Ad un punto di distanza dal secondo posto (che vorrebbe dire promozione diretta) al momento in cui viene scritta questa analisi, il Lecce di Eugenio Corini ha mostrato di avere tutte le qualità per lottare fino in fondo per centrare l’obiettivo del ritorno in serie A dopo solo una stagione di purgatorio nella cadetteria.
I numeri
A destare particolare interesse è soprattutto la fase offensiva giallorossa. In Coda, Pettinari, Pablo Rodríguez, Stępiński, Mancosu e nel neoacquisto Güven Yalçın (arrivato a gennaio) i giallorossi hanno una batteria di elementi offensivi con potenzialmente molti gol nei piedi.
Non a caso, ad oggi, il Lecce risulta essere l’attacco più prolifico del campionato in termini di reti realizzate (55, tre in più dell’Empoli primo in classifica) ed il secondo in termini di IPO con un dato di 49.4.
La qualità del reparto d’attacco salentino è confermata anche dal rapporto IPO/reti fatte: al Lecce basta un IPO di 26 per realizzare un gol. Si tratta del rapporto più basso fra tutte le squadre del campionato.
Detto questo, quali sono i pattern più utilizzati dalla compagine di Corini per strutturare la la fase offensiva del proprio 4-3-1-2 di base?
Costruzione
Come dichiarato recentemente dallo stesso tecnico bresciano, la fase di costruzione è fondamentale nella sua visione di calcio ai fini di settare il possesso.
In generale, la costruzione dal basso è gestita dai due centrali difensivi (Lucioni, Meccariello o Pisacane) con l’ausilio del portiere (Gabriel) ed eventualmente del play (Hjulmand).

Proprio lo svedese, arrivato per giocare da interno di centrocampo, è stato riconvertito a regista basso davanti alla difesa, dove ha dimostrato di poter contribuire efficacemente in entrambe le fasi di gioco.
L’idea è quella di muovere palla lateralmente per risalire poi il campo sfruttando le catene laterali. Se l’uscita è chiusa da una parte, si muove palla sul lato debole. Questo cambio di campo, passando dai tre giocatori centrali (difensori e play) serve anche per smuovere il blocco difensivo avversario e trovare quindi campo per iniziare appunto la risalita.
Sviluppo
La fase successiva dell’azione offensiva avviene per lo più seguendo alcune giocate codificate. Una di queste prevede la presa dell’ampiezza da parte della mezzala di parte.
A quest’ultima, agli inserimenti da dietro del terzino e al movimento ad aprirsi di una delle due punte spetta infatti il compito di garantire lateralità all’attacco giallorosso.
Con palla al terzino, lo sviluppo impegna la catena esterna costituita dallo stesso laterale basso, dalla mezzala e dall’attaccante sul lato forte, con eventuale supporto del trequarti.
Attacco alla linea
L’attacco all’ultima linea difensiva avversaria può avvenire anche tramite un’azione diretta tramite palla lunga dalla difesa, allo scopo di andare a giocare sulla seconda palla o di colpire alle spalle una linea arretrata alta.
Elemento fondamentale della fase di finalizzazione dei giallorossi è il riempimento dell’area avversaria con molti uomini.
Questo aspetto è sfruttato da una fase di rifinitura che non punta tantissimo su cross (389, 7° squadra del torneo) o traversoni (26, ottava in questa graduatoria) quanto piuttosto sui cut-back, che vedono il Lecce terzo (al pari del Chievo) con un dato di 52 provati.