Con l’Inghilterra, l’altra squadra britannica a superare la fase a gironi e ad accedere agli ottavi di Euro2020 è il Galles. La squadra di Rob Page è riuscita ad arrivare fra le ultime 16 della competizione proponendo un gioco pragmatico ed efficace, riuscendo ad emergere in un raggruppamento che comprendeva avversari quali Italia, Svizzera e Turchia.
Dal punto di vista tattico, nelle prime due sfide (contro svizzeri e turchi) il tecnico gallese ha proposto un 4-5-1/4-4-1-1 molto reattivo, fondato su un blocco difensivo medio/basso volto al controllo degli spazi. E, non a caso, l’indice PPDA del Galles a questi Europei (21.8) è attualmente più basso soltanto di quello ungherese (25.9).

Proprio la fase difensiva rappresenta l’epicentro del modello di gioco gallese, che verte appunto sulla volontà di chiudere i corridoi centrali del campo e creare spazi alle spalle della linea difensiva avversaria, da attaccare poi con rapide transizioni affidate in particolare a Gareth Bale e Aaron Ramsey.
Negli ultimi trenta metri di campo difensivi poi i gallesi cercano di fare densità e costringere gli avversari a giocare palloni alti, contro i quali sfruttare le abilità nel gioco aereo dei propri difensori (a partire da Joe Rodon).
Il modello predisposto dal 46enne Page, ex difensore dei Dragoni, ha presentato anche dei trigger difensivi per innescare una pressione più accentuata in situazioni di palla esterna, soprattutto a sinistra dove opera Daniel James.
Questi principi di gioco sono rimasti costanti anche nella sfida contro l’Italia, per la quale il tecnico britannico è tornato al più abituale 5-2-3 con lo stesso James, Ramsey e Bale davanti. L’idea era quella di favorire ulteriormente la chiusura dei canali centrali attraverso la copertura dei tre riferimenti offensivi e dei due mediani e, allo stesso tempo, di occupare tutti i corridoi verticali con almeno un uomo.

Il piano gara non funzionato ma alla fine il risultato (sconfitta di misura) ha permesso lo stesso al Galles di accedere al turno successivo. Dal punto di vista offensivo invece la squadra di Page si affida molto alle qualità dei singoli e alle giocate individuali dei giocatori di maggior talento.

La tipologia di possesso esercitata dai gallesi dipende dalla formazione e dai giocatori utilizzati. In generale i Dragoni cercano di sfruttare la fluidità del proprio fronte offensivo, come accaduto contro gli Azzurri quando Page ha utilizzato Ramsey da falso nueve.
Quando invece viene schierato Kieffer Moore, ecco che i gallesi assumono un atteggiamento offensivo più diretto, cercando di sfruttare il gioco aereo del no.9 del Cardiff City per andare poi a lavorare sulle seconde palle.
In generale comunque, se si eccettua la sfida con la Turchia, il Galles è squadra che ha fin qui fatto fatica a creare occasioni da gol. Infatti, escludendo la gara con i Turchi (contro i quali il dato degli expected goals generati dal Galles è stato di 3.7) nelle altre due partite la formazione di Page ha prodotto una media di 0.41 xG.

Lo si evidenzia anche dai dati Sics che indicano una squadra che concede il possesso agli avversari (39.3% di media finora) e ha prodotto un rapporto negativo fra Indice di Pericolosità e Indice di Rischio Difensivo.

Alla fine, anche sarà difficile ripetere l’impresa del 2016 (con la conquista delle semifinali) il Galles sulla carta può rappresentare un ostacolo da prendere con le molle, in virtù non tanto del tasso tecnico della squadra (basso se si eccettuano alcuni elementi) quanto piuttosto dell’organizzazione difensiva e della pericolosità dimostrata sui calci piazzati, con due delle tre reti fin qui segnate che sono venute da situazioni di calcio d’angolo.