La Juventus supera il Napoli al termine di una prova dai due volti, con un bel primo tempo seguito da una ripresa più sofferta, durante la quale è stata soprattutto la compagine di Gennaro Gattuso a fare la partita.
Nei primi quarantacinque minuti la partita ha avuto uno sviluppo lineare, con entrambe le squadre votate ad un gioco proattivo che, partendo da una elaborata costruzione dal basso, cercava di manipolare il sistema difensivo avversario tramite il possesso (53% a 47% per la Juve), con un baricentro medio simile (49.11m per i bianconeri a fronte del 51.59 dei partenopei) e con una struttura tattica di base pressoché identica (4-4-2 in non possesso).
Nella ripresa, come detto, la Juventus ha abbassato la propria linea difensiva (39.78m il baricentro medio) lasciando al Napoli il controllo del pallone (62% di possesso) e il dominio territoriale (61.38m).

All’interno di questo contesto la squadra di Gattuso ha creato nella ripresa delle occasioni per recuperare il punteggio (sfruttando anche la passività del non possesso bianconero), lasciando però campo aperto alle ripartenze juventine.
Il cambio di passo del secondo tempo per il Napoli è coinciso anche con gli innesti di Osimhen e Politano, che si sono mostrati a loro agio nell’attaccare l’ultima linea rivale (il primo) e nel muoversi in spazi ristretti (il secondo).
Ad incidere sul risultato finale favorevole ai padroni di casa è stata anche l’ottima prestazione fornita da Federico Chiesa. L’esterno destro juventino ha sfruttato al meglio le situazioni di 1c1 nei confronti dell’avversario di turno, creando spesso superiorità numerica.
In generale l’ex viola è stato attivo in entrambe le fasi distinguendosi (soprattutto nel secondo tempo) per la sua specialità, vale a dire le accelerazioni che permettevano alla Juventus di ribaltare l’azione in transizione, allungando il Napoli e costringendolo ad affannose rincorse all’indietro, situazioni nelle quali gli uomini di Gattuso sono stati spesso in difficoltà in questa stagione.

A funzionare per la Juve è stata anche la catena di destra dove Danilo (76 palloni giocati con 10 passaggi chiave effettuati, il giocatore in campo ad averne prodotti di più) veniva spesso ad assumere una posizione intermedia lasciando a Cuadrado (62) il compito di garantire ampiezza.
Con Chiesa da una parte e Cuadrado dall’altra la Juve ha potuto contare su due esterni in grado di occupare perfettamente le zone d’ampiezza che, nel gioco di Pirlo, rivestono una importanza notevole e tanto più grande quanto più la squadra si trova a doversi confrontare con zone di rifinitura (fra le linee di difesa e centrocampo) congestionate.
In conclusione, la Juventus è riuscita nel primo tempo a dettare un contesto aderente alla proposta di gioco del suo allenatore mentre, nella seconda frazione, ha sfruttato le difficoltà del Napoli a difendere in campo aperto giocando con un atteggiamento più conservativo. Da parte loro gli uomini di Gattuso sono invece sempre rimasti fedele al piano gara iniziale, non riuscendo però a sfruttare le occasioni avute e concedendo agli avversari transizioni troppo comode.