La partita del Dall’Ara contro il Bologna ha rappresentato un’epitome della nuova Fiorentina targata Vincenzo Italiano.
Arrivato in estate dopo le problematiche sorte con Gennaro Gattuso (allenatore viola per un brevissimo lasso di tempo) l’ex tecnico dello Spezia ha cercato fin da subito di impostare la squadra sui principi di gioco già messi in mostra durante l’esperienza ligure.
Dopo stagioni altalenanti, con squadre reattive imperniate su blocchi difensivi bassi e contropiede, con una rosa pressoché invariata ma più adatta ad uno stile di gioco proattivo, Italiano ha trovato terreno fertile per far attecchire la sua proposta di gioco.
Partito Ribéry, giocatore di indiscutibile talento e (quando in grado di scendere in campo) catalizzatore di ogni ribaltamento di fronte della viola, il nuovo tecnico gigliato ha creato un contesto strutturato in entrambe le fasi di gioco.
In possesso la Fiorentina si distingue per la ricerca di una insistita costruzione da dietro che poggia più sui difensori centrali che sul play di turno, spesso marcato dagli avversari. La sfida al Bologna ne dà un esempio, con Torreira (uno degli innesti estivi) che ha giocato 50 palloni, molti meno di Martínez Quarta (80) e Milenković (74).

Le vie di uscita e di risalita del campo che la viola predilige sono quelle laterali dove operano le catene formate da terzino, mezzala e ala. Contro i felsinei Odriozola ha giocato 73 palloni e Biraghi ben 113 a rimarcare l’importanza degli esterni bassi nel gioco di Italiano.
Queste catene esterne non sono statiche ma in continuo movimento, con i giocatori che si scambiano di posizione andando spesso ad occupare zone diverse da quelle di partenza.
Contro avversari che difendono particolarmente bassi le mezzali poi si alzano notevolmente andando a completare (con centravanti ed esterni alti) il riempimento di tutti e cinque i canali verticali del campo.

Con palla su un lato del campo il cross è molto utilizzato come arma di rifinitura, con Italiano che chiede a mezzala e esterno alto sul lato opposto di andare a riempire l’area.

Quando la risalita esterna è ostacolata, la soluzione alternativa è costituita dalla ricerca di Vlahović. In queste situazioni la squadra gigliata tende a svuotare il centro per liberare la linea di passaggio diretta verso l’attaccante serbo, che può agire da sponda per i compagni aiutando la squadra a risalire il terreno di gioco.
Sotto le cure di Italiano il no.9 della Fiorentina è migliorato molto nella difesa della palla spalle alla porta e nella capacità di agire in modo associativo con le due catene laterali.
In fase difensiva la squadra gigliata si caratterizza per la linea alta e il forte pressing orientato sull’uomo. I due aspetti sono ovviamente collegati fra loro. Italiano preferisce avere una squadra attiva anche in non possesso, andando a disturbare fin da subito la costruzione avversaria.
Contro avversari che schierano un giocatore di riferimento davanti alla difesa, la Fiorentina tende a difendere in una sorta di 4-4-1-1/4-2-3-1 con uno dei centrocampisti che si alza sul play. Questa marcatura può essere presa da una delle mezzali o dagli stessi Torreira e Pulgar.

In conseguenza di questo atteggiamento aggressivo la squadra mantiene una linea difensiva alta. Questa scelta comporta dei rischi ma consente alla Fiorentina sia, come detto, di tenere avanzata la propria prima linea di pressione sia di negare profondità agli attaccanti.

Contro il Bologna si è inoltre avuta una grande dimostrazione della riaggressione della compagine di Italiano. Con molti uomini sopra la linea della palla la Fiorentina ha infatti la possibilità di accorciare i tempi del gegenpressing col risultato di poter recuperare molti palloni nell’latra metà campo.
L’ulteriore salto di qualità della squadra passerà dalla capacità di tramutare le fasi di possesso (sia in fase di sviluppo che in transizione) in più numerose e nitide occasioni da gol. Conto gli uomini di Mihajlović ad esempio, pur avendo registrato il 63% di possesso, la Fiorentina ha prodotto appena 6 conclusioni con un Indice di Pericolosità di 39. C’è da aggiungere che finora la viola ha realizzato (27 reti) molto più di quanto atteso (22.80 xG).
La capacità di coinvolgere maggiormente Vlahović fronte alla porta sarà essenziale per le ambizioni future della squadra così come la possibilità di poter contare maggiormente su un Nico González finora limitato da vari problemi.