Questo inizio di stagione 2021/22 è coinciso anche col ritorno (per la quarta volta in carriera) di Zdeněk Zeman sulla panchina del Foggia.
L’ennesimo comeback del boemo sta per ora funzionando: dopo undici giornate i rossoneri sono infatti quinti, in piena zona playoff, dopo aver totalizzato 17 punti, frutto di quattro vittorie e cinque pareggi. Soprattutto, dal punto di vista tattico si è rivisto il 4-3-3 zemaniano.

In un calcio che si sta muovendo a velocità siderale, evolvendosi di continuo, il tecnico di Praga è rimasto fedele alla propria visione fatta di netta prevalenza della fase offensiva su quella difensiva, di linea arretrata molto alta, di creazione di triangoli in tutto il campo.
A muovere palla non ci sono più Rambaudi, Baiano e Signori o Bresciani, Kolyvanov e Medford bensì Merola, Ferrante e Curcio ma i principi di gioco restano gli stessi.
La costruzione è affidata al portiere e ai difensori centrali ma viene spesso veicolata lateralmente verso i terzini perché, secondo la concezione del tecnico, in caso di palla conquistata dagli avversari è più facile difendersi rispetto ad un possesso perso centralmente.

La manovra offensiva è affidata alle catene (terziglie nel linguaggio zemaniano) composte da terzino, mezzala e esterno d’attacco, che hanno il compito di muoversi di concerto e nei tempi giusti per garantire alla squadra una efficace risalita del campo.

L’idea di fondo è quella di andare in verticale il prima possibile, convergendo al centro quanto prima. Non a caso il Foggia ad ora risulta la prima squadra del girone C per numero di attacchi in profondità p/90 (9.07), vale a dire di passaggi ricevuti negli ultimi venti metri offensivi del terreno di gioco.
Questo comporta anche la possibilità di un attacco diretto oltre la linea difensiva avversaria, servendo in profondità il centravanti o i tagli degli esterni.
Le soluzioni di gioco del 4-3-3 di Zeman sono molteplici. Qui ci limiteremo a presentare alcune di quelle utilizzate finora in campionato. Nel primo video qui di seguito (elaborato con VideoMatch di Sics) osserviamo una combinazione esterna che vede appunto coinvolti i tre giocatori in catena laterale destra.
Nella seconda situazione vediamo la classica sovrapposizione esterna del terzino che effettua una triangolazione con l’attaccante esterno di parte (posizionato nel mezzo spazio di riferimento) per andare poi al cross.
In questo senso, la sfida col Bari ha rappresentato una sorta di riepilogo esplicativo dello Zeman pensiero. Al San Nicola, davanti a quasi ventimila spettatori, la squadra rossonera ha fatto la partita (53% di possesso) mettendo in mostra alcune giocate tipiche del calcio del boemo.

In aggiunta a queste, si sono viste anche situazioni difensive tipiche delle squadre di Zeman, come la ricerca della linea alta col portiere pronto ad uscire dai pali per agire da libero aggiunto.
Alla fine il risultato (1-1) ha premiato un Foggia che non è sceso a Bari per difendersi, anche se la produzione rossonera in termini di expected goals (xG) è stata piuttosto bassa (0.39). Questo dato però non può ovviamente tenere conto di tutte quelle azioni che non si sono tramutate in tiri verso la porta difesa da Frattali a causa di errori di misura commessi dai foggiani in sede di ultimo passaggio.
Il problema della trasformazione in gol di quanto creato accompagna questa quarta edizione del Foggia zemaniano fin dall’inizio di stagione. Infatti, nonostante un possesso medio del 55.5% e una media p/90 di tocchi in area avversaria che è la migliore del campionato (16.95) e ben 14.07 tiri p/90 la formazione pugliese ha prodotto appena 0.08 xG per conclusione.
I 15 gol complessivi finora realizzati collocano l’attacco foggiano al quinto posto del raggruppamento, a pari merito con Palermo e Campobasso. Una posizione buona ma forse non in linea con le attese.
Come si vede quindi il progetto tecnico del nuovo Foggia di Zeman è ancora in fieri, nonostante un’impronta tattica già ben visibile. Il prosieguo della stagione ci dirà dove potrà arrivare la compagine pugliese, in un campionato tradizionalmente difficile come quello del girone C di terza serie.