Da hero a villain o, se si preferisce e si ama il wrestling, da face a heel. È questa la strana parabola compiuta da Neymar da Silva Santos Júnior nell’arco di tempo trascorso in maglia PSG (è sbarcato a Parigi alla vigilia della stagione 2017/18).
Nonostante il prolungamento di contratto recentemente firmato col club parigino, il futuro dell’asso brasiliano in riva alla Senna è tutt’altro che certo. Sempre più piede infatti sta prendendo l’ipotesi di una clamorosa separazione fra Neymar ed un club apparentemente stufo dei comportamenti di O’Ney.
L’ex Santos pagherebbe quindi quel lassismo (del quale anche lui si è approvvigionato) che ha contraddistinto molte delle stagioni del Psg da quando (nel 2011) la società transalpina venne acquistata dalla QSI.
Con l’avvento del nuovo consulente sportivo Luís Campos, il club sembra voler cambiare direzione, cercando di assomigliare maggiormente ad una società di calcio funzionale.
Ad oggi invece il Psg aveva dato l’idea di essere una specie di parco giochi, all’interno del quale accumulare talento ma senza che questo venisse incanalato in campo (e fuori) in una struttura organizzata tale da consentire alla squadra non solo di primeggiare in Ligue 1 ma anche di vincere l’ambita coppa Campioni. Traguardo, quest’ultimo, finora solo sfiorato (la finale persa nel 2020 contro il Bayern).
A rappresentare il nuovo che avanza ci sarà anche il cambio di guida tecnica. Abbandonata la strada dei nomi altisonanti (da Blanc ad Ancelotti fino a Pochettino) la nuova dirigenza si è diretta verso un tecnico poco noto oltralpe ma che invece conosce molto bene la realtà del campionato e del calcio francese come Christophe Galtier.
Un cambiamento che si farà sentire non solo a livello tattico ma anche appunto di rapporti interni. Entrambi aspetti nei quali Neymar è mancato a Parigi. Dal punto di vista comportamentale, il brasiliano si è fatto notare anche per i ripetuti scontri avuti con Thomas Tuchel e Pochettino, gli ultimi due allenatori a sedersi sulla panchina parigina.
Ma anche dal punto di vista tecnico e tattico, come accennato poc’anzi, il rendimento dell’ultimo Neymar è stato alquanto altalenante. Nelle ultime tre stagioni infatti Neymar ha fatto innanzitutto fatica ad essere in condizioni tali da poter scendere in camp, alle prese con guai fisici che ne hanno limitato l’utilizzo in campionato ad appena 55 partite.
Anche se in queste presenze è riuscito a segnare 35 gol Neymar ha avuto difficoltà nel mantenere quello status di fuoriclasse col quale si era presentato a Parigi (proveniente da Barcellona) cinque anni fa.
I suoi dati offensivi confermano un calco. La sua media p/90 in termini di passaggi filtranti è passata dai 10.2 della stagione 2019/20 agli 8.47 di quella successiva fino ai 6.84 di quella appena trascorsa. I non penalty expected goals (NPxG) p/90 hanno subito una flessione da 0.71 (2019/20) a 0.57 (2020/21) per arrivare a 0.39 (2021/22). Gli expected threat (xT) p/90 da 0.28 (2020/21) a 0.19 (2021/22).

L’arrivo di Messi e l’esplosione di Mbappé lo hanno relegato indietro nelle gerarchie ma, soprattutto, hanno messo in moto tutta una serie di considerazioni tattiche. In una squadra che ha palesato difficoltà nel reggere un tridente del genere, il più sacrificabile è proprio il brasiliano. Con Mbappé rinnovato da poco e strappato alle lusinghe del Real Madrid e con Messi appena arrivato, è il 30enne di Mogi das Cruzes a vedere a rischio la propria permanenza in Francia.
Con il mercato di quest’anno che sembra seguire una logica di campo (e non solo la volontà di sommare più stelle offensive possibili), come dimostrato dagli arrivi di Vitinha e quello (sembra) di Renato Sanches (sulla carta funzionali al nuovo modello di gioco dei parigini) e con Galtier che cercherà di garantire alla squadra un maggior equilibrio, Neymar rischierebbe di diventare un’alternativa a Mbappé e Messi in avanti.
Per questo si parla di un possibile trasferimento. L’idea iniziale di utilizzarlo come attaccante che aiutasse difensivamente il centrocampo è naufragata di fronte alla scarsa attitudine ai ripiegamenti del giocatore. E questo nonostante l’impegno a difendere in avanti messo da Neymar, che ha registrato il suo dato migliore da quando è al Psg in termini di pressioni nella trequarti offensiva (7.62 p/90).
Vedremo sei i rumors di una cessione (per un giocatore che comunque costa molto) si concretizzeranno. Qualora quest’ultima non dovesse verificarsi, Galtier si ritroverebbe a dover gestire la convivenza fra le tre stelle offensive della squadra. Uno dei problemi sui quali è naufragato il progetto Pochettino. L’ipotesi ventilata è quella di un 3-4-3 o 3-4-1-2 come sistemi di base per far convivere Mbappé, Messi e Neymar.
In entrambi i casi si dovrebbe pensare a come supportare un tridente che può contribuire difensivamente solo in zone altissime di campo.
Detto questo, il rischio per Neymar è quello di trasformarsi in una sorta di Cristiano Ronaldo (fatte le debite proporzioni) vale a dire un giocatore arrivato ad un punto della carriera nel quale è ancora in grado di fare la differenza ma col pericolo, dettando il contesto, di creare più problemi di quanti ne riesca a risolvere con le sue giocate.
(dati soccerment, fbref.com)

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