Arrivata a sorpresa a giocarsi la finale dell’Europeo di categoria, la nazionale U19 d’Israele ha messo in mostra un gioco organizzato che ha esaltato il collettivo al di là del valore dei singoli giocatori componenti la rosa.
Grande merito va all’allenatore Ofir Haim che ha plasmato un gruppo in grado di superare avversari temibili come Serbia e, soprattutto, Francia. La nazionale israeliana, durante il percorso del torneo che si svolge in Slovacchia, ha evidenziato alcune costanti che andiamo brevemente ad evidenziare di seguito.
● In fase difensiva Israele tende a difendere con un blocco medio o basso disposto su tre linee. L’obiettivo è quello di tenere la palla coperta e di chiudere le linee di passaggio al portatore.
● In fase offensiva la squadra di Haim utilizza il possesso come strumento per destabilizzare il blocco difensivo avversario: muovere palla per muovere la difesa e creare spazi da attaccare in verticale.
● Tratti caratteristici della fase offensiva israeliana sono la costruzione da dietro che cerca sempre superiorità numerica rispetto alla prima pressione rivale attraverso il movimento a inserirsi di un centrocampista nella linea arretrata (solitamente Ilay Madmon) ed il riempimento di tutti e cinque i corridoi verticali del campo.

● Proprio l’abbassarsi di uno dei due mediani del 4-2-3-1 di base in fase di costruzione vede questo giocatore avere un posizionamento medio sfalsato rispetto al compagno di reparto nominale.

● La manovra d’attacco tende a svilupparsi coinvolgendo i giocatori più prossimi al compagno in possesso palla. Una delle linee più utilizzate è quella che vede impegnati il giocatore in ampiezza con l’uomo nel mezzo spazio adiacente.
● In possesso l’idea di Haim è quindi quella di avere una squadra con costruttori e invasori e con questi ultimi pronti a riempire le zone di ampiezza, rifinitura e profondità. La preparazione ha lo scopo di attaccare il prima possibile alle spalle la linea difensiva.

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