due) smentisce questa versione.
In tutte le circostanze evidenziate dal minuto e trenta di filmato, l’ex sampdoriano agisce come un normale difensore che cerca di prendere posizione in modo tale da ostacolare la ricezione palla dell’avversario. In questa sua azione difensiva il danese fa sentire la propria prestanza fisica (192cm per 90kg) per contrastare Núñez.
Al secondo numero 24 il giocatore del Palace legge bene la linea di passaggio verso l’uruguaiano, anticipandolo e forzando così un intervento dello stesso Núñez che si traduce in un fallo dell’attaccante.
L’episodio seguente è forse quello maggiormente borderline, con Andersen che trattiene un Núñez visibilmente nervoso. Ma questo avviene per pochi secondi, prima che il difensore lasci il no.27 del Liverpool per prestare attenzione alla posizione della palla e invitare la linea a salire.
Alla fine, l’atteggiamento di Andersen non si è rivelato scorretto quanto piuttosto in linea con quello di un difensore che cerca di limitare un attaccante particolarmente forte.
Come mai allora questo episodio ha fatto così tanto parlare di sé sul web? Al di là del fatto che ad essere coinvolto sia stato uno dei giocatori che maggiormente verranno attenzionati quest’anno (Núñez appunto) una delle spiegazioni plausibile sta nel fatto che non siamo più abituati a questo tipo di francobollatura, che invece era normale anche solo venti anni fa.
In un calcio che (anche a livello regolamentare) si è via via evoluto per agevolare la fase di finalizzazione e, quindi, lo spettacolo, l’attenzione verso gli attaccanti è cresciuta. Per proteggere i giocatori di maggior talento, alcuni gesti tecnici difensivi (tackle su tutti) sono praticamente spariti dal gioco.
Solo negli ultimi anni (a livello europeo prima e italiano poi) sono ricomparsi meccanismi difensivi che, pur al passo con i tempi, sono tornati ad esaltare l’1c1 difensivo e l’interpretazione del 2c2 nel senso di marco/marco (invece del marco/copro tipico della zona pura).
La difficoltà nel reperire centrali difensivi di livello ha portato ad un amento dei prezzi per quei giocatori che sono al vertice in questa posizione. A tal proposito, è da sottolineare come l’annosa questione della presunta mancanza di giocatori in grado di marcare l’avversario sia in realtà soltanto un aspetto del problema più generale che coinvolge la categoria, vale a dire quello relativo non soltanto alla necessità di saper gestire l’1c1 ma soprattutto al fatto di saper difendere in campo aperto, con squadre sempre più offensive e votate (almeno ad alti livelli) ad un gioco maggiormente proattivo.
Ecco spiegato perché il duello fra Andersen e Núñez ha fatto tanto discutere. Al di là di come la si pensi, l’uruguaiano dovrà imparare a gestire queste situazioni.

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