Analisi tattica La mossa tattica

Il fattore Çalhanoğlu

Da -7 a +1. Nel giro di sole cinque settimane l’Inter ha completato la rimonta sul Milan, issandosi fino al vertice della classifica. Una progressione che certifica il momento di forma della compagine guidata da Simone Inzaghi che si è prepotentemente rilanciata (ammesso che ne fosse mai uscita) per la corsa scudetto. 

Dopo aver ereditato la squadra da Antonio Conte, il nuovo trainer nerazzurro è stato abile a implementare nuovi pattern (maggior libertà nella metà campo offensiva, ulteriore coinvolgimento dei braccetti in possesso, richieste più associative agli attaccanti) all’interno del costrutto predisposto dal suo predecessore.

All’interno del modello di gioco della nuova Inter si è particolarmente distinto Hakan Çalhanoğlu. Al di là dei numeri recenti (5 gol e 3 assist nelle ultime 6 partite) l’apporto del turco alla manovra nerazzurra è diventato via via sempre più determinante.

Arrivato in estate a parametro zero dal Milan, sull’altra sponda dei Navigli l’ex rossonero (dopo un inizio balbettante) sembra aver imboccato la strada di quella continuità che nella precedente esperienza meneghina gli era invece stata imputata come uno dei suoi difetti principali.

Spostato dalla trequarti (dove giocava nel 4-2-3-1 milanista) in posizione più arretrata, da mezzala, Çalhanoğlu è quindi salito alla ribalta come uno degli uomini chiave della rimonta interista.

Posizionato a metà del guado (per così dire) Çalhanoğlu può contribuire tanto alla fase di costruzione che a quelle di consolidamento del possesso e rifinitura della propria squadra.

Proprio sul centro-sinistra, dove staziona il triangolo composto da Bastoni Brozović e Çalhanoğlu, Inzaghi ha costruito il lato forte della compagine nerazzurra.

Il lato sinistro nerazzurro durante un’azione contro il Cagliari.

L’inserimento di una mezzala di possesso in un centrocampo che già poteva contare sul già citato Brozović e su Barella ha finito per dar vita ad una linea mediana titolare che ad oggi si presenta come la più completa e forte del torneo.

In questo contesto, nel play croato e in Bastoni (o Dimarco, comunque sempre un braccetto sinistro in grado di muovere palla con passaggi o tramite conduzione) Çalhanoğlu ha trovato gli ideali partner per andare a settare il possesso dell’Inter.

Con Brozović che partecipa alla prima costruzione (anche andando ad inserirsi all’interno di una linea arretrata che passa così da tre a quattro elementi), il turco rappresenta una delle prime opzioni per l’uscita palla e la risalita del campo da parte dell’Inter. I 47 passaggi chiave ricevuti dal no.20 nerazzurro testimoniano la sua capacità di farsi trovare smarcato dietro le linee di pressione avversarie.

Brozo con funzioni di costruttore centrale nella linea a quattro dell’Inter.

In zone più avanzate poi Çalhanoğlu è parte attiva della successiva fase di sviluppo della manovra sul suo lato di campo (lavorando con Perišić e Bastoni) così come di quella di rifinitura.

I passaggi chiave prodotti (60) lo collocano come ideale complemento della già citata terna di centrocampo insieme a Brozović (secondo in serie A per numero totale di passaggi chiave realizzati con 109) e Barella (decimo con 76). Rispetto ai compagni di reparto Çalhanoğlu si distacca però per gli assist prodotti, vale a dire per quei passaggi che portano un compagno al tiro: ben 33, appena tre in meno del leader di questo ranking (Candreva con 36).

Nell’immagine catturata con montaggio VideoMatch di Sics vediamo il momento di un’assistenza di Çalhanoğlu proprio per Brozović, in occasione della trasferta di Venezia.

Il possesso nerazzurro chiama in causa Çalhanoğlu anche nella finalizzazione. Sono infatti 26 i tiri provati dal centrocampista di Inzaghi, uno in più di Barella. Solo Lautaro (43) e Džeko (31) ne hanno provati di più. Una soluzione che l’Inter tende a costruire è proprio quella che porta il turco a concludere da fuori (16 tentativi).

Se a questo aggiungiamo il contributo nella battuta dei calci piazzati, comprendiamo meglio come Inzaghi sia riuscito a fare di Çalhanoğlu un perno del proprio modello di gioco e a rendere Hakan, in qualche modo (e con le dovute differenze), il suo nuovo Luis Alberto.  

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