La lunga striscia di risultati positivi senza sconfitte dell’Italia (37 partite) viene alla fine interrotta dalla Spagna al termine di una sfida che ha visto la squadra di Luis Enrique dominare la partita al di là del vantaggio numerico offerto dall’espulsione di Bonucci.
Dal punto di vista tattico quella di San Siro è stata una delle migliori versioni mostrate dalle Furie Rosse sotto la gestione del tecnico asturiano.
Le assenze obbligate di Gerard Moreno e Álvaro Morata (infortunati) e quelle, per scelta tecnica, di Rafa Mir e Raúl de Tomás, hanno spinto Luis Enrique a schierare un falso nueve.
In questo senso, la scelta dell’ex allenatore della Roma è caduta su Pablo Sarabia. Il giocatore del Paris Saint-Germain (in prestito allo Sporting Lisbona) ha assolto perfettamente il compito a lui assegnato, muovendosi molto e liberando così lo spazio centrale per consentire ai compagni di attaccare la linea azzurra.

Fungendo da centrocampista aggiunto, Sarabia permetteva alla sua squadra di consolidare il possesso nella metà campo avversaria, innescando movimenti associativi e rotazioni che andavano a colpire la zona di rifinitura italiana.
In fase di costruzione, con Marcos Alonso che tendeva ad alzarsi, Koke andava a svolgere funzioni da costruttore fra il terzino e Pau Torres. Questa impostazione tendeva a manipolare la fase di aggressione italiana, liberando spazio per l’attacco alla profondità.
Questo meccanismo è il costante possesso (70%) esercitato dagli spagnoli rendeva problematica la copertura di Sergio Busquets. Non a caso il play iberico ha prodotto il maggior numero di passaggi chiave della partita (7).

All’interno di questo contesto, ad impressionare è stata soprattutto la prova di Gavi. Esordiente in nazionale a 17 anni e 62 giorni (battendo così il record di 17 anni e 284 giorni precedentemente detenuto da Ángel Zubieta nel 1936) il centrocampista del Barcellona si è distinto per le qualità tecniche e anche per il temperamento.

In fase di possesso, in alcune circostanze il classe 2004 andava a svolgere le funzione di Koke come costruttore a sinistra mentre, in generale, tendeva a gravitare come mezzala a destra di Busquets per garantire continuità al possesso spagnolo. In fase difensiva invece Gavi si accoppiava per lo più a Verratti.

All’interno di una battaglia di prime pressioni, Gavi ha contribuito a quello spagnolo (6.1 il PPDA) e a mandare a vuoto quello italiano, il cui indice PDDA (15.4) rappresenta sia una indicazione della capacità degli iberici di saltare il pressing azzurro che il progressivo concedere campo da parte della squadra di Mancini.
Alla fine, gli 84 minuti registrati da Gavi a Milano con la Roja si sommano ai 363 fin qui totalizzati in stagione col Barça fra campionato e Champions League.
Il risultato finale e la prestazione del giovanissimo blaugrana hanno finito per premiare la coraggiosa decisione di Luis Enrique di dargli una maglia da titolare, facendolo esordire in una competizione ufficiale e davanti ai campioni d’Europa.