Di Pep Guardiola, in questi anni, molto si è detto e scritto. Dal punto di vista del campo, ad essere studiata in modo più o meno certosino è stata soprattutto la fase offensiva, il gioco di posizione che il tecnico catalano ha ereditato dal suo mentore Johann Cruyff.
Molto meno si è analizzata invece la fase difensiva. Eppure, ad oggi, il suo Manchester City risulta essere la difesa meno battuta della Premier (13 gol subiti) e anche la squadra che ha concesso il più basso dato in termini di expected goals con 14.08 xGA.
In questo senso, la sfida contro il Chelsea di Thomas Tuchel ha rappresentato una masterclass difensiva per gli uomini di Pep, con il City che ha concesso solo 0.51 xG ai Blues.

Certamente, a tenere così basso il livello della produzione offensiva dei lodinesi ha contribuito anche la prestazione di Lukaku. Infatti, come è stato fatto notare dallo stesso Tuchel nel dopo gara, il belga, al di là delle difficoltà registrate dal resto della squadra per connettersi con lui (l’ex interista ha toccato appena 21 palloni), ha avuto a disposizione alcune transizioni non sfruttate per errori nelle scelte. A questi vanno aggiunti quelli tecnici che spesso hanno impedito al Chelsea di utilizzare Lukaku come punto d’appoggio per risalire il campo.
Tuchel ha puntato il dito sulla mancanza di ‹‹posizionamento e timing›› che ha contribuito alla perdita di molti palloni. Indipendentemente dagli errori registrati in situazioni di contropiede dai Blues,a rendere inefficace la fase offensiva della squadra di Tuchel è stata come detto la prestazione difensiva dei Citizens e, in particolare, il pressing portato dalla squadra di Guardiola.

Più ancora del possesso infatti (55.7%) l’arma difensiva del City è stata la pressione esercitata sul palleggio del Chelsea. Non a caso i padroni di casa hanno prodotto 51 pressioni nella trequarti offensiva.

Questo atteggiamento difensivo è stato evidente soprattutto nei primi quarantacinque minuti di gioco col City che ha prodotto un dato di 8.3 in termini di PPDA.
Anche la rete decisiva di Kevin De Bruyne è venuta da un’azione difensiva subito trasformata in azione d’attacco.
Alla fine, il Manchester City non ha prodotto una partita eccezionale, particolarmente a livello di produzione offensiva. Difensivamente ha concesso qualcosa ma, in generale, il non possesso è riuscito a limitare notevolmente la fase offensiva di una squadra come il Chelsea, che ha a disposizione diverse armi per far male.
Pressing e riaggressione sono quindi gli strumenti che ancora una volta Guardiola ha utilizzato per annacquare la fase offensiva avversaria. Un risultato notevole contro una squadra come il Chelsea, uscita vittoriosa dagli ultimi tre confronti prima dei due di questa stagione.